Il sommergibile ed il bunker di Sistiana
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Io cmq non continuo a vederla. La foto nel caso voi la vedete era fatta dall'interno guardando la feritoria principale. A proposito di arrampicate me ne mancano un pò: Quella rientranza sopra il depuratore che tra l'altro ha la rete di protezione causa caduta massi, poi c'è ne un'altra sopra la famosa "Bocca del Diavolo" ci vogliono corde e chiodi anche se alcuni hanno già piantato dei chiodi.
- AdlerTS
- cavalier del forum
- Messaggi: 9561
- Iscritto il: mar 27 dic 2005, 21:35
- Località: mail: adlerts[at]email.it
Un altro sommergibile xe diventado tristemente noto dalle nostre parti, con una tragedia simile a quella del 2000 nelle acque del Mare di Barents: xe el F14 della marina italiana colado a picco durante un'esercitazion al largo delle coste istriane. I 31 muli dentro non xe morti sul colpo, ma i xe morti dopo diverse ore per el cloro sprigionado dalle batterie de bordo. El comandante ga lassado scritto un diario de bordo con gli eventi ora per ora. El telegrafista Trolis ga ciapado una medaglia al volore in memoria per esser rimasto fin l'ultimo momento al suo posto, annunciando addirittura la propria morte qualche attimo prima che l'avvenissi.
Qualche foto e testimonianza su:
http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=226
Qualche foto e testimonianza su:
http://www.trentoincina.it/mostrapost.php?id=226
Se nissun no se rabia ... go riportado i dati del afondamento dela "Berenice" sul forum de militaria perchè go trovà una cartolina dei funerai, nela catedral de San Giusto, el 10 marzo 1951, con una preghiera sul retro.AdlerTS ha scritto:Se Rofizal non se rabia, cito alcuni dati che el gaveva scritto tempo fa e dei quali gavevo ciolto nota:pareria che alla fine della seconda guerra mondiale a Trieste xe stati trovadi i resti delle seguenti navi:
(la sigla TA etc. indica che iera navi italiane sequestrade e riutilizade dai nazisti dopo l'8 settembre 1943. Infatti TA sta per Torpedoboot Ausland, cioè torpediniere straniere)
.....
Corvetta italiana Berenice, affondata dai tedeschi nel vallone di Muggia il 9 settembre 1943. La corvetta era attraccata allo scalo legnami per riparazioni ed aveva ricevuto gli ordini di trasferirsi a Taranto. Non era neanche armata al momento. Molti marinai perdettero la vita, ma altri venivano salvati dai pescherecci che si trovavano nelle vicinanze, molti feriti vennero trasportati all'ospedale di Ancarano. [/i]
[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
Per render legibile la preghiera, bisogna clicarghe sora. Se verzi un'altra finestra, che se pol ingrandir, se ocori.
[i]Liliana[/i]
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Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
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(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
De novo Bonanote Serlilian, te trovi sempre robe interesanti de far veder, me dispiasi che, pur clickandoghe sora e doprando anca 'na lente de
ingrandimento, risulta difizile lezer la preghiera par intero: quà e là qualche parola se lezi ben, ma le altre...
Comunque mi gò trovado quà fra la roba che gò su Trieste, no' sò ben se se trata de un disegno o de 'na stampa, de una "Berenice" mentre la 'stà
afondando, ma no' se trata dela "stesa Berenice" afondada ne "vallone di Muggia nell 1943 citada da Adler e da ti parché, la date dei funerai (10 marzo) no' coincidi co'l periode estivo de 'stà altra, oltretuto, da quanto riportado dal "Osservatorio Triestino nel'afondamento de questa no' se parla nè de morti nè de feridi; no' se trata gnanca del steso tipo de nave, parchè quela a cui me riferiso mi la jera un "Postale" e no' una "Corvetta". El disegno o stampa che posto mi se pol trovar preso el "Civico Museo di Storia ed Arte" de Trieste, ve riporto l'imagine e quel che gaveva scrito nel'ocasion l'"Osservatore Triestino", ma sorzi spontanea 'na dimanda: quante "Berenice" xe esistide e afondade?
