Trieste nel 1817-18 secondo W.A. Cadell

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rofizal
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Messaggio da rofizal »

continuazione...

Un altro fiume nelle vicinanze di Trieste che sembra avere un percorso sotterraneo, è il Timavo, vicino a Montefalcone, sulla strada che da Trieste porta a Udine e Venezia. Sgorga improvvisamente dalle rocce, e dopo un breve percorso sfocia in mare.


Nota:

Caverne con stalattiti, e fiumi con percorsi sotterranei, si trovano in altre zone, costituite da calcari a piccola struttura granulare [non sono sicuro della giusta traduzione di “small-grained”]. Il calcare vicino a Trieste è probabilmente della stessa formazione del calcare di Buxton e Castleton nel Derbyshire, dove grandi caverne sono somiglianti a quelle della Carniola, e del calcare nel quale scorre il Rodano dopo aver lasciato il lago di Ginevra.

La quantità di acqua del Rodano è molto più considerevole dopo l'uscita dal lago, e dopo la sua unione con l'Arve, che avviene alcune miglia dopo; l'acqua se ne va dalla fessure della roccia calcarea, e nel posto detto La Perte du Rhône, il fiume scorre per alcune centinaia di piedi sotto una copertura di strati di calcare, e poi riemerge.

Vicino Dovedale, nel Derbyshire, parte dell'acqua se ne va in fessure della roccia calcarea, e si unisce al canale principale del fiume, dopo aver percorso sottoterra una distanza di diverse miglia.


------------------------------


Segue ora una vasta parte dedicata alle miniere di Idria che, pur essendo importanti anche per Trieste, rimanderei eventualmente ad un momento successivo,

Tornerei invece ora a riprendere la piccola parte finale del primo capitolo, dove parla delle comunicazioni tra Trieste e Venezia. Ma prima una piccola sosta.


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Messaggio da rofizal »

Come promesso, ecco la parte finale del primo capitolo.

------------

Lasciando Idria, una buona strada ci conduce per dodici o quindici miglia in gran parte lungo le creste delle colline, fino ad arrivare a Lohitsch, sulla grande strada che porta da Vienna a Trieste, e verso quest'ultima sono ripassato attraverso Adelsberg, ecc.

Il transito di merci su questa strada è veramente notevole. Zucchero, caffè, limoni, e altri articoli, importati in Trieste, vengono inviati a Vienna e alle circostanti parti dei dominii austriaci; e il vetro di Boemia, e altri prodotti di questi paesi, viene portato a Trieste per essere spedito. La strada, tuttavia, è accidentata, e non è tenuta in un sufficiente stato di manutenzione per facilitare il passaggio dei numerosi carri a quattro ruote, ognununo dei quali è trainato da molti cavalli. Le strade di grande comunicazione in Italia sono tenute in una condizione di gran lunga migliore.

La diligenza da Vienna a Trieste, che viaggia tutta la notte, ad eccezione di una notte a Grätz, e compie il viaggio, di circa 300 miglia inglesi, in otto giorni, è un veicolo pesante a forma di carrozza, e sospesa su molle in acciaio. Sebbene non eccellente, è migliore dei trasporti pubblici in Hannover e Sassonia, e non peggiore di diverse diligenze in Francia, ma queste ultime sono ora migliorate con l'adozione di carrozze costruite con il sistema inglese. Ci sono anche carrozze che vanno tra Trieste e Vienna, quando hanno completato il numero previsto di passeggeri, e viaggiano con gli stessi cavalli, sostando la notte. I viaggiatori che prendono cavalli di posta possono avere un calesse ad ogni stazione di posta, per i quali viene addebitato un nolo fisso, ma questi calessi non sono molto spaziosi, così è meglio per chi viaggia lontano con cavalli di posta il procurarsi una carrozza per l'intero viaggio.

Continua...


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Messaggio da rofizal »

continuazione...

Vi sono numerose barche che trasportano merci tra Trieste e Venezia. Esse sono come le altre navi costiere dell'Adriatico, di circa trenta tonnellate di stazza, con due alberi, e una vela al quarto [o al terzo] talvolta di tipo latino, per ogni albero. Con queste vele sono in grado di navigare bene in favore di vento, ma non possono bordeggiare controvento così bene come le imbarcazioni sloop-ridged [vascelli ad un solo albero?]. Con una di queste barche mi sono recato da Trieste a Venezia. I passeggeri hanno l'uso di una cabina e letti, ma non devono aspettarsi un alloggio molto confortevole. Poco dopo il tempo di cui parlo, è stato costruito dal Console americano un battello a vapore, destinato al trasporto di persone da Trieste a Venezia,.

