Trieste nel 1835 secondo Giuseppe Vallardi

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rofizal
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Trieste nel 1835 secondo Giuseppe Vallardi

Messaggio da rofizal »

Quel che segue è tratto dal libro di Giuseppe Vallardi "Itinerario d'Italia", del 1835.


Trieste

Sua origine

Le notizie sicure si hanno soltanto dal tempo che fu sottomessa alla potenza romana : tutte le tradizioni anteriori sono incerte, i più antichi documenti sono quelli di Giulio Cesare; ne' suoi commentarj si fa menzione di questa città, ch'essendo stata colonia latina acquistò in allora il nome di Trieste o Tergestum. Dacché Costantino il Grande percorse l'Italia, Trieste appartenne all'Impero d'occidente. Subì come ogni altra città d'Italia, ne' secoli di mezzo, le devastazioni; ed il feroce Attila la distrusse, e restò dopo soggetta agl'Imperatori d'oriente. Soggetta alle conquiste di Carlo Magno, ne fu assegnata al ducato del Friuli. Divenne Trieste il pomo della discordia de' vicini paesi; nel medio evo, sostenne più assedj, ma dovette poi soccombere. I Patriarchi d'Aquileja ed i Veneti furono alternativamente i di lei padroni. Vissero indipendenti anche sotto questi primi, benché invasa più volte dai secondi. Finalmente ricoveratosi sotto il duca d'Austria Leopoldo il Pio, d'allora in poi Trieste migliorò sempre la sua situazione. Carlo VI la dichiarò in Porto franco nel 1719.


Situazione di Trieste

Giace sulla manca sponda dell'Adriatico: la sua latitudine boreale è di gradi 45 e minuti 45, e 45 secondi, o la sua longitudine orientale è di 11 gradi e 26 minuti, e 15 secondi. Fino dal secolo XVIII era città murata e ristretta più della metà della presente, come ora dividesi in città vecchia e nuova; la vecchia trovasi a settentrione sul dorso e alle falde del monte Tiber, la città nuova occupa la pianura fra gli alti monti che la circondano, e viene suddivisa nella città Teresiana e ne' due borghi Franceschino e Giuseppino. La città vecchia porta l'impronta di sua antichità alpestre. Della città nuova le contrade sono ampie e simmetricamente ben fabbricate, il pavimento è bene lastricato. La periferia della città è di quasi tre miglia italiane.

Il clima di Trieste soggiace a rapidi cangiamenti, i venti più dominanti sono lo scilocco [sic], il greco-levante ed il greco, volgarmente detto bora: questo è per lo più impetuoso e dura alle volte 15 giorni: non rare volte portò danno e spavento ai naviganti nel veder i loro bastimenti ancorati nel porto distruggersi senza poter salvarli. La temperatura media è di 12 gradi circa, il massimo caldo è di 26 gradi sopra lo zero, ed il freddo di 7 al di sotto. Talvolta riescono sensibili i rapidi passaggi dal caldo al freddo, e ciò dipende dalla pedemontana e marina situazione della città. L'acqua potabile è di buona qualità. Trieste nel 1617 contava 3 mila abitanti, nel 1758 6 mila, nel 1800 (circa) 16 mila, nel 1832 45 mila. Tutte le persone nate in Trieste generalmente parlano, oltre il vernacolo veneziano, anche un dialetto slavo: sono comuni gli idiomi tedesco e francese. I Triestini sono dediti al commercio e laboriosi.



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Messaggio da rofizal »

continuazione...


Trieste è la residenza del Governo Illirico [evidentemente il viaggio è stato fatto in quegli anni], che comprende quello dell'Istria e di Gorizia. La forma di questa città è quasi semicircolare, offre punti di vista sorprendenti, e i migliori sono le alture di Scorcola ed il rotondo baluardo del Castello.

