spionaggi e sabotaggi

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babatriestina
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spionaggi e sabotaggi

Messaggio da babatriestina »

un argomento che xe de solito meno trattado xe quel de spionaggi e sabotaggi durante la prima guerra. Sì, se ricorda Mata Hari, anche qua a Trieste se ghe ne parlava, ma legendo un libro sula bataglia del Jutland dela seconda guera go trovado un accenno a un fatto che no savevo: i libri de scola, soprattutto quei del dopoguerra, parlava dei eroici volontari de guerra che ga sfidado la forca per combater col Italia, e effettivamente i ghe xe stai, i xe anca morti ( vedi Timeus, Carlo Stuparich, Slataper, Corsi, Brunner....), i ga ciapado medaie de oro ( Giani Stuparich..).. ma no ga parlado dei fedeli sudditi austroungarici che se ga arruolado per infiltrarse come spie nel esercito italian. Par che xe dovudo a un de lori l'affondamento dela corazzata Leonardo da Vinci a Taranto el 2 agosto 1916. Qualchedun ghe ne sa de più?


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Messaggio da AdlerTS »

No, ma cercherò de saverghene de più :wink:


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Messaggio da AdlerTS »

Sulla Da Vinci non go trovado ancora niente oltre a quel poco che xe sul web e che semo tuti boni de andar a veder, in compenso go leto do righe che me ga incuriosido: tuti sa del sabotaggio che ga fato la germania fazendo rientrar Lenin dall'esilio per far "saltar" l'impero russo, sabotaggio al quale Carlo D'Asburgo se gaveva opposto giudicando el risultato peggiore rispetto al fatto de aver ancora lo Zar come avversario. Bon, savemo tutti che la germania lo ga fato lo stesso con le ben note conseguenze nel 900.
Recentemente go letto però che la fia de l'imperator Carlo, Elisabeth, afferma che in realtà el progetto de sabotaggio della Russia andava de pari passo con un altro simile che prevedeva l'ingresso anche in italia de socialisti precedentemente allontanadi con lo scopo de far cascar la monarchia sabauda: questo non saria andado in porto proprio per l'opposizion de suo papà.
Ultima modifica di AdlerTS il ven 25 lug 2008, 12:38, modificato 1 volta in totale.


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Messaggio da McFriend »

Famoso "Colpo di Zurigo", Nel 1915 nel porto di Brindisi e nel 1916 nel porto di Taranto, in breve tempo saltavano in aria due navi da guerra italiane: la "Benedetto Brin" e la "Leonardo da Vinci". Si trattava senza dubbio di sabotaggi organizzati dai servizi segreti austriaci. La loro base era a Zurigo. Il controspionaggio italiano decise allora di tentare di introdursi nella sede e di trovare vari documenti.
Furono mandati sotto copertura di vice-console e di addetto commerciale due triestini, ingegnieri Ugo Cappelletti e Salvatore Bonnes (con piena padronanza della lingua tedesca) e il esperto meccanico sempre di Trieste Remigio Branzin. Con la collaborazione di un esperto scassinatore di nome Natale Papini riuscirono ad entrare nella sede dello spionaggio austriaco. L'ultimo giorno di carnevale (25 febbraio 1917) verso le 3.30 riuscirono a scassinare la cassaforte e a trafugare vari documenti. Trovarono l'elenco di tutte le spie operanti in Italia, la relazione dettagliata sull'affondamento della Leonardo da Vinci" stilata dall'attentatore, il piano preciso su previsto affondamento della "Giulio Cesare" a La Spezia, cifrari segreti della marina austriaca. Furono fatti 40 arresti con 10 fuciliazioni. Uno venne fucilato in Abruzzo, cittadino italiano di origine triestine.
Tratto dal libro di Corrado Pasquali, 1914-1918 l'armata silente imprese ed eroismi di irredenti adriatici e cecoslovcchi sul lago di Garda.

Il libro ha due pecche a mio parere: 1. non mette mai le indicazioni da dove ha tratto le notizie, 2. scrive in stile anni 30.


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McFriend ha scritto:2. scrive in stile anni 30.
Nel senso di linguaggio antiquato oppure di linguaggio pieno di retorica nazionalista ?