"La 'Berenice', postale dell Lloyd, era partita da Trieste il 19 sc. diretta per Costantinopoli. La notte del 22 navigava all'altezza di Cerigo,
nell'arcipelago greco. Era di guardia sul ponte il secondo di bordo. Il mare era calmo, il primo quarto di luna rischiarava la superficie rilucente
dell'acqua nella mite notte d'estate. A bordo, oltre all'equipaggio c'erano 70 passegeri, molti godendo la bella serata erano sopracoperta. Verso l'1 e 1/2 la Guardia segnalò un piroscafo inglese che a tutta macchina veniva sulla loro direzione. Furono subito fatti i segnali onde evitare lo scontro e fargli cambiare direzione. Tutto fu inutile e in men che non si dica, andò con la prua ad urtare la poppa della 'Berenice'. Fu una scossa terribile che
svegliò tutti, e in un istante furono sopracoperta, consci del gravissimo pericolo. Una massa d'acqua con strepito formidabile nella quiete della notte, entrò dalla parte del deposito dei carboni. Si corse alle pompe. Si era in vista dell'isola di Cerigo. Al comandante non rimaneva che una sola via di salvezza, circondato dai passeggeri egli misurava con occhio calmo l'immensità del pericolo, non pronunzia una parola e, col sangue freddo degli uomini di mare, fece subito manovrare verso la direzione dell'isola e a tutta macchina, in meno di tre quarti d'ora raggiunse gli scogli a due ore di distanza da Cerigo. Se non si fosse presa quella determinazione, la nave sarebbe andata a picco. Così incagliandosi in quei bassi fondi si poterono salvare i passeggeri. Quei tre quarti d'ora furono momenti terribili d'agonia. Non c'era più da farsi illusioni, ciascuno comprendeva l'iiminenza del pericolo se la nave non avesse fatto in tempo. La via d'acqua si faceva sempre più strada, il pericolo cresceva e i minuti parevano ore. Quel cammino era accompagnato da gridi, da pianti di omini, donne e fanciulli. Giunti al luogo furono subito gettate le imbarcazioni e così tutti poterono sbarcare sugli scogli. Intanto il vapore inglese, benchè avesse la prua fortemente danneggiata e conoscesse in quali condizioni fossa la 'Berenice', continuò la sua rotta verso Malta, come se fosse la cosa più semplice del mondo. Finalmente dopo tre ore di
agonia verso le 4 del mattino, quando l'aurora indorava la volta celeste, il Douro, proveniente da Marsiglia, con grandissima precauzione si avvicinava agli scogli e potè così raccogliere a bordo tutti i passeggeri."
ingrandimento, risulta difizile lezer la preghiera par intero: quà e là qualche parola se lezi ben, ma le altre...
Comunque mi gò trovado quà fra la roba che gò su Trieste, no' sò ben se se trata de un disegno o de 'na stampa, de una "Berenice" mentre la 'stà
afondando, ma no' se trata dela "stesa Berenice" afondada ne "vallone di Muggia nell 1943 citada da Adler e da ti parché, la date dei funerai (10 marzo) no' coincidi co'l periode estivo de 'stà altra, oltretuto, da quanto riportado dal "Osservatorio Triestino nel'afondamento de questa no' se parla nè de morti nè de feridi; no' se trata gnanca del steso tipo de nave, parchè quela a cui me riferiso mi la jera un "Postale" e no' una "Corvetta". El disegno o stampa che posto mi se pol trovar preso el "Civico Museo di Storia ed Arte" de Trieste, ve riporto l'imagine e quel che gaveva scrito nel'ocasion l'"Osservatore Triestino", ma sorzi spontanea 'na dimanda: quante "Berenice" xe esistide e afondade?