Le principali piazze sono la Piazza grande, in cui esiste la Locanda grande; l'unica delle vecchie torri di Trieste è quella dell'orologio. La chiesa di S. Pietro d'architettura de' bassi tempi vi fa contrasto agli altri edificj che circondano questa piazza. L'ornano pure la grandiosa fontana eretta nel 1751, e la colonna in vetta alla quale è posta la statua di marmo dell'imperatore Carlo VI. La Piazza della Borsa non presenta una forma regolare, ma è ornata di una fontana esprimente Nettuno; appresso avvi una colonna a cui sta sopra la statua in bronzo di Leopoldo I. L'edificio della Borsa, d'ordine dorico, è grande, ed il suo atrio è grandioso, e sarebbe proprio per una chiesa: le sue statue e bassi rilievi indicano per quale uso fu eretto.

La piazza della Dogana e la piazza de' Carradori, porgono l'interessante quadro del commercio di Trieste. Le altre piazze non presentano verun oggetto interessante.

Gli edificj notabili in genere d'architettura sono la chiesa di S. Maria Maggiore del Pozzi, gesuita; la chiesa cattedrale di S. Giusto sulla sommità del monte Tiber in vicinanza al castello, edificio venerando per l'antichità, sul di cui prospetto grandeggia un finestrone di gotica struttura; gli stipiti della porta maggiore sono formati con lapide di senatoria famiglia romana, e con altri frammenti e iscrizioni. Le due cappelle laterali all'altare maggiore sono ornate con due mosaici del secolo X all'XI; vedesi poi un oggetto dei più considerabili l'attigua sua torre eretta sopra le reliquie d'un tempio romano dell'epoca ancora delle arti come internamente si vede, ed esternamente da un cornicione e fregio a due iscrizioni, una a Costantino e l'altra a Lucio Vario Pajurio.

Si sta edificando nel fianco opposto del campanile un monumento alla memoria dell'insigne antiquario Winkelmann a cui farà corona il Museo lapidario, che per cura e patrio amore fu raccolto ad istanza del sig. dott. Rossetti, benemerito alla letteratura ed alle arti, autore di varie opere patrie.

Trieste contava pure i suoi Circhi, ma appena ora se ne addita il nome nella contrada di Rena; nella contrada però denominata del Trionfo esiste ancora, quantunque più di un terzo sotto terra, un Arco antico d'ordine dorico, opera romana de' migliori secoli; come l'insigne ed interessante iscrizione, che serviva di piedestallo all'equestre statua, a Fabio Severo triestino, senatore romano, che fu posta dall'imperatore Antonino Pio. Prima esisteva appoggiata alla facciata della chiesa di S. Pietro, e trovasi ora trasportata nel Museo Lapidario suddetto.

La chiesa nuova di S. Antonio che si sta ultimando è dell'architetto Nobili; grandiosa ne è la costruzione. L'atrio ne dà indizio dell'ingegno del valente architetto, ma il parapetto posto alla sommità del cornicione del tempio non indica essere questo un monumento della cristianità; grandioso ne è però l'atrio studiato dal Tempio di Minerva nell'eliso in Grecia, ma anche più grandioso sarebbe stato ed opportuno, se risparmiare poteva sopra l'atrio il parapetto sforato.



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Messaggio da rofizal »

conrinuazione...


Le comunità religiose sono varie in Trieste, e si contano la Greca-Orientale, la Slavo-Serbica, la Confessione Augustana, l'Elvetica e l'Israelitica: ognuna di queste confessioni ha il suo tempio; unico è quello degli ebrei, in contrada delle Vecchie Scuole.

Tra i palazzi primeggia il palazzo Cariciotti [sic], con scultura di Bosa. Fra le case sono quelle di Griot, Chiezza [sic], Panzera, Vucetrich, Jsanovich, Valle e Fontana, in cui v'ha una collezione di medaglie e monete, non che di vasi etruschi; anche il sig. dott. Domenico Rossetti, già menzionato, è possessore di una buona libreria, in cui primeggia la raccolta delle edizioni Petrarchesche e di quelle di Pio II Piccolomini, e vi si conservano molti autografi di questo scrittore.

Il Teatro grande, di bella costruzione e ben decorato, è dell'architetto Selva. II diurno è una grande sala coperta, in forma di circo, di recente costruita, e può contenere 1600 spettatori.