La distanza è di settanta miglia inglesi, e si percorre in dodici ore, con un buon vento, ma essendo il vento sfavorevole, abbiamo sostato nel porto di Pirano, una piccola città in Istria, con una torre di una chiesa costruita sul modello della torre di San Marco a Venezia. Si può vedere il leone veneziano scolpito su diversi edifici, essendo appartenuta la città alla Repubblica. E' abitata da mariani, che, come gli altri velisti in questa parte dell'Adriatico, indossano un grande cappotto marrone con un cappuccio che arriva oltre la testa.

La camera di commercio di Trieste, nel 1818, ha eretto un faro vicino a Pirano, illuminato dal gas prodotto dal carbone della miniera.

A Pola su questa costa, quaranta miglia a sud di Trieste, vi sono i resti di un edificio romano, costituito da un muro di forma ellittica di tre piani, con arcate rustiche come il muro esterno dell'anfiteatro di Verona. Maffei (Verona Illustr. Parte quarta) ritiene che questa costruzione deve essere stata un teatro e non un anfiteatro, dove i sedili sono su un solo lato, e viene costruito sul declivio di una collina. La lunghezza, secondo i calcoli dell'autore, è di 416 piedi inglesi, l'altezza di 97. E' l'unico muro romano di forma ellittica che rimane oggi intero in tutta la sua circonferenza; circa la metà del recinto dell'anfiteatro di Roma, e la maggior parte del recinto di Verona, sono da tempo crollati.

Diventando il vento favorevole, siamo salpati da Pirano, e siamo arrivati al porto del Lido, l'ingresso della Laguna, dove vi è un forte a guardia del passaggio, e da dove, dopo un noioso controllo dei bagagli da parte degli ufficiali della dogana, abbiamo proceduto in battello per una distanza di due o tre miglia fino a Venezia.

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Si è così concluso il primo capitolo dove si parlava di Trieste e delle zone limitrofe. Resta, come detto, la parte riguardante le miniere di Idra.


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Messaggio da rofizal »

Go dimenticà de meter questo diesgno dal libro.
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Barche in Adriatico 1820.jpg


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Messaggio da babatriestina »

rofizal ha scritto: Il lago chiamato Czirknitzer See [Zirknitzer See, in sloveno: Cerkniško jezero] .
esisti anche un nome italian, lago Circonio


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Messaggio da rofizal »

Prima de proseguir con Idria, me par utile riportar quel che scrivi Wikipedia italian sula Carniola, tanto per ciarir le idee a chi ancora no le gavesi. Dopotuto no xe che se parli ogni giorno de Carniola nela vita de ogi.
La Carniola (sloveno: Kranjska, tedesco: Krain) è una provincia tradizionale della Slovenia, comunamente considerata il nucleo storico e centrale della nazione slovena.

La sua capitale storica, Lubiana, è oggi la capitale della Repubblica e rappresenta, assieme all'area circostante, la regione economica più propulsiva del Paese e il suo centro economico, culturale e politico.

Nei secoli passati, sotto il dominio degli Asburgo, era popolata quasi totalmente da sloveni, a differenza della Stiria, Carinzia, Gorizia e Gradisca, Trieste e dell'Istria, dove la popolazione slovena era solo una delle varie componenti, a fianco di tedeschi, italiani, croati o ungheresi. Per questa ragione, come per il suo posizionamento geografico, la regione assunse gradualmente, a partire dal XVI. secolo, una posizione di centralità tra i territori popolati da sloveni. Per un breve periodo, a cavallo tra il settecento e l'ottocento, la denominazione "carniolino" (slov. Kranjec, kranjski) venne usata, particolarmente negli ambienti letterari, come sinonimo per l'intero popolo sloveno e la sua lingua.