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Messaggio da McFriend »

Purtroppo retorica nazionalista. Tutti hanno le propie idee ma a mio parere bisogna cercare di essere obiettivi. Sicuramente non è facile. Un libro storico deve riportare documenti, libri, fotografie, interviste. Poi ogni lettore si fa una certa idea della cosa.


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Messaggio da macondo »

"Fulgido esempio di patriottico ardore ed insigne eroismo, cadeva con il nome d'Italia sulle labbra..."
Ultima modifica di macondo il lun 28 gen 2008, 15:05, modificato 1 volta in totale.


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Messaggio da AdlerTS »

macondo ha scritto:"Fulgido esempio di patriottico ardore ed insigne eroismo, cadeva con il nome d'Italia sulle labbra..."
te manca l'effetto grammofono che gratta in sottofondo :lol:


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Messaggio da McFriend »

Proprio cosi, posso capire un libro che uscito negli anni 30 ma non un libro che uscito nel 2004.
A proposito del colpo di Zurigo, mi ricordo che alcuni anni fa avevo letto anche questo: Poian, Tullio. Il colpo di Zurigo, clamoroso successo dello spionaggio irredentista nella prima guerra mondiale Edizioni Nord Press.
Sono non mi sbaglio è un po romanzato. Qualche notizia ho trovato anche in internet.


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Code Talkers

Messaggio da McFriend »

Sto leggendo un libro sulla prima guerra mondiale e ho scoperto che gli americani usavano gli indiani, i famosi code talkers già nella prima guerra mondiale. Gli indiani erano della tribu dei Choctaw. Molti ricorderanno i code talkers navajo della seconda guerra mondiale. Quest'ultimi erano stati mandati nel Pacifico. (vedi film Wind Talkers)


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Messaggio da AdlerTS »

Interessante ! Ci puoi raccontare qualcosa di più ?


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Messaggio da McFriend »

Un certo capitano Lawrence di una compagnia della American Expeditionary Force durante la campagna di Mousse-Argonne e dopo l'offensiva tedesca, in quale vari codici di telecomunicazioni erano cadute in mano ai tedeschi, ha trovato due indiani choctaw che parlavano tra di loro è ha avuto la brillante idea di metterli subito alle radio, per loro fortuna c'erano altri indiani choctaw negli altri reparti.


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Messaggio da McFriend »

Sta uscendo un libro su Code Talkers in inglese, pubblicato dalla Osprey e scritto da Ed Gilbert, purtroppo tratta pero soltanto il periodo della seconda guerra mondiale. Il titolo: Native american code talkers in world war II.


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Messaggio da AdlerTS »

Sergio ha scritto:Cominciamo con il ricordare come la "Sezione sabotaggio" dell'Evidenzbureau-Marina (Austroungarica) fosse dislocata a Trieste, sotto la denominazione di copertura di "Ufficio di Descrizione Costiera". Questa Sezione venne poi trasferita a Zurigo, e di lei si parla in questo documento del Centro di Studi Storico-Militari
"Generale Gino Bernardini": [sito non più esistente]
che tratta del "Colpo di Zurigo" del 25 Febbraio 1917 (visto da parte italiana).

Sarebbe interessante però trovare notizie sull'attività di questa Sezione quando era operativa a Trieste.

------------------

Purtroppo il sito centrostudimilitari.it, dove si parlava del "Colpo di Zurigo", è stato chiuso. In rete si trovano altre notizie a proposito ma, mi sembra, tutte vaghe e frammenatrie.
Si trattava comunque di una operazione di contro-spionaggio della Regia Marina Italiana, con la quale venne individuata e neutralizzata una rete spionistica austriaca operante in Italia, grazie alla violazione della cassaforte situata nella sede centrale della Marina austriaca di Zurigo.
Go riportado anche qua la parte del post de Rofizal strettamente ligada alla prima guerra :wink:


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Messaggio da AdlerTS »

Stago leggendo "I servizi segreti dell'Austria-Ungheria" de Albert Pethö, LEG, del quale ve riporto le note de copertina:

Il lavoro di Pethö è uno studio scientifico delle attività dei servizi segreti dell'Austria-Ungheria prima e durante la Grande Guerra. Dopo un breve excursus sulla nascita e i primi sviluppi dell'apparato dei servizi segreti austriaci, l'ambito esaminato dall'autore si allarga alle attività degli agetni del Lloyd austriaco nel Levante, alle manovre dell'orientalista Alois Musil nei deserti nei deserti dell'Arabia, contrapposte agli sforzi paralleli del celeberrimo Thomas Edward Lawrence, ai numerosi sabotaggi, tra cui l'affondamento della dreadnought 'Benedetto Brin', preparati in Italia dagli austriaci, che avevano un agente persino tra gli uomini di fiducia del Papa. Pethö accompagna quindi il lettore alla scoperta dei molteplici intrighi intessuti nei primi anni del Novecento dagli ufficiali informatori nella neutrale Svizzera e nello scacchiere dei Balcani, crogiolo delle mire delle grandi potenze e terra di scontri per i loro agenti più abili e spregiudicati. Con competenza e rigore si occupa quindi della Grande Guerra e del raffinato sistema di spionaggio sviluppato dai geniali decifratori austriaci facendo emergere chiaramente l'importanza del servizio di intercettazione e decifrazione per capire le comunicazioni del nemico in tutti isettori (radio-telefono-telegrafo). Altri capitoli, basati su una documentazione inedita e trattati con grande tensione dal punto di vista narrativo, si occupano del controspionaggio austriaco nelle terre irredente, del celeberrimo caso Redl, l'ufficiale dello stato maggiore dell'Arciduca che vendette alla Russia importantissimi piani segreti negli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra, e dei retroscena dell'assassinio di Sarajevo, preceduto da campagne serbe di disinformazione e dai relativi sforzi di contrastare queste attività da parte austrica. Il rigore documentativo che sorregge la struttura di questo lavoro non impedisce che gli avvenimenti si dipanino sotto gli occhi del lettore con il ritmo di un romanzo di spionaggio e permette di riaprire l'interpretazione su eventi cruciali di questo secolo.


Ve segnalerò i passi più interessanti :wink:


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Re: Code Talkers

Messaggio da AdlerTS »

McFriend ha scritto:Sto leggendo un libro sulla prima guerra mondiale e ho scoperto che gli americani usavano gli indiani, i famosi code talkers già nella prima guerra mondiale. Gli indiani erano della tribu dei Choctaw. Molti ricorderanno i code talkers navajo della seconda guerra mondiale. Quest'ultimi erano stati mandati nel Pacifico. (vedi film Wind Talkers)
Anche il libro di cui sopra accenna all'uso dei Choctaw, spiegando però che c'era un limite nell'intraducibilità di contenuti complessi: nella lingua Choctaw non esistevano termini equivalenti a "fuoco di sbarramento", "mitragliatrice" oppure "ora zero" :-D
Pare che gli ufficiali AU, ricevettero l'ordine di comunicare via radio in ungherese, lingua meno diffusa nel mondo e più ostica rispetto al tedesco.

Un altro aneddoto divertente nella sua tragicità si rifà alla mancata conoscenza della cultura degli avversari: nello spiare gli accordi tra Russia e Romania del 1916, l'esercito AU scoprì un attacco previsto per il 14 agosto.
Di conseguenza, gran mobilitazione difensiva, ma l'attacco non ci fu.
Il problema è che il messaggio fu interpretato correttamente, ma non si tenne conto che il 14 agosto del calendario giuliano equivale al 27 di quello gregoriano....I Romeni attaccarono il 27.


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Messaggio da AdlerTS »

Purtroppo il libro non approfondisce molto la situazione dei servizi segreti nel Litorale, come invece speravo.
Alcuni spunti di ricerca vengono dalla notizia che il servizio di Informazione principale per quel che riguarda l’Italia era già dal 1903 a Graz, dove un informatore italiano soprannominato Dutruc consegnò piani di mobilitazione ed itinerari ferroviari.