I Lazzaretti sono due, il nuovo ed il vecchio, il primo è il più ampio, ed avvi nella estremità del secondo che viene nominata Molo Teresiano, la lanterna del porto di nuova costruzione con batteria; avvi l'altro Molo detto di S. Carlo, il quale presenta una buona veduta del mare e della prominenza della città; è comodo allo scarico e carico delle merci, ed il canale dal mare conduce ai magazzini le merci cogli stessi bastimenti.

Il cantiere Panfilli per le costruzioni navali detto lo Squero Nuovo occupa un'area di 3312 [o 33,12 ?] kil. quadrati [non credo proprio che sia kil = kilometri].

Stabilimenti pubblici. L'I. R. Accademia di Nautica, una Biblioteca con Gabinetto di Storia Naturale, stabilimenti di sicurtà ed assicurazione d'ogni specie, nonché di pubblica beneficenza, fra i quali due Ospitali ed una Casa di ricovero de' poveri.

Due Giornali si stampano a Trieste, l'Osservatore ed il Mercurio Triestino.



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Re: Trieste nel 1835 secondo Giuseppe Vallardi

Messaggio da babatriestina »

rofizal ha scritto:Quel che segue è tratto dal libro di Giuseppe Vallardi "Itinerario d'Italia", del 1835.
cercavo de capir chi sia l'autor, ma co zerco su Wiki Giuseppe Vallardi trovo:
Il cognome Vallardi può essere riferito a:

* Vallardi - casa editrice milanese la cui fondazione viene fatta risalire al 1822.
* Antonio Vallardi (1813 - 1876) - fondatore della casa editrice.
* Pietro Vallardi (1852 - 1927) - primogenito di Antonio, comproprietario e direttore amministrativo della casa editrice con
* Giuseppe Vallardi (1854 - 1916), secondogenito di Antonio, comproprietario e direttore tecnico della casa editrice.

ma Giuseppe Vallardi nato nel 1854 , come pol aver scritto un libro del 1835 ???

de una ricerca sul catalogo delle biblioteche italiane, par che se tratti de una riedizion de una specie de Baedeker ante litteram:
Vallardi, Giuseppe
Titolo Itinerario italiano o sia Descrizione di viaggi 52. per le strade piu frequentate alle principali citta d'Italia coll'indicazione delle distanze in poste, im miglia, in ore in minuti; de'migliori alberghi; degli oggetti piu interessanti di belle arti ... con carte topografiche de suddetti viaggi
Pubblicazione : presso Niccolo Pagni mercante di stampe, 1816
Descrizione fisica 4!, XI, 1!, 336 p. ; 8
Note generali Di Giuseppe Vallardi
Var. B.: sul front. anno di edizione 1817

Vallardi, Giuseppe
Titolo Itinerario italiano o sia descrizione dei viaggi per le strade piu frequentate alle principali citta d'Italia coll'indicazione delle distanze in poste, in miglia ... con diciassette carte geografiche
Edizione Quindicesima edizione milanese in molte parti corretta e ed accresciuta ... Da G.V
Pubblicazione Milano : presso gli editori Pietro e Giuseppe Vallardi ... , 1824
Descrizione fisica XLVIII, 292 p., 17. c. geogr. ; 8
Note generali Segn.: +1-36/4
Segn. basata su esemplare mutilo
Numeri Impronta - hele e.ti toa. mato (3) 1824 (A)
Nomi
· Vallardi , Giuseppe
· [Editore] Vallardi , Pietro & Vallardi , Giuseppe

questo dovessi esser quel de Rofizal:
Vallardi, Giuseppe
Titolo Nuovissimo indicatore de' viaggi d'Italia per l'anno 1835, tratto con recenti correzioni dalla 21. edizione dell'itinerario d'Italia / di Giuseppe Vallardi

Pubblicazione Milano ; Venezia : P. e G. Vallardi, \1835?!
Descrizione fisica LXVI, 60 p., \1! c. geogr. ripieg. ; 22 cm.

i kil che te par strani, no podessi esse kl cioè klafter? cioè l'antica misura braccio? l braccio, fathom in inglese, simbolo fm, è un'unità di misura di lunghezza.

Corrispondente a 2 iarde, cioè a sei piedi, quindi a 1,83 metri.