Nel 1918, la maggior parte della Carniola passò al nuovo Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, mentre la parte occidentale della regione, con le cittadine di Postumia, Villa del Nevoso, Idria, Vipacco e Sturie fu annessa all'Italia. Con questa scissione, la Carniola cessò di esistere come una regione autonoma. Oggi, questa denominazione viene usata solo in un contesto storico, mentre nell'uso attuale prevalgono le denominazioni di "Alta Carniola" (Gorenjska), "Bassa Carniola" (Dolenjska), "Carniola Interna" (Notranjska) e "Carniola Bianca" (Bela krajina).
Ed eco una cartina basada in parte da una mappa del "Historical Atlas" del Prof. William R Shepherd, pub. Henry Holt & Co. (New York, 1911), sempre da wikipedia, sempre per farse una idea più ciara.
Allegati
fonte: Wikipedia
fonte: Wikipedia


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Messaggio da rofizal »

E questo invece, sempre da Wikipedia, quel che se trova su Idria:
Idria (in sloveno Idrija, in tedesco Idria) è un comune di 11.990 abitanti della Slovenia occidentale.

È nota per le sue miniere di mercurio (oggi non più attive), e per la produzione di pizzi. Il mercurio vi venne scoperto nel 1497 da Virgilio Formentini, e l'estrazione venne messa in mani governative nel 1580.

Secondo una leggenda, un fabbricante di secchi, che lavorava presso una sorgente locale, individuò una piccola quantità di mercurio liquido oltre 500 anni fa. Idria è uno dei pochi luoghi al mondo dove il mercurio si trova sia nella sua forma liquida sia come minerale di cinabro (solfato di mercurio). Il pozzo di ingresso sotterraneo alle miniere, noto come "Antonijev rov" ("Pozzo di Antonio") viene usato oggi per visite ai livelli superiori, completati con modelli a dimensione naturale dei lavoratori nel corso delle epoche. I livelli più bassi, che arrivano a quasi 400 metri di profondità, non sono più sfruttati.

Dal 1783 al 1918 la zona di Idria fece parte della Carniola. Dopo la prima guerra mondiale fu annessa all'Italia (1919) e venne congiunta alla Provincia di Gorizia. Nel 1947 la sovranità passò alla Jugoslavia. La componente italiana, presente in modo marginale sino a quel momento, è oggi quasi scomparsa.

La città fantasma di New Idria (California), luogo di estrazione del mercurio durante la Corsa all'oro californiana del XIX secolo, prese il nome da Idria.


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Messaggio da rofizal »

Per far capir la posizion de Idria (quanti ghe xe mai stadi?) la roba migliore me par questa vision dal satelite de Virtual Earth. Quindi a nord de Postumia, poco più su de Gorizia (come latitudine).
Allegati
mappa Idria.jpg


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Messaggio da rofizal »

A questo punto vedemo de completar con la parte relativa a Idria e le sue miniere. Per quanto no proprio tacada a Trieste, Idria credo gabi rivestido una certa importanza per l'economia dela nostra cità, che se trova sul libro de cui stemo parlando.

----------------

Idria si trova a sessanta miglia inglesi da Trieste, e può essere visitata da Laybach, venendo da Vienna verso Trieste. La piccola città di Idria, con il suo vecchio castello baronale, la chiesa, e la via crucis o calvario in una forma a serpentina che i viaggiatori tendono a scambiare per degli impianti metallurgici, è situata in una profonda valle, circondata da verdi e alte montagne calcaree. Il più ampio orizzonte visto dall'alto, è delimitato dalle lontane montagne, in questa stagione (l'inizio di novembre), ricoperte di neve.

I boschi coprono una parte delle colline, e aggiungono bellezza al paesaggio. Essi sono costituiti da faggi, frassini, betulle, ciliegi, peri e meli. Non ho visto larici, che sono comuni nella vicina provincia della Stiria. L'abete rosso (Pinus abies) è il più frequente della specie degli abeti. Ci sono alcuni abeti bianchi, e pini silvestri, (P. silvatica.) crespini, ginepri, e si può pure incontrare l'elleboro, chiamato rosa di Natale.

Le felci [??, ma in inglese “fern” non sembra avere altre traduzioni] vengono raccolte, e conservate su un riparo composto di pali orizzontali, per essere utilizzate come lettiera per il bestiame, e, per lo stesso scopo, vengono raccolte foglie di faggio in cesti fatti di anelli metallici [?? anche qui “hoops” o se lo traduce come “cerchi”, ma di cosa?, o come “anelli metallici].


Nota:
Questi ripari, o fienili stretti, vengono utilizzati in altre parti della Carniola per stendervi il frumento [o grano saraceno]. Il riparo è costituito da due pali in posizione verticale di venti piedi di altezza. Attraverso fori nei pali verticali, vengono messi dei pali orizzontali, unendo così i due pali verticali. Su questi pali, viene posto il grano saraceno, e altri tipi di foraggio. Una stretta tettoia di assi copre il tutto, passando da un palo all'altro. Anche i covoni di fieno sono fissati a volte su un palo posto in posizione verticale.


