famiglie di colombi
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famiglie di colombi
…….. il colombo, con 309 specie, è distribuito in tutto il mondo ad accezione dell`Artico e dell`Antartide.
……..le colombe: di superpopolazione, piaga e grave danno delle città, simbolo della pace…..
e così belle, come si fa a non amarle?
Osservando questo avvenimento si scopre un`immagine che stupisce e allieta.
In campagna dove abbondano gli uccelli, mamma colomba - Piccione selvatico o terraiolo, Paloma doméstica, Rock Pigeon, Columba livia- presenta i suoi due piccioncini nati nella prima settimana di primavera nel nido appena appoggiato tra i rami della sempreverde rampicante ‘Enamorada del muro’ Phicus pumila
Fotografie 3ª. scattata 9 giorni dopo le prime; il cambiamento nella crescita è veloce!
Fotografie 4ª. e 5ª.: dopo altri 5 giorni si vedono i piccioncini robusti! Si drizzano nel momento di udire la mamma, che da un tetto vicino si annuncia con il suo tubare mentra mi guarda forse con diffidenza….e dopo in un volo deciso si aggrappa al nido e molto probabilmente sta imbeccando i piccoli dietro le foglie.
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e così belle, come si fa a non amarle?
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In campagna dove abbondano gli uccelli, mamma colomba - Piccione selvatico o terraiolo, Paloma doméstica, Rock Pigeon, Columba livia- presenta i suoi due piccioncini nati nella prima settimana di primavera nel nido appena appoggiato tra i rami della sempreverde rampicante ‘Enamorada del muro’ Phicus pumila
Fotografie 3ª. scattata 9 giorni dopo le prime; il cambiamento nella crescita è veloce!
Fotografie 4ª. e 5ª.: dopo altri 5 giorni si vedono i piccioncini robusti! Si drizzano nel momento di udire la mamma, che da un tetto vicino si annuncia con il suo tubare mentra mi guarda forse con diffidenza….e dopo in un volo deciso si aggrappa al nido e molto probabilmente sta imbeccando i piccoli dietro le foglie.
"Todo lo bueno me ha sido dado"
- sono piccolo ma crescero
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- Località: Trieste
Facendo ordine tra i vecchi libri giacenti nella casa che fu di mia mamma e mio papà ne ho trovato uno che mi era stato regalato quando ero bambino: "Nel regno degli animali" di A. E. Brehm. E' la versione ridotta a due volumi di un'opera monumentale in 10 o 12 volumi che solo i tedeschi sanno fare. Confesso che da bambino sfogliai le figure, lessi qualche piccolo passo e poi niente. Da vecchio mi sono messo a leggerlo. E' una lettura interessante, scorrevole, quasi piacevole; le forme e le abitudini degli animali sono descritte con molta maestria e mi sembra anche con precisione. Non può non stupire l'antropocentrismo che pervade l'opera: vengono dati, ad esempio, giudizi morali sul fatto che le femmine se la passino con più maschi, che i maschi non partecipino all'allevamento della prole, o sulle abitudini di caccia (eticamente accettabile mi è sembrata la caccia ad altri animali nocivi, meno quella agli animali utili); parlando della vipera, poi, dice "il marasso rimane cattivo per tutta la vita ... in realtà nessun altro animale dei nostri climi merita quanto esso di venir distrutto senza pietà."; e così via. Si vede che 150 anni non sono passati invano e che in mezzo c'è stato Konrad Lorenz e la sua etologia.
Comunque non è per questo che ne parlo. In quest'opera monumentale cita anche Trieste. Ne parla quando tratta dei ... colombi, o, come dice la traduzione che ho io, del Piccione Torraiolo, che non è proprio quello che vive in città, che dovrebbe essere il piccione domestico, con lo stesso nome scientifico però, columba livia), ma è il suo cugino di campagna.
Dopo aver specificato che in Germania non nidifica (chissà, gli avranno fatto qualche ingiunzione di sgombero con divieto di sporcare le strade ), dice che "Nei dintorni di Trieste vive dappertutto dove siano località adatte; sul Carso frequenta specialmente le numerose cavità imbutiformi, spesso molto profonde sotto il livello del terreno; in Istria, Dalmazia, Grecia ed Asia minore e in tutte le isole greche abita sulle scogliere presso il mare non meno che sulle alte montagne."