German Klafter, Faden = 6 Fuß n/a resp. 1.7


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Re: Trieste nel 1835 secondo Giuseppe Vallardi

Messaggio da rofizal »

babatriestina ha scritto:i kil che te par strani, no podessi esse kl cioè klafter? cioè l'antica misura braccio? l braccio, fathom in inglese, simbolo fm, è un'unità di misura di lunghezza.
Corrispondente a 2 iarde, cioè a sei piedi, quindi a 1,83 metri.

German Klafter, Faden = 6 Fuß n/a resp. 1.7
Pol eser. :wink:

Grazie per l'aiuto sul libro, de cui te passo la copertina interna.
Allegati
Libro Vallardi.jpg


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Messaggio da rofizal »

Proseguimo con sto viagio, che ga anche qualcosa de interesante. :wink:


continuazione....


I prodotti del paese procedono dalla coltivazione delle viti, dalla pastorizia, dalle saline, dalle razze di cavalli, dai minerali e fossili, dalla caccia e dalla pesca. Vi sono fabbriche di cere, di cremor di tartaro, di pellami, di rosolj, e primeggia quella de' saponi d'olio, di C. L. Chiozza e figli.


Passeggi e contorni di Trieste

Il passeggio dell'Acquedotto è il più frequentato nella bella stagione; quello del Boschetto è un ameno viale ombreggiato; la passeggiata a mare a Barcola è pure fra le dilettevoli. Le ville Monfort o di Gerolamo Bonaparte ora dei signori Necker, quella di Campo Marzio, della contessa di Lipona e di Murat sono le più rimarchevoli.


Gite

A d'Opchina e fino a Duino. Da Trieste al villaggio d'Opchina mezza posta. Esso è sulla strada commerciale della Germania, la sommità del monte al di sopra della superficie dell'Adriatico di 190 kil. Ad un quarto di posta da Opchina è l'antico Puerno indicato da Plinio. Il vino di Prosecco fu dagli antichi incoronato re de' vini.

Poco distante da Prosecco dalla rupe si affaccia allo spettatore il vecchio e nuovo Trieste, ad un quarto di posta di Prosecco è la prima posta che da Trieste conduce nell'interno dell'Italia. Da qui si passa a Santa Croce, che è la prima posta da Trieste, ed è l'ultimo villaggio dell'antico territorio della città. Da 3/4 di posta s'incontra Sistiana, indi si arriva a Duino, vecchio castello che appartiene alla famiglia dei conti della Torre, già signori di Milano nel 1300.

Passeggiata sul mare a Muggia. Distante miglia cinque da Trieste si ha una dilettevole vista degli ameni colli delle vicinanze di Trieste. In Muggia nella chiesa dell'antico castello sul monte si vedono reliquie romane.

Tragitto di diporto a Capo d'Istria. Da Trieste miglia 10, si fanno in un'ora e mezza, e per acqua poco più di un'ora.

Capo d'Istria o Giustinopoli, che col suo primo nome di Egida comparisce in Plinio, fu già rivale, indi alleata, poi tributaria e finalmente suddita di Venezia, vanta rinomatissima fondazione, e alcuni documenti della sua antica dominazione e floridezza. È patria di uomini insigni nelle lettere e nelle armi, fra i quali i Saniorj, i Vergerj, i Gravisi, ecc. A' tempi nostri fu illustrata da Gianrinaldo Carli, da Alessandro Gardo, e da Girolamo e Dionisio, padre e figlio, marchesi Gravisi. Il vasto Duomo, la Piazza Maggiore, e la Loggia ed alcune antichità che si vedono incassate ai lati della Loggia ed in altre parti della città sono i più notevoli oggetti in Capo d'Istria.

La Corriera per terra, ed il Traghetto per mare sono le giornaliere occasioni di viaggio per questa città. Altro tragitto di diporto a Isola: con vento favorevole in agile barchetta si può compiere in tre ore il viaggio da Trieste ad Isola passando davanti a Capo d'Istria. Isola è una piccola città sulla costa settentrionale dell'Istria. Credesi fabbricata dagli abitanti di Castelliero oriundi Aquilejesi che vi costruirono un castello col nome di Castro d'Alieto; ha 3100 abitanti. Isola è un territorio gajo e ridente, ricco di sorgenti, e d'ogni specie di frutta. Vanta una sorgente d'acqua minerale rinvenuta nel 1822 sopra lo scoglio.