Il Servizio di informazioni di Trieste (agli ordini del Maggiore Loneck) dopo maggio 1915, organizzò una Kuestenlander Legion (come analogamente avvenne in Carinzia e Carniola), arruolando segretamente persone pronte a condurre una guerriglia con “armi, munizioni mezzi incendiari ed esplosivi” nel caso di un ingresso italiano nei territori della Monarchia.
A Trieste si trovava anche il Servizio Notizie, diverso dal servizio di evidenza o Evidenzenbureau , della Marina. In città si trovava anche la Polizia di Stato, per niente capillare sul territorio danubiano: altre sedi erano a Vienna, Leopoli e Cracovia. Croazia e Slavonia avevano un unico posto di Polizia a Semlin. Altrimenti c’erano le Polizie locali, organizzate anche autonomamente dai Comuni per propria iniziativa e con proprie risorse finanziarie. Il capo della Polizia a Trieste a fine 800 era il consigliere di Corte Alfred Manussi von Montesole.
Dalla sopra citata centrale del Servizio Notizie di Trieste dipendevano i due posti di informazione di Corfù e Costantinopoli, mentre alla direzione del gruppo di informazione era il capitano di fregata Rudolf Mayer, il quale dopo l’ingresso dell’Italia nel primo conflitto mondiale trasferì il suo centro di azione da Trieste in Svizzera. Qui, tra il 24 e 25 febbraio 1917 si svolse il così detto “colpo di Zurigo”, nel quale due scassinatori italiani riuscirono ad aprire la cassaforte dove erano custodite le schede di tutti gli agenti AU in Italia, oltre che piante ed un’importante chiave di cifrario per le comunicazioni in codice. Gli agenti che non riuscirono a scomparire in tempo furono logicamente arrestati e/o giustiziati dagli italiani.

Sabotaggi si ebbero su tutti i fronti: dalla distruzione di fabbriche di munizioni, ai prigionieri di guerra costretti ai lavori forzati che nonostante la situazione riuscirono ad avvelenare le scorte alimentari avversarie, si arrivò fino al territorio americano: il "Black Tom" era il più grande centro USA per le spedizioni ferroviarie, immagazzinamento e spedizione via nave di munizioni e fu fatto saltare il 30 giugno del 1916, causando 20.000.000 di dollari (di allora) di danni.

In Vaticano, invece, le pressioni italiane fecero sì che il Papa Benedetto XV dovesse rinunciare al proprio segretario privato, il tedesco Rudolf von Gerlach, troppo apertamente schierato con gli Imperi Centrali.
Con riferimento al celebre caso di Lenin, “bomba” da riconsegnare in Russia per minarla dall’interno, il libro ricorda che tentativi di indebolimento avvennero anche contro Inghilterra e Francia, ma non sul loro territorio principale, bensì nelle Colonie: l’agente tedesco Wilhelm Wassmuss organizzò una sollevazione antibritannica nel sud della Persia. Anche l’Insurrezione di Pasqua in Irlanda del 1916 pare fosse appoggiata dai tedeschi.


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Messaggio da 1382-1918 »

AdlerTS ha scritto:... in Svizzera. Qui, tra il 24 e 25 febbraio 1917 si svolse il così detto “colpo di Zurigo”, nel quale due scassinatori italiani riuscirono ad aprire la cassaforte dove erano custodite le schede di tutti gli agenti AU in Italia, oltre che piante ed un’importante chiave di cifrario per le comunicazioni in codice. Gli agenti che non riuscirono a scomparire in tempo furono logicamente arrestati e/o giustiziati dagli italiani.
Sarebbe veramente interessante saperne di più su queste spie AU in Italia durante la prima guerra mondiale. Ed in particolare su due gruppi di persone, cioè quei triestini (ed in generale cittadini austriaci del Litorale) arruolatisi nell'esercito italiano, non perchè irrendentisti, ma perchè spie al servizio dell'Austria-Ungheria, e quei regnicoli (cittadini del Regno d'Italia) che operavano a favore dell'Austria-Ungheria.


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Messaggio da rofizal »

Go trovado un breve capitolo del libro "Spionaggio" de Th. Baumgarthen, uscido nel 1934 per la collana "Uomini e folle" delle edizioni Mediolanum de Milano, dedicado al caso de Zurigo. Ve riporterò alcuni passi.
Allegati
Spionaggio di Th. Baumgarthen
Spionaggio di Th. Baumgarthen
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Messaggio da rofizal »

Ecco un riassunto di quanto scritto in quel capitolo.