"La 'Berenice', postale dell Lloyd, era partita da Trieste il 19 sc. diretta per Costantinopoli. La notte del 22 navigava all'altezza di Cerigo,
nell'arcipelago greco. Era di guardia sul ponte il secondo di bordo. Il mare era calmo, il primo quarto di luna rischiarava la superficie rilucente
dell'acqua nella mite notte d'estate. A bordo, oltre all'equipaggio c'erano 70 passegeri, molti godendo la bella serata erano sopracoperta. Verso l'1 e 1/2 la Guardia segnalò un piroscafo inglese che a tutta macchina veniva sulla loro direzione. Furono subito fatti i segnali onde evitare lo scontro e fargli cambiare direzione. Tutto fu inutile e in men che non si dica, andò con la prua ad urtare la poppa della 'Berenice'. Fu una scossa terribile che
svegliò tutti, e in un istante furono sopracoperta, consci del gravissimo pericolo. Una massa d'acqua con strepito formidabile nella quiete della notte, entrò dalla parte del deposito dei carboni. Si corse alle pompe. Si era in vista dell'isola di Cerigo. Al comandante non rimaneva che una sola via di salvezza, circondato dai passeggeri egli misurava con occhio calmo l'immensità del pericolo, non pronunzia una parola e, col sangue freddo degli uomini di mare, fece subito manovrare verso la direzione dell'isola e a tutta macchina, in meno di tre quarti d'ora raggiunse gli scogli a due ore di distanza da Cerigo. Se non si fosse presa quella determinazione, la nave sarebbe andata a picco. Così incagliandosi in quei bassi fondi si poterono salvare i passeggeri. Quei tre quarti d'ora furono momenti terribili d'agonia. Non c'era più da farsi illusioni, ciascuno comprendeva l'iiminenza del pericolo se la nave non avesse fatto in tempo. La via d'acqua si faceva sempre più strada, il pericolo cresceva e i minuti parevano ore. Quel cammino era accompagnato da gridi, da pianti di omini, donne e fanciulli. Giunti al luogo furono subito gettate le imbarcazioni e così tutti poterono sbarcare sugli scogli. Intanto il vapore inglese, benchè avesse la prua fortemente danneggiata e conoscesse in quali condizioni fossa la 'Berenice', continuò la sua rotta verso Malta, come se fosse la cosa più semplice del mondo. Finalmente dopo tre ore di
agonia verso le 4 del mattino, quando l'aurora indorava la volta celeste, il Douro, proveniente da Marsiglia, con grandissima precauzione si avvicinava agli scogli e potè così raccogliere a bordo tutti i passeggeri."
Il vero "giusto" è colui che si sente sempre per metà colpevole dei misfatti altrui!
"Berenice" iera anche una nave del Lloyd. Se vedi che iera un nome che piaseva. Chissà perchè?
Per veder la preghiera, clicca sora. Se verzi un'altra finestra.
Fraca insieme i tasti ctrl e + e te ingrandissi quanto che te vol, tignindo fracado el ctrl e fracando più volte el +. Per impicolir: ctrl e -.
Per veder la preghiera, clicca sora. Se verzi un'altra finestra.
Fraca insieme i tasti ctrl e + e te ingrandissi quanto che te vol, tignindo fracado el ctrl e fracando più volte el +. Per impicolir: ctrl e -.
[i]Liliana[/i]
- . - . -
[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
Go trovà una foto, su un forum de somergibilisti:
http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=27071
http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=27071
[i]Liliana[/i]
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[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
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(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
Bon pomerigio serlilian, gò fato come che te gà dito e son rivada finalmente a lezer ben tuta la preghiera, anche se no' condivido el fato de ciamar in causa Dio par nisuna guera, parchè par mi le xe tute sbajade anche se iniziade con "boni prizipi".
Me dà fastidio che ghe esistesi - np' sò se esisti 'ncora - el "Capellano di Guerra": Dio no' vol zertamente 'stè robe e me par ipocrita el fato de benedir 'na parte del'umanità a scapito del'altra in nome de "Colui" che ne gà creado tuti.
Scusa, come el solito son 'ndada in O.T.: stago pezorando! Ultimamente me capita tropo speso.
Spero solo che i "mod" e l'"admin" i gabi un fìa de pazienza, zercherò de rimediar.
Ciau ciau, sempre con tanta simpatia, Lela.
Me dà fastidio che ghe esistesi - np' sò se esisti 'ncora - el "Capellano di Guerra": Dio no' vol zertamente 'stè robe e me par ipocrita el fato de benedir 'na parte del'umanità a scapito del'altra in nome de "Colui" che ne gà creado tuti.
Scusa, come el solito son 'ndada in O.T.: stago pezorando! Ultimamente me capita tropo speso.
Spero solo che i "mod" e l'"admin" i gabi un fìa de pazienza, zercherò de rimediar.
Ciau ciau, sempre con tanta simpatia, Lela.
Il vero "giusto" è colui che si sente sempre per metà colpevole dei misfatti altrui!
Re: Il sommergibile ed il bunker di Sistiana
A distanza di tanto tempo, visto che non sono state date risposte esaurienti alla questione “Molch di Sistiana” vorrei chiarire maggiormente la vicenda. Purtroppo non sono riuscito a ritrovare le foto che avevo scattato a fine anni '80, quando il mezzo era ancora integro, ma in Internet sono reperibili alcuni recenti filmati.
Segnalo inoltre il link di un buon articolo di Paolo Geri, pubblicato nel 2010 sul giornale on line “La Bora”
http://bora.la/2010/09/15/scampoli-di-s ... 1943-1945/
e gli articoli del Piccolo alle date sotto citate
A completamento di quanto esposto da P. Geri aggiungo qualche altra precisazione:
Il primo dei Molch autoaffondati dai propri equipaggi venne individuato nella baia nel 1967; data la sua importanza venne recuperato dalla Marina Militare il 14/7 dello stesso anno, dopo che i suoi due siluri da 533 mm erano stati fatti brillare al largo nei giorni precedenti, il 14/6 ed il 12/7.
