Piero Melograni,
Storia politica della grande guerra 1915/1918, Laterza ed., Roma-Bari 1969.
Un clasico scrittor de formazion marxista ( lo gavevo letto co iera vegnudo fora), descrivi cossa che ghe iera drio dela guerra in Italia
Un articolo de sto autor sulla I guerra e Cadorna lo trovè
qua
Qualche frase :
Cadorna possedeva un carattere totalmente diverso da quello di Orlando. Era un uomo rigido, militaresco, autoritario, caparbio e ostinato. A differenza di altri generali non apparteneva alla massoneria e subiva l’influsso di ambienti clericali. Due sue figlie si erano fatte monache. Il generale riteneva che l’indisciplina degli italiani fosse cresciuta negli ultimi decenni proprio perché il freno del sentimento religioso era stato sradicato. Pensava che il regime parlamentare avesse subìto una progressiva degenerazione a partire dal 1876, dalla caduta della Destra, e che Giolitti avesse ulteriormente guastato la società italiana corrompendone l’anima.
In realtà Cadorna non si rendeva sufficientemente conto del fatto che gli operai e i socialisti, da quando la guerra aveva avuto inizio, erano sostanzialmente disarmati e impotenti. In Italia, difatti, forse più che altrove, si era determinata una profonda spaccatura tra i contadini, richiamati alle armi, e gli operai delle industrie, in larga misura esonerati dal servizio militare. Da una parte c’era l’esercito dei fanti-contadini, con i loro ufficiali piccolo borghesi, borghesi o aristocratici, e dall’altra gli operai-imboscati che, come segnale del loro esonero dal servizio militare, portavano al braccio una fascia tricolore. Erano stati esonerati perché le loro competenze tecniche li rendevano indispensabili nelle produzioni di guerra. Né si trattava soltanto delle industrie di guerra in senso stretto, bensì di quasi tutti i settori industriali: dal tessile al calzaturiero, dall’alimentare al chimico, dalla produzione di auto, camion e vagoni ferroviari, alla produzione di apparecchiature ottiche, fotografiche, telefoniche e telegrafiche, dai cantieri navali alla fabbricazione degli aerei.
I fanti-contadini, che per poche lire ponevano a rischio la loro vita, odiavano gli operai-imboscati che guadagnavano molto più di loro, restavano a casa con le famiglie o magari con le amanti, e non rischiavano di essere uccisi dal piombo austriaco. E così, allorché a Torino, nell’agosto 1917, furono chiamati a reprimere una sommossa degli operai-imboscati e delle loro donne, dovuta alla mancanza del pane, i fanti-contadini spararono con grande convinzione. Alla fine, tra i rivoltosi, si contarono 35 morti, di cui 5 donne, mentre la forza pubblica e i reparti militari ebbero 3 morti. I dirigenti socialisti e sindacali svolsero opera di moderazione tanto che, nonostante la rivolta, buona parte delle maestranze industriali continuò disciplinatamente a lavorare nelle fabbriche.
per Melograni:
Piero Melograni è nato nel 1930 a Roma, città nella quale ha compiuto i suoi studi. Nel 1955-56, dopo la laurea, otteneva una borsa di studio presso l'Istituto Italiano di Studi Storici di Napoli ("Istituto Croce"). Nel 1980 otteneva una fellowship presso il Woodrow Wilson International Center for Scholars di Washington D.C.
Dal 1971 al 1996 è stato professore di storia contemporanea all'Università di Perugia (Facoltà di scienze politiche). Ha pubblicato numerosi volumi, saggi e articoli, qui elencati nella bibliografia. L’ultimo suo libro è una biografia di Mozart edita da Laterza nell'autunno 2003. Il prossimo dovrebbe essere dedicato ad alcune bugie della storia contemporanea.
All'età di 15 anni si iscriveva al Pci, restandovi fino al 1956. Ne usciva in seguito alle rivelazioni del XX Congresso e alla rivoluzione ungherese. Dopo di allora, e per quasi quarant'anni, non aderiva a nessuna organizzazione politica finché, nel 1995, entrava a far parte della Convenzione Liberale promossa da Marco Taradash. Nel 1996, come indipendente, è stato eletto deputato (XIII legislatura). In rappresentanza della Camera dei deputati ha fatto parte della Convenzione dei 62, incaricata di scrivere la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.
Per Del Boca, ricordo che si tratta di Lorenzo Del Boca ( non Angelo Del Boca) e riporto la sua biografia
Lorenzo Del Boca, di Romagnano Sesia, è presidente nazionale dell'ordine dei giornalisti. Oltre che per l'attività giornalistica è noto anche per numerosi volumi storici che hanno avviato una lettura non agiografica, anzi decisamente controcorrente del Risorgimento.
insomma, uno scrittore "a tesi".
Si tratta della numerosa categoria dei giornalisti italiani improvvisatisi storici ( forse per la carenza di storici che scrivano libri destinati al grande pubblico)