Continua....
Allegati
Riparo e pali sui quali viene accatastato in Carniola il grano saraceno<br />e<br />fienile ai lati del quale in Carniola viene appeso il granturco<br /><br />(da Wikipedia)
Riparo e pali sui quali viene accatastato in Carniola il grano saraceno
e
fienile ai lati del quale in Carniola viene appeso il granturco

(da Wikipedia)


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Messaggio da rofizal »

Correzione: el disegno no xe oviamente trato da Wikipedia, ma dal nostro libro. :wink:


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Messaggio da jacum »

grazie rofizal e complimenti :clapping_213:


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Messaggio da rofizal »

Grazie a ti, ma no xe ancora finida. :wink:

continuazione...

Il granturco è un buon affare coltivato in altre parti della Carniola; se ne può vedere in abbondanza sulla strada per Vienna, tra Grätz e Cilli, in Stiria, ed è parzialmente coltivato, fino a nord di Praga, vicino alla latitudine 50°. Zucche sono anche coltivate in notevole quantità in Stiria e Carniola. Vengono tagliate in spicchi, e date ai maiali e alle mucche.

Il ruscello che scorre da Idria, visto dall'alto, appare di un colore blu verdastro. L'acqua, vista da vicino, è incolore e trasparente. Questo colore verde si può osservare in altri fiumi che scorrono sul calcare. E' vistoso nel Rodano, all'uscita dal lago di Ginevra.

La miniera, da cui si ottiene il minerale di mercurio, è profonda 450 piedi. Siamo scesi per mezzo di una scala, con gradini di pietra, inclinata di circa 35 gradi verso l'orizzonte. Viene impiegata una grande quantità di legno per sostenere le gallerie della miniera. Questi pilastri di legno presero fuoco dieci o dodici anni fa, e fu necessario permettere all'acqua di riversarsi nella miniera fino a coprire e spegnere l'incendio. Ora vengono utilizzati pilastri di pietra e calce per il sostentamento, in alcune parti della miniera, al posto del legno. – In una delle gallerie c'è un altare, con una immagine della Vergine, e di san Giovanni Nepomuceno, un santo molto venerato dai cattolici a Praga, e nel sud della Germania. – L'imperatore Francesco, che effettuiò frequenti escursioni in diverse parti del suo dominio, è disceso in questa miniera nel 1816. Essa è stata visitata anche dall'Arciduca Giovanni, che coltiva e promuove le scienze naturali, fondatore della scuola di botanica e mineralogia, chiamata Joanneum, a Grätz, e da alcuni arciduchi, suoi fratelli. – Dopo aver passato attraverso diverse parti della miniera, siamo giunti ad un secchio, mosso da ruote d'acqua posizionate quaranta piedi più in alto, che azionano le pompe che mantengono la miniera asciutta. I barili delle pompe sono di bronzo, mentre il resto delle tubature della pompa sono in legno. In Gran Bretagna, l'insieme di barili e tubi, in situazioni analoghe, sono ora sempre di ghisa, che ha molti vantaggi, ma la ghisa fabbricata nei domini austriaci non è sufficientemente implementata per produrre tali articoli. Il salario quotidiano pagato ad un minatore è di diciassette kreuzers, pari a sette pence e mezzo penny in sterline. La roccia adiacente è a piccoli grani di calcare e, secondo il Ferber, il minerale si trova nella roccia scistosa, situata sotto il calcare (lettere di Ferber).


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Il minerale è per la maggior parte, di un colore bruno-rossastro. Alcuni pezzi sono ricoperti da un brillante rosso cinabro. Il mercurio è presente in combinazione con lo zolfo. Il mercurio nativo si trova in piccole quantità.


Nota:

Il minerale marrone di Idria, a causa del suo colore rosso bruno, viene chiamato in tedesco Quecksilber leber erz. Klaproth ha misurato il contenuto di un pezzo selezionato di questo minerale che risulta,
Mercurio, 818.
Zolfo, 137.5
Carbonio, 23.
Silice, 6.5
Allumina, 5.5
Ossido di ferro, 2.
Rame, 0.2
Acqua, 7.3
Totale, 1000,0


continua...