Mi hanno detto che sul Carso triestino esiste ancora una colonia di piccioni selvatici, che vive sulle cosiddette falesie di Duino e questi dovrebbero due stormi in volo, distinguibili, a mio avviso, da quelli di piazza dell'Unità, solo per fede.
Quelli che vediamo in città sono caratterizzati da una certa varietà di piumaggio; i discendenti più diretti di quelli selvatici dovrebbero essere questi
che ne conservano il piumaggio originale, grigio e con le due barre scure caratteristiche, ma se, in città, vi guardate attorno ne vedrete ... di tutti i colori!
Comunque non è per questo che ne parlo. In quest'opera monumentale cita anche Trieste. Ne parla quando tratta dei ... colombi, o, come dice la traduzione che ho io, del Piccione Torraiolo, che non è proprio quello che vive in città, che dovrebbe essere il piccione domestico, con lo stesso nome scientifico però, columba livia), ma è il suo cugino di campagna.
Dopo aver specificato che in Germania non nidifica (chissà, gli avranno fatto qualche ingiunzione di sgombero con divieto di sporcare le strade ), dice che "Nei dintorni di Trieste vive dappertutto dove siano località adatte; sul Carso frequenta specialmente le numerose cavità imbutiformi, spesso molto profonde sotto il livello del terreno; in Istria, Dalmazia, Grecia ed Asia minore e in tutte le isole greche abita sulle scogliere presso il mare non meno che sulle alte montagne."
Mi hanno detto che sul Carso triestino esiste ancora una colonia di piccioni selvatici, che vive sulle cosiddette falesie di Duino e questi dovrebbero due stormi in volo, distinguibili, a mio avviso, da quelli di piazza dell'Unità, solo per fede.
Quelli che vediamo in città sono caratterizzati da una certa varietà di piumaggio; i discendenti più diretti di quelli selvatici dovrebbero essere questi
che ne conservano il piumaggio originale, grigio e con le due barre scure caratteristiche, ma se, in città, vi guardate attorno ne vedrete ... di tutti i colori!
- babatriestina
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c'è anche a casa mia, Brehm: Tierleben kleine Ausgabe, cioè versione ridotta, solo 5 volumi!!:-D anno 1934 e scritta in tedesco e per di più in caratteri gotici. Trattandosi di di un trattato più o meno scientifico, solo papà riusciva a decifrarla. la conservo in sua memoria, ma ho problemi a consultarla, più difficile , per me, del Meyers.sono piccolo ma crescero ha scritto: "Nel regno degli animali" di A. E. Brehm. E' la versione ridotta a due volumi di un'opera monumentale in 10 o 12 volumi che solo i tedeschi sanno fare.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- nonna ivana
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Ma che bello...la leggerei volentieri la versione gotica!!!
Sono patita dei caratteri!
Anni fai comprai a Dobbiaco un interessante libro di cucina, che riproduceva le ricette delle casalinghe parrocchiane di Merano nella stesura a mano, e qualcuna era pure in grafia gotica e con la titolare dell'albergo ci siamo divertite a interpretare.
Quasi quasi ci prendevo più io...e sapete perché?
Traducevo dal tedesco utilizzando un Langenscheids Taschenwoerterbuch Deutsch-Italienisch, ed. 1932 (che tengo molto caro) regalatomi da un signore turco, che, poveretto, non sapeva che farsene!!!!
Scusate l'intromissione!!!
(ora mi stimolate a fotografare anche uccelli, oltre che fiori!!!)
Sono patita dei caratteri!
Anni fai comprai a Dobbiaco un interessante libro di cucina, che riproduceva le ricette delle casalinghe parrocchiane di Merano nella stesura a mano, e qualcuna era pure in grafia gotica e con la titolare dell'albergo ci siamo divertite a interpretare.
Quasi quasi ci prendevo più io...e sapete perché?
Traducevo dal tedesco utilizzando un Langenscheids Taschenwoerterbuch Deutsch-Italienisch, ed. 1932 (che tengo molto caro) regalatomi da un signore turco, che, poveretto, non sapeva che farsene!!!!
Scusate l'intromissione!!!
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ivana
la curiosità è il colore della mente
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- babatriestina
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- babatriestina
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eccotela qua:nonna ivana ha scritto:Ma che bello...la leggerei volentieri la versione gotica!!!
così puoi verificare se la versione italiana citata sopra corrisponde all'originale tedesco.
E già che ci siamo, un'immagine della pagina a colori dedicata ai colombi, purtroppo la pagina si era un po' attaccata in decenni che nessuno la apriva
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- nonna ivana
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Grazie!!!
