Ho ricevuto dall'Archivio di Stato una risposta interlocutoria che mi ha rispedito all'Archivio anagrafico del Comune di Trieste.
Temo purtroppo di essermi avvitato nella ricerca, come si suol dire.
Certo sarebbe differente essere sul posto e andare a scartabellare di persona tra i vecchi rapporti di Polizia.
Nel frattempo mio zio G. mi ha ricordato un paio di cose.
La prima è che il nonno E. diceva di aver perso il padre quando era ancora
"int' 'e vesticcioll" (in
lengua napulitana) cioè nei vestitini che una volta i bambini portavano fino ai tre anni di età.
La seconda è un episodio da Gianburrasca che avrebbe potuto avere un brutto esito e probabilmente meritò un esposto alla polizia:
nel 1908, all'età di dieci anni, venne coinvolto dall'atmosfera ribelle della popolazione di lingua italiana nei confronti dello stato austro-ungarico. Un bel giorno decise che doveva fare la sua parte e pensò bene di lanciare un carrettino - di quelli adoperati dagli operatori ecologici - pieno di immondizia verso un ufficiale austriaco in divisa bianca.
Dopodichè fuggì verso casa sua.
L'ufficiale, che era caduto per l'urto del carrettino, si rialzò e lo rincorse.
Lo vide infilare il portone di casa e si fermò a chiedere alla portiera chi era il ragazzo appena entrato nel palazzo e dove abitava. La delatrice involontaria individuò immediatamente il reo.
Il militare salì fino al quarto piano dove abitava la mia famiglia e bussò alla porta dell'appartamento. La bisnonna aprì l'uscio e l'ufficiale, dopo averle spiegato in maniera concitata l'accaduto, si introdusse in casa e andò a pescare il pericoloso attentatore sotto il letto della mamma dove aveva trovato rifugio.
Di lì a poco, il terrorista-patriota si arrese e venne fuori dal lettone.
Fu severamente redarguito dal militare che, per soprammercato, se la prese anche con la genitrice, rea di aver mandato in giro per Trieste quel maleducato a compiere attentati.
Chissà se fu allora che decisero di trasferirsi presso la prozia I. a Milano, dove di lì a poco il nonno avrebbe trovato lavoro come garzone di un negozio di abbigliamento.