Si può da Isola con facilità fare una corsa a Pirano per la comoda strada comunale in ore due. Pirano si dice fabbricato nel V secolo dagli Aquilejesi; varj secoli si governò da sé, indi passò sotto il dominio Veneto nel 1283. Qui vedesi il grande stabilimento delle saline di Siciole, e il fanale di Pirano è quello che serve per guida de' naviganti che vogliano entrare a Trieste.

Ecco quanto si presenta al colto viaggiatore da vedere ne' contorni di una città quasi che intieramente nuova e che 50 anni addietro senza la prosperità del suo commercio, che la rese illustre sì per popolazione che per ricchezza, veniva da pochi visitata, mentre ora anche l'archeologo, il naturalista può in Trieste pascere la propria curiosità scorrendone i dintorni. Può il viaggiatore da Trieste portarsi ad Adelsberg per visitarvi le Grotte di stalattiti: esse sono sulla strada postale che conduce a Lubiana distante da Trieste poste tre e mezza: Adelsberg è borgo mediocre nel centro della Carniola interiore. Un tempo non esisteva che il castello sulla vetta del rapido monte che sorge ad occidente del borgo. Prima del secolo XIV Adelsberg era proprietà de' Templarj. Lodovico, Patriarca d'Aquileja, nel 1366 se ne arrogò il dominio. Dal 1559 fino al 1564 rimase in preda degli Ottomani, che misero a ferro e fuoco tutto il paese.



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Messaggio da rofizal »

continuazione...


La grotta di Adelsberg giace alle falde d'una catena di montagne in una valle amena ed a settentrione in distanza in circa un quarto d'ora da Adelsberg. A destra si scorgono i deserti avanzi della vetusta rócca che altro più non presenta fuorché ruine e rupi ammonticchiate e disperse. A sinistra volge le sue onde cristalline in tortuoso letto la Pinka [sic, credo ci sia qualche errore di stampa], che ben tosto si precipita in tenebrosa voragine ove perde le sue acque ed il suo nome.

Sì grande è l'estensione di questa grotta che a stento si può percorrerla fin dove è praticabile, con un cammino di tre ore, senza però giungerne al termine. Il pomposo scherzo dei colori delle stalattiti e stallagnoiti [sarebbero le stalagmiti, altro errore di stampa? o si diceva anche così?] che in mille variate forme pendono dall'immensa vòlta o balzano dal suolo, l'abbarbagliante fulgore de' suoi cristalli, l'infinito loro numero e le innumerevoli loro figure, la grandezza delle caverne, che ne formano il complesso, la loro quantità, e finalmente la moltiplicità delle sue partite rendono la nuova grotta di Adelsberg superiore a quante ne sono state scoperte in Europa. Chi ne vuole una maggiore relazione consulti le Descrizioni di Girolamo conte Agapito, stampate a Vienna nel 1823, compresevi quelle di Vileniza distante due poste da Trieste verso all'oriente; e come descrivere tanti e sì diversi oggetti ond'essa grotta è sì riccamente popolata e bizzarramente adorna? Qua veggonsi candelabri, vasi, piramidi e tombe e bassi rilievi ed infiniti ornamenti ignoti alle arti umane; là si scoprono vestiboli, logge, portici, tribune, orchestre, ed altrove torreggiano giganti, e fiori ed immensi gruppi, e pendono dagli archi e serpeggiano per le fughe de' colonnati rabeschi e velami, musici strumenti, e stendardi; e benché in queste gelate regioni non palpiti alcun vivente, animati però sembrano i simulacri di numi, d'uomini ed animali a cui impresse nuove forme la natura che li creò inerti abitatori di questo mondo sotterraneo.

E lo stesso dicasi della grotta e del castello di S. Servolo, che sorge in vetta al più eminente e rapido monte che sorge fra levante e mezzodì da 7 miglia da Trieste. Una aria balsamica, un orizzonte dominatore, e delle pittoresche prospettive rendono la di lui situazione interessante.