Giusta la traduzione!
Guardando questa illustrazione mi fate venir voglia di guardare un altro libro che ho chissà dove, scritto e illustrato nell'ottocento, che riguarda, mi pare, gli uccelli della mia zona, o Emilia Romagna...e penso ci siano delle descrizioni sulla stregua di quelle che ha riscontrato Sono Piccolo, ma crescerà!
...solo che qui, cari amici, c'è sempre da lavorar sodo, e mi distogliete dalle mie incombenze culinarie e domestiche!
Grazie tantissime...comunque!!!!
Giusta la traduzione!
Guardando questa illustrazione mi fate venir voglia di guardare un altro libro che ho chissà dove, scritto e illustrato nell'ottocento, che riguarda, mi pare, gli uccelli della mia zona, o Emilia Romagna...e penso ci siano delle descrizioni sulla stregua di quelle che ha riscontrato Sono Piccolo, ma crescerà!
...solo che qui, cari amici, c'è sempre da lavorar sodo, e mi distogliete dalle mie incombenze culinarie e domestiche!
Grazie tantissime...comunque!!!!
ivana
la curiosità è il colore della mente
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Colombo, piccione selvatico, piccione domestico, piccione torraiolo... si tratta sempre della stessa specie: Columba livia.
Gli esemplari rimasti selvatici, anche come caratteristiche genetiche, vivono, come giustamente detto, sulle rocce, da cui anche il nome inglese di Rock Dove. Da noi naturalmente in costiera (in quelli della foto 2 di sonopiccolo si vedono molto bene i gropponi chiari, segno abbastanza distintivo, anche se non sufficiente, di selvaticità), cave e all'imbocco di cavità naturali.
Da questi derivano quelli domestici, in inglese Feral Pigeon (curioso che la stessa specie venga chiamata Dove o Pigeon a seconda della varietà), che naturalmente presentano una variabilità molto grande, come appunto la conosciamo nei piccioni di città.
Su questa variabilità ci ha lavorato molto l'uomo selezionatore per ricavarne varie razze ornamentali, da carne, i noti viaggiatori, eccetera, tutti, ripeto, della stessa specie.
Danilo Mainardi racconta in un suo libro (non ricordo quale) di un suo piacevole passatempo, quello di sedersi su una panchina in piazza a Parma e guardare i colombi e leggere la storia della colombofilia italiana. Perché sapeva riconoscere in alcuni individui degli accenni di caratteristiche di razze e varietà particolari che, sfuggiti al loro destino, sono andati ad "inquinare" il patrimonio genetico dei colombi di città.
Gli esemplari rimasti selvatici, anche come caratteristiche genetiche, vivono, come giustamente detto, sulle rocce, da cui anche il nome inglese di Rock Dove. Da noi naturalmente in costiera (in quelli della foto 2 di sonopiccolo si vedono molto bene i gropponi chiari, segno abbastanza distintivo, anche se non sufficiente, di selvaticità), cave e all'imbocco di cavità naturali.
Da questi derivano quelli domestici, in inglese Feral Pigeon (curioso che la stessa specie venga chiamata Dove o Pigeon a seconda della varietà), che naturalmente presentano una variabilità molto grande, come appunto la conosciamo nei piccioni di città.
Su questa variabilità ci ha lavorato molto l'uomo selezionatore per ricavarne varie razze ornamentali, da carne, i noti viaggiatori, eccetera, tutti, ripeto, della stessa specie.
Danilo Mainardi racconta in un suo libro (non ricordo quale) di un suo piacevole passatempo, quello di sedersi su una panchina in piazza a Parma e guardare i colombi e leggere la storia della colombofilia italiana. Perché sapeva riconoscere in alcuni individui degli accenni di caratteristiche di razze e varietà particolari che, sfuggiti al loro destino, sono andati ad "inquinare" il patrimonio genetico dei colombi di città.
Concordo pienamente. E' bello avere in casa l'opera del Brehm (io ho trovato anni fa in ghetto una versione ridotta in 4 voll della Vita degli animali della BUR) ma meglio non fare tanto affidamento sul testo, se non per qualche curiosità e appunto per apprezzare l'evoluzione del pensiero scientifico nell'ultimo secolo.sono piccolo ma crescero ha scritto:Si vede che 150 anni non sono passati invano e che in mezzo c'è stato Konrad Lorenz e la sua etologia.
