terminologia velica in triestino
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- babatriestina
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terminologia velica in triestino
Sono giorni di Barcolana, si parla di barche ( oltre che di villaggi, mangiate, bevute, concerti ed attività collaterali). bene devo dire che pur essendo stata in barca ospite di amici ( mai per la Barcolana, mannaggia!) rare volte ho sentito usare termini marinareschi triestini.
Nei giorni scorsi qualcuno mi ha spiegato che le drizze delle vele ( ossia le cime/zime in triestin che servono a tirar su le vele) in triestino si chiamano ghinda o ghindazzo mai saputo prima.. c'è un nome speciale anche per le scotte?
io ricordo vagamente di aver sentito chiamare i parabordi " vardalai" ( da guarda-lati) ma mi hanno detto che è piuttosto chioggiotto.
Mi sembra di aver sentito dire che strambare o abbattere ( cioè spostare le vele da un lato all'altro con il vento in poppa, lavoretto che con vento teso ti fa passare il boma sulla testa come una sventola) risulta un poia ala banda cioè una variante di poggia.. il fiocco suonava flocco..
purtroppo alla scuola di vela dell'Adriaco, che avevo frequentato da ragazzina, per evitare confusioni, usavano l'italiano dei corsi della scuola velica di Caprera..
ci sono forumisti esperti di barca che ci possono riportare i vecchi termini marinareschi?
quello su cui credo tutti concordino è che in barca non ci sono "corde" tranne quella della campana, se c'è. Sono cime o zime.
Nei giorni scorsi qualcuno mi ha spiegato che le drizze delle vele ( ossia le cime/zime in triestin che servono a tirar su le vele) in triestino si chiamano ghinda o ghindazzo mai saputo prima.. c'è un nome speciale anche per le scotte?
io ricordo vagamente di aver sentito chiamare i parabordi " vardalai" ( da guarda-lati) ma mi hanno detto che è piuttosto chioggiotto.
Mi sembra di aver sentito dire che strambare o abbattere ( cioè spostare le vele da un lato all'altro con il vento in poppa, lavoretto che con vento teso ti fa passare il boma sulla testa come una sventola) risulta un poia ala banda cioè una variante di poggia.. il fiocco suonava flocco..
purtroppo alla scuola di vela dell'Adriaco, che avevo frequentato da ragazzina, per evitare confusioni, usavano l'italiano dei corsi della scuola velica di Caprera..
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quello su cui credo tutti concordino è che in barca non ci sono "corde" tranne quella della campana, se c'è. Sono cime o zime.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
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Re: terminologia velica in triestino
Non sono un esperto di barca a vela, però conosco molti termini marinareschi. Come mi vengono:
Scalandròn (passerella per salire a bordo); Tambucio (ripostiglio oppure, in coperta, lucernaio, osteriggio); anche mezomariner in lingua è alighiero oppur nell'Italia meridional "gaffa" o arpione, bozel (bozzello o carrucola), gambeto (grillo o maniglione), radancia (redancia), vira e maina, piomba (impiombatura di cavi), zima, zimeta, sagolin, curcuma, biscaina, gavon, impaverar (calatafare), barbeta (cimetta), barba (paron de barca), gambusa, fele (mare fermo come l'olio), sessola (gottazzo),calumo, cabestan (argano salpaancora), paiol, pus'cia (totanara), voliga (guadino), parangal (palamite), neverin,
Sul glorioso "Geomar" gavevimo un vecio paron de barca istrian che iera tuto un rider cole sue espressioni: un giro el riva in laboratorio e 'l ne disi: fioi, serè i oblioi e verzè i nei che xe nuvolai ! Nel suo tambucio el gaveva de tuto: un giorno (ierimo ormegiai vizin de un cantier) - no so cos che me serviva - vado a rovistar tra la sua roba e vedo dei strangolini (palanchine, barre di ferro). Ghe domando:- Gigi, dove te ga trovà sta roba? E lu, serafico, i navigava a velo!