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Dopo l'estrazione del minerale dalla miniera, esso viene raccolto e suddiviso manualmente in diversi tipi. Viene quindi pesato dagli stampers [che dovrebbero essere “stampatori di metallo”, non essendo esperto di miniere, non so cosa esattamente siano], ed esposto contemporaneamente ad un flusso d'acqua. L'acqua porta via le piccole particelle del minerale pesato, e, correndo lungo un canale di legno, il minerale più ricco, che è anche il più pesante, scende giù e rimane sul fondo del canale in forma di melma. Nel successivo tratto del canale, viene depositato il minerale di minor peso specifico. Il minerale viene talvolta lavato in un setaccio di ferro, immerso in una vasca d'acqua, al fine di separare le parti più pesanti da quelle leggere. Viene anche fatto uso di grandi tavoli di lavaggio, inclinati ad un angolo di quattro o cinque gradi, e tenuti in un movimento tremante, mentre la melma e l'acqua passano su di esso.

Parte del mercurio nativo viene raccolto, lavando il minerale, e viene venduto ad un prezzo più alto di quello ottenuto mediante sublimazione, essendo considerato più libero da impurità.

Il minerale, essendo ridotto in polvere e assortito, è prossimo ad essere sottoposto al processo di sublimazione. A tal fine, ci sono forni a volta, all'interno dei quali si trovano due o tre livelli di reticoli di mattone. Sulle griglie di mattoni vengono messi bacinelle piatte di terra, che contengono il minerale senza aggiunte. Il fuoco è fatto nella parte inferiore del forno, sotto il reticolo di mattoni, e il mercurio si volatizza, e passa attraverso una ciminiera, in una camera di raffreddamento, dove si condensa, e resta in piccole gocce tra la fuliggine che copre le pareti. La fuliggine probabilmente contiene anche solforato di mercurio nero. La fuliggine e il mercurio vengono spazzati dalle pareti, e il mercurio viene raccolto in una cavità al centro del pavimento della camera di raffreddamento.

Continua...


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Il mercurio viene misurato da un recipiente di terracotta smaltata, con una fessura verticale alla sua estremità superiore, quando viene riempito fino alla parte inferiore della fenditura, il recipiente contiene venticinque libbre di mercurio. Questa porzione di venticinque libbre viene messa in un pezzo di pelle bianca, i bordi del quale vengono raccolti attorno al mercurio, e saldamente legati insieme, da molti giri di una stringa della dimensione del dito mignolo. La pelle, dopo essere stata legata, ha la forma di un sacchetto tondo, e il mercurio non può uscire, neanche per una forte pressione. Questo sacchetto viene messo in un fusto di legno della misura adatta, e tre di questi fusti sono messi in una robusta cassa di abete. Sotto questa forma viene spedito.

Il processo per fare il vermiglio non viene mostrato agli estranei. E' fatto di un gran numero di diverse tonalità, ed è stimato buono; parte di esso, forse, si avvicina alla brillantezza del vermiglio importato dalla Cina. Il vermiglio viene compresso come il mercurio; è confezionato in pelle marrone.

A Idria si fa anche il bicloruro di mercurio, il calomelano, e il nitrato rosso di mercurio chiamato precipitato rosso.

Gli operai delle fornaci di sublimazione riportano danni alla salute a causa dell'azione del mercurio sulla loro costituzione. I minatori non ne sono colpiti.

Durante i quattro anni nei quali Idria era in possesso dei francesi, venne lavorata una quantità molto maggiore di minerale, e prodotto più mercurio, che è ora fatto dal governo austriaco.

Il mercurio era stato precedentemente estratto da una miniera in Friuli da parte dei Veneziani. Almaden in Spagna, e Idria, sono ora le due più importanti miniere. Esso viene inoltre estratto a Deux Font. La miniera di Gualcavalica, in Sud America, è stata abbandonata.

Gran parte del mercurio di Idria viene inviato nell'America del Sud spagnola, allo scopo di estrarre l'argento dal minerale mediante il processo di amalgamazione.

Il processo per l'ottenimento di argento da minerale per amalgamazione, è nato nel Sud America spagnolo.
E' stato poi introdotto in Ungheria da Born, ma è stato in gran parte abbandonato.
In Sassonia il processo è svolto con molta attività, e con macchinari ben costruiti, nello stabilimento di amalgamazione a Halsbrücke, vicino Freyberg, come là vidi nel 1817.