Su Brehm ed altri componenti della sua famiglia avevo già accennato qualcosa qui:
https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?t=750
Re: famiglie di colombi
E questa che specie è ? Particolarmente evoluta ?
"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"
Antoine de Saint-Exupéry
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- sono piccolo ma crescero
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Re: famiglie di colombi
Questo a Trieste si chiama cocal, in italiano gabbiano reale e per gli scienziati Larus Cachinnans Michaellis.mandi_ ha scritto:E questa che specie è ? Particolarmente evoluta ?
https://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic ... 1&start=15
E' un tipico uccello di mare che però, trovando cibo di suo gradimento nella spazzatura, si è diffuso anche all'interno.
Ad averne un nido vicino a casa si fa fatica a definirlo "cocolo" come lo definisci nel nome della tua foto, per il suo verso sgraziato e forte (cachinno in latino vuol dire sghignazzare). Può essere anche aggressivo e a Trieste ci sono stati dei casi di aggressione all'uomo (non so quanto documentati).
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
Re: famiglie di colombi
Grazie della precisasion :ho sbagliato topic . E sì che ne ho visti tanti de cocai. Ma non sapevo, donna di montagna, che i cocai fossero così diffusi a Trieste (anche se ne ho notati tanti, al castello, per le vie).
Povero uselin, cambià de nome, chiamato anche "Cachinnans". Io lo trovo sempre cocolo, ma non sta sulla mia terrazza (io ho i colombi e i merli, che mi beccano le piante ...e sporcano). Però questo cocai dirigeva bene il traffico, diamogli atto.
Mandi
Povero uselin, cambià de nome, chiamato anche "Cachinnans". Io lo trovo sempre cocolo, ma non sta sulla mia terrazza (io ho i colombi e i merli, che mi beccano le piante ...e sporcano). Però questo cocai dirigeva bene il traffico, diamogli atto.
Mandi
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Antoine de Saint-Exupéry
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Re: famiglie di colombi
A mi sti cocai no i me xe per niente cocoli! I ga distrutto il nido che la cinciallegra gaveva fatto nella scatola dei contatori per il quarto anno di seguito.
Re: famiglie di colombi
Per l'amor di Dio, possiamo tornare ai colombi? Ho cambiato gli occhiali ed adesso penso di saper distinguere un cocai da un colombo. Allora vi invio un colombo che disturba tutti i giorni anche me, così, per par conditio. Ma insisto, quell'uselin che ho fotografà iera simpatico, che si chiami cocai o colombo o piccione o cachulinus. Tutto è relativo. Io ho visto tanti cocai, ma qui dove vivo io non ce ne sono, perciò i me pias. Qui da me ci sono tanti bei colombi che dà fastidio, falchi, merli,passerotti,ma cocai no.
A proposito ,la foto stavolta è quella di un colombo, di un piccione o di un coccodrillo? Non si sa mai.
Ciao Mandi
A proposito ,la foto stavolta è quella di un colombo, di un piccione o di un coccodrillo? Non si sa mai.
Ciao Mandi
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- colombo.jpg (10.67 KiB) Visto 2397 volte
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Antoine de Saint-Exupéry
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Re: famiglie di colombi
Colombo, piccione, nome scientifico columba livia come ne insegna Zigolo...
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
- sum culex
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Re: famiglie di colombi
Un picio contributo con due foto sui colombi fate l'altra setimana in piazza Oberdan fazendo le prove dela machina nova.
ciao
sum culex
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sum culex
-
- ixolan
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- Iscritto il: ven 16 gen 2009, 19:04
- Località: BC, Canada
Re: famiglie di colombi
El comploto colombaro:
"Alora, ogi – la statua de Giusepe Verdi, dacordo?"
"Dacordo !"
"Dacordo!"
"..'cordo!
"..'cordo anche mi!"
"Alora...Toni, ti te ghe adorni el sopracilio sinistro sinistro.
Mario, ti el destro.
Enzo, ti el naso e visto che te son de strada molighe anche un per de longhe sula barba.
El resto, improvise come che ve par!"
Arnie
"Alora, ogi – la statua de Giusepe Verdi, dacordo?"
"Dacordo !"
"Dacordo!"
"..'cordo!
"..'cordo anche mi!"
"Alora...Toni, ti te ghe adorni el sopracilio sinistro sinistro.
Mario, ti el destro.
Enzo, ti el naso e visto che te son de strada molighe anche un per de longhe sula barba.
El resto, improvise come che ve par!"
Arnie
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