Livio Caffieri
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Livio Caffieri
Volevo qui ricordare la figura del prof. Livio Caffieri, nato il 26 settembre 1932 a Trieste. Lui non ha mai dimenticato la sua splendida città natale, ma le sorti della vita lo hanno condotto in Trentino ed è diventato trentino a tutti gli effetti, conosciutissimo da tanti come uomo di cultura, autore di libri, scrittore di prefazioni...
Suo padre, insegnante, fu anche direttore didattico in varie scuole a Gorizia e in altre città del Friuli-Venezia Giulia. Caffieri fu il cognome italianizzato durante il fascismo, quello originario della famiglia fu Caffau.
Livio Caffieri si laureò in Lettere, Greco e Latino nei primi Anni ‘50 a Trieste. Visse in prima persona i drammi della sua città natale, portandoli sempre nel suo cuore e parlandone con passione.
Nel 1959 egli arrivò ad insegnare in Trentino, a Riva del Garda. Dopo due anni ottenne una cattedra di lettere, storia, greco e latino al Liceo Classico “Antonio Rosmini” di Rovereto. Si sposò con una trentina, Giuliana, nel 1963.
Come professore era considerato una persona severa, molto competente, ma equa e dotata di sottile umorismo. Uomo quasi di altri tempi, con una grande umanità e rispetto per ogni suo singolo studente. Qualità che non gli mancarono quando diventò. nel 1974, "Il Preside" com'è conosciuto anche oggi da buona parte di tutto il Trentino. Fu Preside per più di 20 anni. Gli piaceva ascoltare tutti, soprattutto le idee e i problemi dei giovani che gli venivano affidati o che facevano parte della sua Scuola.
Non è stato il mio Preside, ma ricordo che fu contestato nel 1973 nelle giornate di protesta del movimento studentesco cittadino, contrario alla nomina a preside del Liceo “Rosmini” di un docente che supponevano "fascista". Ricordo però che lui fu un preside che non chiamò i carabinieri durante le occupazioni studentesche delle scuole cittadine, l'unico penso. Lui preferiva ascoltare, più che punire. Infine fu apprezzato e stimato da tutti.
Visse in modo intenso nel mondo della Cultura, nominato Presidente dell’Accademia degli Agiati, membro del Consiglio direttivo di importanti istituzioni come la Biblioteca civica “Girolamo Tartarotti”, la Deputazione teatrale, il Festival di Mozart e fu tra i fondatori del MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ecc.
Lo voglio ricordare però soprattutto tra le migliaia di libri di casa sua e per le gite scanzonate in sella alla sua moto sulle strade di montagna e verso le Dolomiti.
Aveva compiuto da poco i 90 anni ed è venuto a mancare il 18 dicembre 2022.
Tra le sue parole cito queste:
" I ragazzi qui studiano e pensano.
Ma anch'io studio e penso con loro.
Quando rimane qualche divergenza
il bene che ci vogliamo ci aiuta a risolverla
perchè questo bene
è fatto di rispetto reciproco"
"
Suo padre, insegnante, fu anche direttore didattico in varie scuole a Gorizia e in altre città del Friuli-Venezia Giulia. Caffieri fu il cognome italianizzato durante il fascismo, quello originario della famiglia fu Caffau.
Livio Caffieri si laureò in Lettere, Greco e Latino nei primi Anni ‘50 a Trieste. Visse in prima persona i drammi della sua città natale, portandoli sempre nel suo cuore e parlandone con passione.
Nel 1959 egli arrivò ad insegnare in Trentino, a Riva del Garda. Dopo due anni ottenne una cattedra di lettere, storia, greco e latino al Liceo Classico “Antonio Rosmini” di Rovereto. Si sposò con una trentina, Giuliana, nel 1963.