…........

Siamo così finalmente arrivati al completamento di questo primo capitolo del libro, quello che ci interessava direttamente.


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Mi sembra ancora utile riportare quanto dice Wikipedia italiano ( http://it.wikipedia.org/wiki/Mercurio_(elemento) ) sul mercurio, per vedere quale sia la sua importanza odierna.
Il mercurio è un elemento chimico con simbolo Hg e numero atomico 80.

Si tratta di un metallo di transizione pesante, avente colore argenteo. Insieme al bromo è uno dei due elementi della tavola periodica ad essere liquido a temperatura ambiente. Nomi utilizzati anticamente per indicare il mercurio sono argentovivo e idrargirio o hydrargirium (Hydrargirium è il nome da cui derivano le lettere Hg).

Viene principalmente ottenuto per riduzione del cinabro [è il termine esatto, io avevo usato "vermiglio" che però mi pare indichi solo il colore].

Il mercurio trova principale impiego nella preparazione di prodotti chimici industriali e in campo elettrico ed elettronico. Viene usato nei termometri, barometri, sfigmomanometri, coulometri, pompe a diffusione e molti altri strumenti da laboratorio, scelto perché liquido, opaco e di elevata densità. Tra i suoi impeghi in campo elettrico ed elettronico rientrano la realizzazione di interruttori, elettrodi, pile. In campo medico, l'amalgama di mercurio con altri metalli è usato per realizzare le otturazioni dentali.

Nelle "celle a mercurio" viene utilizzato un elettrodo di mercurio liquido per condurre l'elettrolisi del cloruro di sodio in acqua, per produrre cloro gassoso e idrossido di sodio.

Il mercurio è stato usato anche come liquido di raffreddamento in alcuni tipi di centrale nucleare e per realizzare telescopi a specchio liquido.

Il mercurio ha trovato impiego anche nella purificazione dei minerali di oro e argento, attraverso la formazione di amalgama. Questo utilizzo, altamente inquinante e nocivo per l'ambiente e i minatori, è ancora diffuso nelle miniere d'oro del bacino del Rio delle Amazzoni, in Brasile.

I vapori di mercurio sono usati in alcuni tipi di lampade a fluorescenza.

Ancora più innumerevoli sono gli utilizzi dei composti chimici del mercurio: catalizzatori, coloranti, insetticidi. Molti degli usi comuni in passato, compresi erbicidi e farmaci, sono stati abbandonati per la tossicità del mercurio.

Storia
Il mercurio era già noto in tempi antichi in Cina e India, fu inoltre rinvenuto in tombe dell'Antico Egitto risalenti al 1500 AC. In Cina, India e Tibet si riteneva che il mercurio prolungasse la vita, curasse le fratture e aiutasse a conservare la buona salute. Si narra che il primo imperatore della Cina Qin Shi Huang Di sia impazzito e quindi morto per l'ingestione di pillole di mercurio che nelle intenzioni avrebbero dovuto garantirgli vita eterna. Gli antichi greci e romani lo usavano negli unguenti e come cosmetico.

Per gli alchimisti il mercurio era spesso visto come uno degli elementi primordiali che costituiscono la materia; la parola indù per "alchimia" è rasavātam che significa letteralmente "la via del mercurio"; si riteneva che cambiando il tipo e tenore di zolfo, il mercurio poteva essere trasformato in qualsiasi altro metallo, in special modo l'oro.

Il simbolo chimico attuale del mercurio è Hg e deriva dalla parola hydrargyrum, latinizzazione del termine greco `Υδραργυρος (hydrargyros), parola composta dai termini corrispondenti ad "acqua" e "argento", per via del suo aspetto liquido e metallico. L'elemento prese quindi il nome del dio romano Mercurio per via della sua scorrevolezza e mobilità. Dal termine hydrargyrum derivano idrargirismo, intossicazione cronica da mercurio e idrargirite, minerale più noto col nome di calomelano.


Manifattura di cappelli
Tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima del XIX la produzione di cappelli di feltro passava attraverso un processo chiamato "carotatura" che consisteva nell'immergere le pelli di animali in una soluzione color arancione di nitrato di mercurio, Hg(NO3)2. Questo processo separava il pelo dalla pelle, compattandolo. La tossicità della soluzione e dei suoi vapori causarono moltissimi casi di avvelenamento tra i fabbricanti di cappelli che si manifestarono con sintomi quali tremori, instabilità emotiva, insonnia, demenza e allucinazioni. A tali casi si ispirò Lewis Carroll per il personaggio del "cappellaio matto" in "Alice nel paese delle meraviglie".