Dell'antico castello non appajono più che delle estese ruine; sotto il castello da mezzogiorno esiste il villaggio di S. Servolo, la cui chiesa sorge sulla sommità del monte; in poca distanza di essa trovasi la grotta in cui si entra discendendo senza alcun pericolo per una scala di pietra formata dall'arte, di 34 gradini. La natura stessa l'architettò con un atrio spazioso in tre riparti diviso. Nel fondo di questo atrio di stillicidi sorge un altare di marmo eretto in onore di S. Servolo, che in questa grotta verso la fine del III secolo ebbe un romitaggio. La natura arricchì anche questa grotta di scherzi sorprendenti, di caverna rotonda con alta cupola circondata da fulgide colonne stalattiche in maraviglioso modo figurate. Questa grotta è la più profonda di quante n'esistano ne' nostri contorni, come pure è la più pericolosa da percorrere per i suoi tortuosi e lubrici sentieri.



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Messaggio da rofizal »

Vedemo se rivemo a finir.


continuazione...


Da Trieste a Idria. Idria è una piccola città nella Carniola situata in una valle lunga, estremamente angusta; nulla vi si presenta d'interessante. Questa valle non ha altra uscita che quella dove si volge l'Idriza per gettarsi nel piccolo fiume Schoza. Sulla nuova strada rotatile che conduce in Idria, posta in comunicazione colla strada commerciale di Trieste, la natura prodigò ogni sorta di romantiche bellezze. Dalla sommità del monte di S. Maddalena in distanza di circa un miglio da Idria, la strada discende molto rapida, e tra boschi di faggi, abeti e pini con molte tortuosità, sostenuta con forti muri si ravvolge in guisa da lungamente illudere il viandante pria che vi giunga. Arrivato che si sia in Idria si mostra il passaporto, onde ottenere il permesso di passare alla miniera di mercurio, e ne viene destinata l'ora, al punto della quale gli vengono presentati da apposita persona incaricata della guida i vestiti di minatore co' quali si suole entrare nelle cave, la cui entrata è nel mezzo della città.

La miniera d'Idria è la più feconda del nostro continente. Famosa si addita anche per le altre parti del mondo. Nel 1506 era in attività; in epoca anteriore non si ha che fosse con certezza conosciuta: fu contestata dai Veneziani nel 1510: nel 1525 fu colpita dal terremuoto che precipitò un pezzo della montagna calcare, del quale venne poi liberata; passò in appresso nel 1578 al Duca d'Austria a cui tuttora appartiene. La maggiore profondità della cava è di 124 tese: si discende sensibilmente in diversi ripiani da 757 gradini, scavati nella pietra calcare: di poi alcune scale di legno per la profondità di tese 14 1/2 portano in una cava ordinaria. Per calcolo approssimativo si possono annualmente ricavare circa 12 mila centinaja di mercurio. Il cinabro viene calcolato un annuo prodotto di mila e duecento centinaja: perciò la si tiene la più ricca miniera di tal genere che si conosca in Europa.

Da Trieste al Lago di Cirknitz. Questo lago viene accennato da Strabone col nome di Palude Lugea, dal vicino castello Lueg, con queste parole: A Tergeste transitus per Ocram ad paludem Lugeam. Il Tasso nelle Sette Giornate del Mondo, così lo descrive:

Alla palude Lugea onde sì vanta
La nobil Carnia, lunga età vetusta
Non ha scemato ancor l'onore e 'l grido.
Quivi si pesca prima, e poi ch'è fatta
Secca ed asciutta, in lei si sparge il seme
E si raccoglie, e tra le verdi piante
Prende l'abitator gl'incauti augelli,
E in guisa tal divien che in varj tempi
L'istessa sia palude, e campo e selva.


L'acqua in giugno suole con lentezza ritirarsi nello spazio di 24 giorni, l'erba cresce, di modo che si taglia ottimo fieno; indi vi si semina il miglio che sollecitamente offre ricca messe. Dopo la raccolta, il terreno diventa inselvatichito con rapida vegetazione delle sterpi e d'arbusti, di modo che presenta la più opportuna dimora alle lepri ed all'uccellame, onde se ne fa frequente caccia. Finché ritornando l'acqua coi pesci si è invitato alla pesca. In settembre e in ottobre l'acqua da ben 30 caverne ribocca nuovamente in copia tale che nel giro di 24 ore innonda per il tratto di due ore di cammino. Vi hanno alcuni che non prestano intera fede a quanto si racconta del lago di Cirknitz; ma per convincersene è d'uopo essere spettatore dei suoi fenomeni nelle stagioni in cui succedono.