Come professore era considerato una persona severa, molto competente, ma equa e dotata di sottile umorismo. Uomo quasi di altri tempi, con una grande umanità e rispetto per ogni suo singolo studente. Qualità che non gli mancarono quando diventò. nel 1974, "Il Preside" com'è conosciuto anche oggi da buona parte di tutto il Trentino. Fu Preside per più di 20 anni. Gli piaceva ascoltare tutti, soprattutto le idee e i problemi dei giovani che gli venivano affidati o che facevano parte della sua Scuola.
Non è stato il mio Preside, ma ricordo che fu contestato nel 1973 nelle giornate di protesta del movimento studentesco cittadino, contrario alla nomina a preside del Liceo “Rosmini” di un docente che supponevano "fascista". Ricordo però che lui fu un preside che non chiamò i carabinieri durante le occupazioni studentesche delle scuole cittadine, l'unico penso. Lui preferiva ascoltare, più che punire. Infine fu apprezzato e stimato da tutti.
Visse in modo intenso nel mondo della Cultura, nominato Presidente dell’Accademia degli Agiati, membro del Consiglio direttivo di importanti istituzioni come la Biblioteca civica “Girolamo Tartarotti”, la Deputazione teatrale, il Festival di Mozart e fu tra i fondatori del MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto ecc.
Lo voglio ricordare però soprattutto tra le migliaia di libri di casa sua e per le gite scanzonate in sella alla sua moto sulle strade di montagna e verso le Dolomiti.
Aveva compiuto da poco i 90 anni ed è venuto a mancare il 18 dicembre 2022.
Tra le sue parole cito queste:
" I ragazzi qui studiano e pensano.
Ma anch'io studio e penso con loro.
Quando rimane qualche divergenza
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è fatto di rispetto reciproco"
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Re: Livio Caffieri
Sempre a proposito del benedetto ponte Trento-Trieste!
Lo hai avuto come insegnante?
Certo che l'elogio che ne fai, farebbe piacere riceverlo ad ogni insegnante, magari in vita!
Lo hai avuto come insegnante?
Certo che l'elogio che ne fai, farebbe piacere riceverlo ad ogni insegnante, magari in vita!
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
Re: Livio Caffieri
No, non è stato mio insegnante. Ma uno studente di quei tempi nella mia città lo conosceva, così come conosceva bene i suoi professori, sapendoli individuare tra quelli che consideravano gli studenti come persone da rispettare o quelli che pensavano solo a comunicare nozioni. Uno studente inoltre si teneva informato su ciò che succedeva nelle altre scuole cittadine e provinciali.
Essere un Preside ai tempi delle forti manifestazioni studentesche non deve essere stato facile ma questo lo comprendo solo adesso.
Tengo a precisare che non ho raccontato nulla di lui che non sia stato anche scritto ampiamente sulla nostra stampa.
Avrebbe potuto entrare anche in politica, data la sua popolarità e competenza, ma ha sempre voluto dare il primo posto ai suoi studenti e al volere esser conosciuto solo come uomo di scuola e di cultura.
Davvero ne parlo bene con tutta sincerità.
Concordo. Ogni insegnante degno di questo nome dovrebbe esser ricordato.
Bisogna vedere se chi ricorda un insegnante con cui ha avuto a che fare, lo fa perchè rammenta solo i voti ricevuti o lo considera anche una persona con un compito difficile: dover educare delle menti giovani.
Essere un Preside ai tempi delle forti manifestazioni studentesche non deve essere stato facile ma questo lo comprendo solo adesso.
Tengo a precisare che non ho raccontato nulla di lui che non sia stato anche scritto ampiamente sulla nostra stampa.
Avrebbe potuto entrare anche in politica, data la sua popolarità e competenza, ma ha sempre voluto dare il primo posto ai suoi studenti e al volere esser conosciuto solo come uomo di scuola e di cultura.
Davvero ne parlo bene con tutta sincerità.
Concordo. Ogni insegnante degno di questo nome dovrebbe esser ricordato.