Odontoiatria
Il mercurio metallico è l'ingrediente principale degli amalgami mercurio-argento per uso odontoiatrico. La tossicità dell'amalgama è oggetto di controversia sin dall'introduzione; in tempi recenti è sempre più spesso sostituito dal polimetilmetacrilato.


Medicina
Molti dei composti del mercurio sono stati usati nei secoli scorsi a scopo terapeutico e profilattico. Oggi sono molto meno diffusi, data la maggiore consapevolezza dei loro effetti tossici.

Il cloruro mercuroso (noto anche come "calomelano") è stato usato tradizionalmente come diuretico, disinfettante locale e lassativo. Il cloruro mercurico (o "sublimato corrosivo") era usato anch'esso come disinfettante, nonché nel trattamento della sifilide, anche se gli effetti collaterali erano tali da andare a confondersi con i sintomi della malattia stessa.

Disinfettanti locali per uso esterno a base di sali di mercurio (ad esempio il "Mercurocromo") trovano ancora impiego in numerosi nazioni, benché in altre siano stati messi al bando.


Disponibiltà
Minerale di Cinabro (Mercurio nativo).Il mercurio è un elemento raro nella crosta terrestre, presente in ragione di solo 0,08 ppm, tuttavia, a causa di una sua relativa inerzia nel combinarsi con gli altri elementi chimici della crosta terrestre, i suoi minerali sono particolarmente ricchi, arrivando a contenere mercurio fino al 2,5%. persino i giacimenti più poveri hanno una concentrazione di mercurio dello 0,1%, 12.000 volte maggiore della concentrazione media. Ciò fa del mercurio uno dei metalli meno onerosi da purificare. È abbastanza certo che le ultime miniere di mercurio sfruttabili siano state scoperte in Algeria a metà degli anni '70; da allora la produzione mondiale annua di mercurio è scesa da 9.000 tonnellate/anno alle attuali 1.600 tonnellate/anno.

Si trova raramente come metallo nativo e più spesso nel cinabro, nella corderite, nella livingstonite e in altri minerali. Il cinabro (chimicamente solfuro mercurico, HgS) è il più comune di essi. Il metallo è estratto per arrostimento del cinabro in aria e successiva condensazione dei vapori

HgS + O2 → Hg + SO2
i maggiori produttori odierni sono la Spagna, il Kirghizistan, la Cina e il Tagikistan. Dalle miniere di Huancavelica, in Perù, sono state estratte nel corso di tre secoli oltre 100.000 tonnellate di metallo, sin dall'apertura delle miniere nel 1563. Il mercurio peruviano fu essenziale per la produzione dell'argento nelle colonie spagnole d'America. Molte delle miniere che in Italia, Slovenia, Stati Uniti e Messico contribuivano alla maggior parte della produzione mondiale sono oggi esaurite o comunque non più coltivate in quanto antieconomiche.


Tossicità
Per approfondire, vedi le voci Malattia di Minamata e Amalgama.

Le sostanze chimiche vanno manipolate con cautela
Avvertenze: la tossicità del mercurio è nota sin dall'antichità: i Romani erano infatti a conoscenza dei sintomi nervosi dell'esposizione all'elemento. Nell'età moderna, la tossicità del mercurio ed i suoi effetti nocivi sulla salute della mente si fecero palesi in particolare nell'Inghilterra dell'Ottocento, quando disordini mentali si diffusero tra i produttori di cappelli, che utilizzavano grandi quantità dell'elemento per lavorare il feltro. La diffusione di tali sintomi ispirarono con tutta probabilità lo scrittore e matematico Lewis Carroll nell'ideazione della figura del Cappellaio Matto, resa celebre dal romanzo Alice nel paese delle meraviglie.

Nella storia recente si ricorda il disastro ambientale nella baia di Minamata. Tracce di mercurio sono state trovate nei fondali adiacenti ai grossi impianti petrolchimici. La contaminazione è dovuta alle acque di scarico derivanti dalle vecchie celle a mercurio del processo cloro-soda.

