Caro Piereto, ti auguro una buona giornata. Dico Piereto a rappresentanza di tutti gli amici forumisti che hanno voluto comunicarmi il loro pensiero.
Il problema consiste nel dover tradurre cose che non esistono o giochi di parole, comprensibili unicamente agli addetti ai lavori. Prendiamo quale esempio un post letto in internet, in lingua tedesca: Was steht auf dem Grabstein der Putzfrau geschrieben? “Sie kehrt nie wieder.“
Traduzione: Cosa sta scritto in cimitero sulla lapide di una donna delle pulizie? Chi che no va sula cativeria, diria: Non tornerà più.
Chi che va sula cativeria dirà inveze: No’ la scova più.
Kehren significare difatti scopare, ma anche far ritorno: wieder kehren.
Con il mio TUSCH sconfino nel diritto civile. Un paragrafo è definito STREITVERKÜNDUNG, cioè chiamata in causa di terzo. Chiamo quindi in causa un terzo e cioè Nonna Ivana, con la preghiera di combattere al mio fianco. Mi sembra di aver compreso che Nonna Ivana ha vissuto diversi anni in un paese a lingua tedesca.
Il TUSCH è tipico della stagione carnevalistica, che in Germania sarà aperta l’11 novembre, alle ore 11.11. Si usa fare cosiddette sedute, nelle quali le associazioni carnevalistiche hanno un balletto, naturalmente di tipo diverso da quello che conosciamo noi. Cantano delle canzonette, solitamente in dialetto, famose a Magonza, Colonia e Düsseldorf. E recitano poesie, pure esse in dialetto, a sfondo satirico. Ogni tanto, quando dicono il point, il succo della barzelletta, arriva il TUSCH. In alcuni casi si canta poi anche quello che nel frattempo è diventato l’inno nazionale del carnevale tedesco: Humba Humba Humba tätärä tätärä tätärä. Solo un genio, un D’Annunzio tedesco, può aver scritto questo testo tanto impegnativo.
Come tradurre? Difficile. Come difficile sarebbe tradurre versi del nostro vernacolo tipo Catafan catafan catafan fan fan fan ciulma ciulma ciulma o unpa unpa.
Quindi io suggerirei di tradurre TUSCH con TOUCHE. Cosa ne pensa Nonna Ivana? Grazie per l’assistenza.