Zurigo era diventata forse il centro più attivo ed importante dello spionaggio dell’Austria e della Germania e una specie di quartier generale del controspionaggio degli Alleati. Vi arrivavano numerose le notizie dagli abilissimi agenti segreti degli Imperi Centrali disseminati un po’ dovunque, in Italia, in Francia, in Grecia, in Serbia e da lì quelle più importanti partivano per il Quartier Generale degli eserciti. Questa guerra segreta, di cui ben pochi erano in grado di rendersi esattamente conto, solo di tanto in tanto, più raramente possibile, scoppiava in episodi di violenza. Anche perché gli svizzeri vigilavano per tutelare la loro neutralità, pronti all’espulsione di chi fosse stato colto sul fatto.

Il consolato austriaco era situato non lontano dalla Chiesa di Frammunster ed era molto abile nell’individuare ed eliminare “virtualmente” (con il solo fatto di render nota la loro esistenza) gli agenti nemici francesi, inglesi o italiani, riuscendo anche a “perquisire” gli uffici nemici (documenti scomparsi, apparecchi radiotelegrafici distrutti, materiale vario manomesso).

Per agire contro il consolato austriaco, come detto base dello spionaggio, un giornalista inglese ed uno italiano concepirono l’impresa, che consisteva nell’allontanare per qualche ora il console austriaco Meyer dalla sede del Consolato per penetrare nei suoi uffici ed impadronirsi dei suoi documenti riservati e dei cifrari.

Meyer non abbandonava mai la sua residenza, ma venne recapitata una falsa lettera (con imitazione della calligrafia) dell’aiutante di campo del comandante Berlepsch, addetto militare a Berna, capitano Klein, nella quale si dava un appuntamento al Console nell’albergo Baur-au-Lac per comunicazioni segretissime e della massima urgenza. Nella lettera si diceva che Klein sarebbe arrivato in incognito e che non si era recato di persona al Consolato per non destare sospetti.

Occorreva anche allontanare il personale del Consolato e forzare la cassaforte in brevissimo tempo.

Del primo punto si occupò il capo dell’Intelligence Service di Zurigo, sotto le vesti di un pacifico commerciante.

Del secondo punto un italiano, uno dei migliori agenti presenti in Svizzera. Questi si era ricordato di un furto incredibile commesso in Italia centrale, dove due tipi erano riusciti in brevissimo tempo a forare una cassaforte di una banca con uno strumento da loro ideato. I due erano stati presi e condannati a vari anni di carcere. A loro venne promesso il condono della pena se partecipavano all’impresa.

Ricevuta la falsa lettera di Klein e dopo aver scritto una risposta che viene intercettata, il Console austriaco si reca all’albergo indicato, dove gli viene recapitato un nuovo falso messaggio che annuncia il ritardo dello stesso Klein. Meyer così attende nell’albergo per ben due ore.
Il personale del Consolato viene fatto allontanare secondo il piano (non viene descritto come) e gli italiani entrano nello stesso Consolato ed aprono la cassaforte, portandone via tutti i documenti.
Tra i documenti figuravano una lista di diciotto spie austriache che vennero così catturate e subito uccise (fucilate), cifrari, piani di operazioni e, secondo un giornale di Bruxelles, le carte relative alla vasta operazione che avrebbe causato la perdita della Leonardo da Vinci, una delle più potenti corazzate italiane colata misteriosamente a picco nel porto militare di Taranto.

Il console Meyer intanto si metteva in sospetto, telefonava all’Ambasciata di Berna e trovava conferma ai timori. Tornava di corsa al Consolato, ma ormai troppo tardi. Si suicidò con un colpo di pistola.

La polizia svizzera cercò di prendere gli autori del crimine, anche ponendo una taglia di diecimila franchi su di loro, ma fu tutto inutile. I due scassinatori ripartirono per l’Italia.

C’è ancora qualche riga sull’affondamento della Leonardo da Vinci.


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