Studi rigorosi sulla tossicità dell'elemento, in ogni caso, presero il via solo all'inizio del Novecento. Da ricordare il testo I pericoli dei vapori di mercurio e dell'amalgama (titolo originale Die Gefährlichkeit des Quecksilberdampfes, 1926) del chimico tedesco Alfred Stock, che poté studiare gli effetti acuti dell'esposizione al mercurio in seguito ad un accidentale rovesciamento nel suo studio di un flacone contenente copiose quantità dell'elemento. É più volte stato ipotizzato che alcuni sali di mercurio in particolare il Thimerosal (composto da metilmercurio nella misura del 50%), utilizzati nella preparazione dei vaccini possano avere un ruolo importante nell'insorgenza dei disturbi autistici. Il metilmercurio infatti renderebbe l'organismo incapace di provvedere alla disintossicazione dei metalli pesanti, che si accumulerebbero così nell'organismo con grave effetto neurotossico, inoltre anche l'attività di alcuni enzimi verrebbe seriamente compromessa e si originerebbero così gravi scompensi metabolici.

Occorre tener presente che il mercurio è presente nelle otturazioni dentali in amalgama (di colore argenteo). Le stesse case farmaceutiche produttrici specificano nelle avvertenze sui rischi di avvelenamento da mercurio da amalgame.


Composti

Composti mercurosi
Bromuro mercuroso
Cloruro mercuroso o calomelano, usato raramente in medicina.
Ioduro mercuroso
Nitrato mercuroso
Solfato mercuroso

Composti mercurici
Si ottengono generalmente per ossidazione dei composti mercurosi.

Cianuro mercurico
Cloruro mercurico o "sublimato corrosivo", è un veleno molto potente.
Fluoruro mercurico
Ioduro mercurico
Nitrato mercurico
Nitrato mercuroso diidrato
Solfuro mercurico, usato come pigmento per vernici (rosso vermiglio).
Fulminato di mercurio, un esplosivo molto sensibile agli urti usato spesso nei detonatori.
Acetato mercurico
Ossido mercurico


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Re:

Messaggio da 1382-1918 »

rofizal ha scritto:
babatriestina ha scritto: La lingua de Venedi ( o Wendish o Windisch: vi dice nulla il nome Windischgraetz?) o Venetico, o Krainish, Carniolino, è lo sloveno.
Mi no son esperto purtropo de lingue slave, ma me par che ghe xe diferenza tra lo sloveno e le altre lingue citade. Qua altri nostri amici del forum saverà molto più de mi, ma me par che el sloven del Carso sia una specie de dialeto, come xe el triestin rispeto a l'italian. In passato podesi eser stado considerado una lingua a parte (el Krainish?)
rofizal ha scritto:me par utile riportar quel che scrivi Wikipedia italian sula Carniola, tanto per ciarir le idee a chi ancora no le gavesi. Dopotuto no xe che se parli ogni giorno de Carniola nela vita de ogi.
La Carniola (sloveno: Kranjska, tedesco: Krain) è una provincia tradizionale della Slovenia, comunamente considerata il nucleo storico e centrale della nazione slovena.
...
Per un breve periodo, a cavallo tra il settecento e l'ottocento, la denominazione "carniolino" (slov. Kranjec, kranjski) venne usata, particolarmente negli ambienti letterari, come sinonimo per l'intero popolo sloveno e la sua lingua.
No, xe come disi Baba, "krainisch" xe in tedesco e se traduci in italian con carniolino o cragnolino, che niente altro xe che el sloven.
Ovviamente vien da Krain, cioè Carniola.

No se ghe ne parla ogni giorno, ma come altri toponomi, anche questo ga una version maschile.
Pensa alla Venezia, che al maschile fa Veneto. Cusì la Carniola al maschile fa Cragno. Mai senti parlar de luganighe de Cragno? :-D
E se andè ala base de Conconel dove che ghe xe la casa cantoniera, su vederè scritto Strada Statale N.58 della Carniola, che vol dir che nei anni '30 anche dala parte italiana del confin el nome jera ben in uso.
rofizal ha scritto:Vi sono diverse caverne di estensione considerevole in questo calcare. Tra queste c'è la grotta presso il villaggio di Carnioli, altrimenti chiamato Lohiow, sette miglia da Trieste [il nome non sembra più in uso e non sono riuscito ad identificarlo, non saprei quindi a quale grotta si riferisca, ricordiamoci che siamo nel 1817, forse Corgnale?]
Certo, giusto, xe Corgnale, in sloven Lokev (e nel testo del libro i disi infatti Lohiow).


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