Lo scafo integro ed in buono stato, dopo il restauro, venne esposto al Museo Tecnico Navale di La Spezia, dove attualmente si trova.
Sempre nel 1967, il 27/3 venne individuato il secondo sommergibile, che si trova tutt'ora in loco, in assetto di navigazione, situato a 320 metri per 127° dal fanale verde di entrata del porticciolo di Sistiana, ad 80 metri dalla spiaggia di Castelreggio a 10 metri di profondità. Anche di questo mezzo vennero rimossi i siluri e fatti esplodere dal nucleo SDAI della MM, a fine giugno 1971.
Il cupolino in plexiglass della torretta è stato consegnato al civico Museo del Mare di Trieste, dove dovrebbe essere attualmente conservato. Lo ricordo esposto nei primi anni '90.
Elica, periscopio e strumentazione nel corso di questi anni sono stati depredati da ignoti subacquei, a caccia di souvenir.
Promotore dell'istanza di recupero di questo secondo sommergibile fu un geologo triestino, il dott. Ruggero Calligaris, del civico Museo di Storia Naturale, che nel 1989 auspicava la messa a terra del battello e la sua esposizione, nell'ambito del nostro territorio, dopo un adeguato restauro, nel nuovo complesso della baia, prima che "sparisse per mano di qualcun altro".
Un impresa di lavori marittimi, che all'epoca operava temporaneamente in quel compartimento marittimo, si offerse di eseguire il recupero del mezzo e la sua resa a terra a titolo totalmente gratuito, ma l'inerzia degli Enti (dis)interessati non consentì il buon fine dell'operazione.
Il dott. Calligaris mi segnalò inoltre l'individuazione di una grossa chiatta, affondata al largo di Sistiana, forse usata per il trasporto dei sommergibili. Non ne ebbi ulteriori notizie, ma presumo che nulla avesse a vedere con il trasporto dei battelli, che in caso di necessità venivano movimentati più agevolmente e con maggior sicurezza via terra.
Per chi volesse saperne di più sulle fortificazioni del litorale, sulle basi di Sistiana e Grignano e sull'operatività dei mezzi subacquei impiegati, segnalo il datato ma sempre valido fascicolo di TUTTOCAT, notiziario interno del Club Alpinistico Triestino, numero speciale “Speleourbana” del dicembre 1991, articoli redatti da Ruggero Calligaris, Enrico Neami ed altri.
Se irreperibile, posso postare le pagine più significative.
Non sono al corrente delle circostanze del recupero del Molch esposto al Militärhistorisches Museum di Dresda, che Paolo Geri nel suo articolo afferma esser proveniente da Sistiana, né della presenza certa di un quinto battello nelle acque della baia.
Segnalo inoltre il link di un buon articolo di Paolo Geri, pubblicato nel 2010 sul giornale on line “La Bora”
http://bora.la/2010/09/15/scampoli-di-s ... 1943-1945/
e gli articoli del Piccolo alle date sotto citate
A completamento di quanto esposto da P. Geri aggiungo qualche altra precisazione:
Il primo dei Molch autoaffondati dai propri equipaggi venne individuato nella baia nel 1967; data la sua importanza venne recuperato dalla Marina Militare il 14/7 dello stesso anno, dopo che i suoi due siluri da 533 mm erano stati fatti brillare al largo nei giorni precedenti, il 14/6 ed il 12/7.
Lo scafo integro ed in buono stato, dopo il restauro, venne esposto al Museo Tecnico Navale di La Spezia, dove attualmente si trova.
Sempre nel 1967, il 27/3 venne individuato il secondo sommergibile, che si trova tutt'ora in loco, in assetto di navigazione, situato a 320 metri per 127° dal fanale verde di entrata del porticciolo di Sistiana, ad 80 metri dalla spiaggia di Castelreggio a 10 metri di profondità. Anche di questo mezzo vennero rimossi i siluri e fatti esplodere dal nucleo SDAI della MM, a fine giugno 1971.
Il cupolino in plexiglass della torretta è stato consegnato al civico Museo del Mare di Trieste, dove dovrebbe essere attualmente conservato. Lo ricordo esposto nei primi anni '90.
Elica, periscopio e strumentazione nel corso di questi anni sono stati depredati da ignoti subacquei, a caccia di souvenir.