Poco distante da questo lago trovasi un'ampia spelonca detta dai Latini Lugea Specus, e dai Carniolini Hiama.

Le Terme di Monfalcone. È Monfalcone l'ultima città del Friuli venendo da Udine, e la prima che s'incontra da Trieste al Friuli sulla strada postale. Essa è situata alle falde di uno de' celebri monti della Japidia in distanza di 2 miglia dal mare, e ha 1700 abitanti. I bagni sono distanti da Trieste 18 miglia; vi vogliono per l'andata ore tre circa. Da Monfalcone ai bagni si trovano, alla stagione de' bagni, delle carrozze per le quali si paga per ogni posto 22 a 24 carantani per l'andata e ritorno. L'Aquila nera, la Croce di Malta, il Leone d'oro e la Nave sono gli alberghi principali, ed in case private si troveranno buoni alloggi.

Le Terme di Monfalcone sono celebri nella storia. Plinio chiama chiare le isolette ond'esse emergono.

Di Aquilea, la massima che rivaleggiò con Roma, che divenne per fino il soggiorno de' Cesari, florida, opulente coi riti, col fasto e colla mollezza della capitale del mondo, non rimangono che le reliquie, e ben poche anche di queste.

Da Trieste a Capo d'Istrìa sono poste 1 1/4.

(Segue un elenco delle poste da Venezia a Trieste, ma nella nostra zona vi sono solo quelle, già citate, di Trieste, Santa Croce e Monfalcone)


FINE


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Messaggio da rofizal »

Ghe saria ancora una parte (nianche piccola) dedicada ai "Velociferi e Corrieri: Milano, Venezia, Trieste e Vienna", con tanto de istruzioni, tabelle, tappe de posta, orari, costi, ecc. Ma non so quanto possi esser interessante se non per studi particolari. Basta tignir conto che all'occorrenza esisti anche queste informazioni.


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jacum
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Messaggio da jacum »

grassie rofizal :-D

con calmeta me lo stago legendo...

voleria capir cossa xe un kil, un tre quarti de posta e me piaxeria veder la primisima edizion de sto libro.

eco cuá suxo l'elenco de cuej che gá dá un cotriduto, el primo xe un francexe del 1580 a cui el libro se riferisi come "forsi"prima edizion (?)


go riscontrá un per de numeri e pareri un poco contrastanti da tute ste parti de libri che te ne fa conoser.... zercheró de far na tabelle.
Allegati
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Messaggio da babatriestina »

jacum ha scritto: el primo xe un francexe del 1580 a cui el libro se riferisi come "forsi"prima edizion (?)
.
el francese xe Montaigne: el filosofo autor dei Essais ( Saggi) El articolo de wiki riporta
Un diario di viaggio

Nel 1580 e nel 1581 effettuò un lungo viaggio in Francia, Svizzera, Germania ed Italia, nella speranza di trovare beneficio nelle acque termali per combattere la calcolosi renale di cui soffriva. Dopo aver sostato brevemente a Verona ed a Venezia, fu a Roma, dove rimase fino all'aprile del 1581, ricevuto con tutti gli onori. A maggio ripartì e visitò più approfonditamente la Toscana (passando per le Marche dove fu colpito favorevolmente dalla città di Macerata ) ,dove era già passato nell'autunno dell'anno precedente. Rimase favorevolmente impressionato da Lucca, Pistoia ed altri centri minori, ma non da Firenze che trovò incomparabilmente meno bella di Venezia. Si trattenne lungamente a Bagni di Lucca, per sottoporsi alla cura delle acque.