Bisogna vedere se chi ricorda un insegnante con cui ha avuto a che fare, lo fa perchè rammenta solo i voti ricevuti o lo considera anche una persona con un compito difficile: dover educare delle menti giovani.
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Re: Livio Caffieri
Non ne avevo mai sentito parlare, anzi all'inizio avevo pensato a un Cafieri anzi era Cafiero ( con una sola effe) uno dei capi della contestazione del 68.
Lo sapete che dei miei insegnanti non ho mai pensato al lato educativo? solo al valore della loro tecnica di insegnamento.
Lo sapete che dei miei insegnanti non ho mai pensato al lato educativo? solo al valore della loro tecnica di insegnamento.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
Re: Livio Caffieri
QUANDO CAFFIERI MI GUARDO' E CAPI'
Livio Caffieri per tutti a Rovereto era il Preside. Somma autorità al liceo Rosmini e di lui si è scritto e detto tutto, ma per me è stato altro. Certo anch'io da alunna l'ho visto dietro alla sua scrivania, ma quell'uomo che mi aveva convocata per le mie scarse attitudini allo studio mi ha guardata. Mi ha guardata davvero. E io so che ha visto una ragazzina quasi anoressica, disperata dalla separazione dei suoi genitori e incapace di trovare una via di fuga. E so che ha capito. Non molti lo hanno fatto e quindi è totale la mia riconoscenza all'uomo prima ancora del Professore e del Preside. Non era una questione di studi e voti, era una questione di vita e di totale sofferenza che a quell'età è immane e totalizzante. Perché da adolescenti quando gli affetti vengono a mancare dei voti non te ne frega niente. Quel momento segnò la nostra amicizia negli anni a venire.
Questa lettera di ricordo del prof. Caffieri è stata scritta da una studentessa della sua scuola. Credo che spieghi meglio di me cosa intendo nel definire Caffieri come un buon Preside e una brava persona proprio come dovrebbe essere un buon insegnante.
La lettera è molto diffusa nei social e riportata dai nostri giornali, perciò non penso di violare privacy nel riportarla.
Anzi fa bene al cuore quel '' mi ha guardAta davvero''.
La lettera è firmata da una persona a sua volta molto stimata e attiva nel mondo culturale e storico trentino.
Mi commuove.
Anch'io ho avuto un professore che era un mito. Ma per come spiegava, trattandoci da persone intelligenti.
Inoltre mi ha colpito nella lettera il riferimento molto attuale agli adolescenti e alle loro problematiche.
In un'età delicata...
Livio Caffieri per tutti a Rovereto era il Preside. Somma autorità al liceo Rosmini e di lui si è scritto e detto tutto, ma per me è stato altro. Certo anch'io da alunna l'ho visto dietro alla sua scrivania, ma quell'uomo che mi aveva convocata per le mie scarse attitudini allo studio mi ha guardata. Mi ha guardata davvero. E io so che ha visto una ragazzina quasi anoressica, disperata dalla separazione dei suoi genitori e incapace di trovare una via di fuga. E so che ha capito. Non molti lo hanno fatto e quindi è totale la mia riconoscenza all'uomo prima ancora del Professore e del Preside. Non era una questione di studi e voti, era una questione di vita e di totale sofferenza che a quell'età è immane e totalizzante. Perché da adolescenti quando gli affetti vengono a mancare dei voti non te ne frega niente. Quel momento segnò la nostra amicizia negli anni a venire.
Questa lettera di ricordo del prof. Caffieri è stata scritta da una studentessa della sua scuola. Credo che spieghi meglio di me cosa intendo nel definire Caffieri come un buon Preside e una brava persona proprio come dovrebbe essere un buon insegnante.
La lettera è molto diffusa nei social e riportata dai nostri giornali, perciò non penso di violare privacy nel riportarla.
Anzi fa bene al cuore quel '' mi ha guardAta davvero''.