Scalandròn (passerella per salire a bordo); Tambucio (ripostiglio oppure, in coperta, lucernaio, osteriggio); anche mezomariner in lingua è alighiero oppur nell'Italia meridional "gaffa" o arpione, bozel (bozzello o carrucola), gambeto (grillo o maniglione), radancia (redancia), vira e maina, piomba (impiombatura di cavi), zima, zimeta, sagolin, curcuma, biscaina, gavon, impaverar (calatafare), barbeta (cimetta), barba (paron de barca), gambusa, fele (mare fermo come l'olio), sessola (gottazzo),calumo, cabestan (argano salpaancora), paiol, pus'cia (totanara), voliga (guadino), parangal (palamite), neverin,
Sul glorioso "Geomar" gavevimo un vecio paron de barca istrian che iera tuto un rider cole sue espressioni: un giro el riva in laboratorio e 'l ne disi: fioi, serè i oblioi e verzè i nei che xe nuvolai ! Nel suo tambucio el gaveva de tuto: un giorno (ierimo ormegiai vizin de un cantier) - no so cos che me serviva - vado a rovistar tra la sua roba e vedo dei strangolini (palanchine, barre di ferro). Ghe domando:- Gigi, dove te ga trovà sta roba? E lu, serafico, i navigava a velo!
- babatriestina
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Re: terminologia velica in triestino
Grazie: mezo mariner è usatissimo anche dai miei amici, tanto che lo immaginavo mezzo marinaio anche in italiano. Giusto el gambetto che pochi chiama grillo..
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Re: terminologia velica in triestino
Moltissimi termini marinareschi provengono dal francese e dall'inglese o da atri idiomi. Boma per es. dall'olandese boom (albero), penso, a sua volta da baum. Molti altri anche dal Mediterraneo orientale.
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Re: terminologia velica in triestino
a Trieste fra l'altro il boma è pronunciato anche bum ( commento di un mio amico: suono onomatopeico quando ci sbatti con la testa). Poi c'era il detto sui marinai ( o pescatori?) di poche parole: due che stanno tutto il tempo zitti e solo alla fine per dar fondo all'ancora esclama: Fondo! e l'altro "maledeto ciacolòn!"
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Re: terminologia velica in triestino
ma per esempio nomi per le scotte? e lo strozzascotte ha un nome locale?
nomi speciali delle vele?
nomi speciali delle vele?
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Re: terminologia velica in triestino
Anche i nomi dei venti hanno origine greca e sono riferiti all'isola di Malta (scirocco dalla Siria e libeccio dalla Libia).
A proposito di venti, non tutti sanno che la loro direzione viene indicata la provenienza (da), mentre le correnti marine (verso)
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Re: terminologia velica in triestino
così è logico, io sapevo che si riferivano ad una provenienza, ma perchè proprio Malta? a me sembrava di aver letto ( ma con un po' di fantasia, forse) che si riferivano.. alla battaglia di Lepanto!Fulvio Moro ha scritto:Anche i nomi dei venti hanno origine greca e sono riferiti all'isola di Malta (scirocco dalla Siria e libeccio dalla Libia).
e il maestrale?
ecco, mi fai venir in mente la levantera.
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Re: terminologia velica in triestino
Ci sono moltissime interpretazioni sull'etimo dei nomi dei venti. Stranamente, ed è una delle più diffuse, molti l'attribuiscono non a Malta, ma all'isola di Zante (???). Su levante, ponentino, greco, ostro (austro), non ci sono dubbi. Greco (NE) ovviamente dalla Grecia. Bora (boreale, quasi da Nord?). Tramontana: oltre i monti (le Alpi??). Maestrale da mistral (alcuni interpretano con la via Maestra di Roma? oppure la direzione che conduceva a Venezia (regina del Mediterraneo). Come si vede i navigatori alla fine, io penso, hanno dato il nome dei venti con quelli predominanti in varie "civiltà".
Ai tempi di Omero, se non sbaglio, c'erano solo quattro venti: Borea (N), Noto (S), Euro (E) e zefiro (W)
Ai tempi di Omero, se non sbaglio, c'erano solo quattro venti: Borea (N), Noto (S), Euro (E) e zefiro (W)