A settembre dello stesso anno, ebbe notizia della sua nomina a sindaco di Bordeaux e prese la via del ritorno. Le annotazioni sul lungo viaggio furono da lui raccolte nel Journal du voyage en Italie par la Suisse et l'Allemagne - Diario del viaggio in Italia attraverso la Svizzera e la Germania - pubblicato soltanto due secoli dopo nel 1774. Rimane essenzialmente un libro di straordinario interesse contenente varie notizie sull'Italia (usi - costumi - tradizioni) che l'autore ammirava moltissimo..

el libro, nell'edizion
Montaigne, Michel Eyquem : de
Titolo Viaggio in Italia / Montaigne ; prefazione di Guido Piovene
Pubblicazione Roma ; Bari : Laterza, 1991
Descrizione fisica XVII, 390 p. : ill. ; 21 cm.
Collezione Storia e societa
Titolo uniforme · Journal du voyage de Michel de Montaigne en Italie par la Suisse et l'Alemagne. -
Numeri ISBN - 88-420-3729-X
se trova a Trieste alla Biblioteca Statale in Largo papa Giovanni ; altre due edizioni alla bibliteca general universitaria sempre de Trieste.
però, se gavè pazienza e savè el francese, ve lo podè scarigar de sta pagina qua:
http://humanities.uchicago.edu/orgs/mon ... ib/JV1.PDF
però xe de notar che la bibliografia presentada parla in general de viaggi in Italia , e in sto suo viaggio Montaigne no xe passado per Trieste, gnanca andando in Germania, perchè el par passado più a ovest: una parte del libro xe scritta in italian, in omaggio ai loghi.


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Messaggio da rofizal »

babatriestina ha scritto:però xe de notar che la bibliografia presentada parla in general de viaggi in Italia , e in sto suo viaggio Montaigne no xe passado per Trieste, gnanca andando in Germania, perchè el par passado più a ovest
e infati ieri go pasado una bona parte del pomerigio (visto anche el fredo e ela bora :( ) cercando de troavr qualcosa su sti libri. Go trovà qualchedun (go xercado solo un 3-4 de lori) ma no i parlava de Trieste o no i agiungeva niente de novo. Ma ghe ne xe tanti...


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Messaggio da rofizal »

jacum ha scritto:voleria capir cossa xe un kil, un tre quarti de posta
Le poste iera le stazioni de cambio dei cavai. Poiché i cavai xe eseri viventi e no motori, i se stanca e, se se vol continuar el viagio ininterotamente, ogni tanto bisogna o farli risposar o cambiarli. Cusì i li atacava ala diligenza (o quel che iera) ala partenza e poi i rivava a un posto dove i gaveva cavai freschi e riposadi, oltre che speso anche albergo e tratoria per el riposo e el ristoro dei viagiatori (se el veicolo no ripartiva subito). I stacava i cavai stanchi e i atacava quei "novi". La distanza tra una stazion de posta e l'altra no credo fusi fissa, perché dipendeva anche dala dificoltà dela strada (per esempio pianura o salita).

Per quanto riguarda i "kil. ", forsi ne podesi iutar una tabelina de monete e pisure che gavevo meso sul vecio sito e iero convinto de gaver meso anche qua. No la trovo, cusì rimedierò adeso.


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Messaggio da rofizal »

Go meso la tebelina dele monete e misure e diria che "kil." dovesi star per Klafter o Tesa di Vienna (ma perché la "I"?), che corispondi a 1,896406 metri... va beh... disemo poco meno de due metri (1,90 m per eser più precisi) :wink:


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Messaggio da jacum »

edizion del 1817 in francexe:

de trieste i dixi do parole cuindi el viagio i lo fato tra ste due edizioni.
Allegati
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Messaggio da AdlerTS »

rofizal ha scritto:Go meso la tebelina dele monete e misure
[mod] ...e go spostado proprio là tuta la discussion che seguiva, che me pareva mejo. [mod]


Mal no far, paura no gaver.
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Messaggio da babatriestina »

AdlerTS ha scritto:
rofizal ha scritto:Go meso la tebelina dele monete e misure
[mod] ...e go spostado proprio là tuta la discussion che seguiva, che me pareva mejo. [mod]
MOD2 tranne el post che se riferiva al viaggio de sior Vallardi, che ghe competi qua /MOD2 :-D


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