La lettera è firmata da una persona a sua volta molto stimata e attiva nel mondo culturale e storico trentino.
Mi commuove.
Anch'io ho avuto un professore che era un mito. Ma per come spiegava, trattandoci da persone intelligenti.
Inoltre mi ha colpito nella lettera il riferimento molto attuale agli adolescenti e alle loro problematiche.
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Re: Livio Caffieri
ed è bello sentire di un Preside che si occupava di alunni e di insegnamento e comprensione. Adesso già sono rari quelli che si occupano di insegnamento: sono Dirigenti, hanno problemi di documenti, carte su carte ( "paperasses" alla francese) e poi per risparmiare sullo stipendio dei Dirigenti devono avere centinaia se non migliaia di alunni, per cui accorpano scuole, e l'Alto Dirigente dal suo Empireo poco segue i ragazzi singoli.
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Re: Livio Caffieri
E spesso, non dico sempre, vanno a fare i dirigenti insegnanti arrivisti o frustrati che vedono in quella posizione la possibilità di esercitare un potere che la mancanza di autorevolezza ha loro negato in classe.babatriestina ha scritto: ↑mer 21 dic 2022, 13:27 ed è bello sentire di un Preside che si occupava di alunni e di insegnamento e comprensione. Adesso già sono rari quelli che si occupano di insegnamento: sono Dirigenti, hanno problemi di documenti, carte su carte ( "paperasses" alla francese) e poi per risparmiare sullo stipendio dei Dirigenti devono avere centinaia se non migliaia di alunni, per cui accorpano scuole, e l'Alto Dirigente dal suo Empireo poco segue i ragazzi singoli.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
Re: Livio Caffieri
Purtroppo sì. Io comunque non intendevo idealizzare questa persona. Volevo segnalare Caffieri perchè era nato a Trieste e qualche strada della vita che non conosco lo ha portato a vivere nella mia regione . Ha vissuto fino a 90 anni inserendosi pienamente, cosa non facile. Ha scritto sui giornali anche dopo il pensionamento e tra le principali affermazioni ricordo che criticava apertamente Presidi e professori che non spalancavano le porte a genitori e studenti che desideravano parlare. Ogni anno negli ultimi 5 anni c'era un articolo dedicato a lui per il compleanno. Poi ho visto tantissimi commenti positivi sulla sua figura. Vi garantisco che non succede quasi mai.
Non so molto della sua vita a Trieste.
Non so molto della sua vita a Trieste.
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Antoine de Saint-Exupéry
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Re: Livio Caffieri
Mi penso al mio maestro dele elementari, che se ga interesà anca de come che se va avanti. Sicome che mi go do man zanche, el ga dito ai mii de no meterme in scuole tecniche, ma solo comerciali. Difati la mia esperienza al olta xe stada brutale. Tre volte dieci (tedesco, matematica e talian ) e clanfa in disegno tecnico, fucina, marangon e mecanico. I me ga meso al Carli e gavevo de novo un sete o oto come voto più baso. Ma no so se el xe stado cusì con tuti. Noi se conoseimo, par modo de dir, parchè su mama iera levatrice, su cognà mio profesor de disegno, ma el fio del profesor (i stava drio de noi) gaveva l'età de mio fradel e se conoseimo de muli.
Inveze el profesor Cozzarolo del Carli (1944) ga dà a tuti i scalfi un sei e no'l ghe ga fato ripeter l'ano. Iera fine magio 1944. Gavemo fato coleta e ghe gavemo regalà una pipa. Ghe xe vignude le lagrime. Lo go visto una sola volta dopo la guera.
Inveze el profesor Cozzarolo del Carli (1944) ga dà a tuti i scalfi un sei e no'l ghe ga fato ripeter l'ano. Iera fine magio 1944. Gavemo fato coleta e ghe gavemo regalà una pipa. Ghe xe vignude le lagrime. Lo go visto una sola volta dopo la guera.