Promotore dell'istanza di recupero di questo secondo sommergibile fu un geologo triestino, il dott. Ruggero Calligaris, del civico Museo di Storia Naturale, che nel 1989 auspicava la messa a terra del battello e la sua esposizione, nell'ambito del nostro territorio, dopo un adeguato restauro, nel nuovo complesso della baia, prima che "sparisse per mano di qualcun altro".
Un impresa di lavori marittimi, che all'epoca operava temporaneamente in quel compartimento marittimo, si offerse di eseguire il recupero del mezzo e la sua resa a terra a titolo totalmente gratuito, ma l'inerzia degli Enti (dis)interessati non consentì il buon fine dell'operazione.
Il dott. Calligaris mi segnalò inoltre l'individuazione di una grossa chiatta, affondata al largo di Sistiana, forse usata per il trasporto dei sommergibili. Non ne ebbi ulteriori notizie, ma presumo che nulla avesse a vedere con il trasporto dei battelli, che in caso di necessità venivano movimentati più agevolmente e con maggior sicurezza via terra.
Per chi volesse saperne di più sulle fortificazioni del litorale, sulle basi di Sistiana e Grignano e sull'operatività dei mezzi subacquei impiegati, segnalo il datato ma sempre valido fascicolo di TUTTOCAT, notiziario interno del Club Alpinistico Triestino, numero speciale “Speleourbana” del dicembre 1991, articoli redatti da Ruggero Calligaris, Enrico Neami ed altri.
Se irreperibile, posso postare le pagine più significative.
Non sono al corrente delle circostanze del recupero del Molch esposto al Militärhistorisches Museum di Dresda, che Paolo Geri nel suo articolo afferma esser proveniente da Sistiana, né della presenza certa di un quinto battello nelle acque della baia.
- sono piccolo ma crescero
- cavalier del forum
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- Iscritto il: ven 11 mag 2007, 14:08
- Località: Trieste
Re: Il sommergibile ed il bunker di Sistiana
Sempre documentatissimo. Ottima integrazione.
[FUORI TEMA]Ti segnalo, se ti fosse sfuggito, un altro argomento relativo a navi affondate nelle vicinanze https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?f=7&t=6073 ed ancora aperto nelle conclusioni. Non è mica che hai notizie, visto che si è ancora col dubbio se l'affondamento sia vero o meno?[/FUORI TEMA]
[FUORI TEMA]Ti segnalo, se ti fosse sfuggito, un altro argomento relativo a navi affondate nelle vicinanze https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?f=7&t=6073 ed ancora aperto nelle conclusioni. Non è mica che hai notizie, visto che si è ancora col dubbio se l'affondamento sia vero o meno?[/FUORI TEMA]
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
Re: Il sommergibile ed il bunker di Sistiana
Segnalo questo interessante cinegiornale neozelandese datato 1° maggio 1945, pubblicato dal Piccolo on line di oggi. http://video.gelocal.it/ilpiccolo/local ... 1158/41262Larry ha scritto: Mi go un amico che sta scrivendo una storia di Trieste durante la guerra. Ora voio posar una domanda. Si, si, lo so, sieti tutti troppi giovani per ricordar di quei tempi ma gavei genitori, no? Pol chieder a loro se ricorderanno qualcosa di quel che ti domando ora.
Mio amico e convinto che jera a Sistiana una base Tedesca dai mini-sommergibili. Quei da due omini or sono. Pensa anche che si ciamava il Molok o il Molog. Xe qualcun che pol dirmi qualcosa di questo? Non credo che sia piu "Top Secret". La domanda mi e stata posato stasera cussi no go avu il tempo da mettermi in contatto con qualcuno della nostra associazione BETFOR ancora.
In atteso di una cortese risposta da qualchidun,
Larry (mi no go mai sentito di questo)
P.S. Pero mi ricordo quando jera a Pola nel 1946 nella caserma Monumentale che jera una piccola isola in mezzo al entrata del porto e che jera anche un molo che andava fuori dalla caserma verso quest'isola e che la jera un ponte in mezzo e abbiamo scoperto, proprio sotto il ponte un mini-sommergibile. Era vietato andar zo per veder di cosa si trattava, se jera Inglese, Italiano o Tedesco. Ma jera li.)!
Oltre all'entrata in città della 2* divisione neozelandese del generale Freyberg, avvenuta poco dopo l'ingresso dei partigiani jugoslavi, si intravedono alcune riprese alla base germanica dei mini sommergibili Molch di Sistiana.
Un caro saluto a tutti