Trieste nel 1817-18 secondo W.A. Cadell

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Trieste nel 1817-18 secondo W.A. Cadell

Messaggio da rofizal »

Go trovado un interessante libro del 1820 che credo (spero, cusì el mio lavoro no xe inutile) inedito in Italia. Ghe xe una bona parte dedicada a Trieste e dintorni. L'originale xe in inglese e cercherò de far una traduzion.

William Archibald Cadell (1775-1855) xe nato nel Falkirk, in Scozia, e el studia all'Edinburgh University divenindo poi membro della facoltà dei avocati. Fato prigioniero nel 1802, durante la guera con la Francia, el riva a tornar a casa nel 1809. Interesado ala scienza, el fa numerosi viagi nela Carniola, in Italia e in Francia nel periodo tra el 1817 e el 1818. Xe proprio de questi viagi che el parla nel suo libro “A Journey in Carniola, Italy, and France, in the Years 1817, 1818”, publicado nel 1820.


A Journey in Carniola, Italy, and France, in the Years 1817,1818


Un viaggio in Carniola, Italia, e Francia negli anni 1817, 1818.

Il primo capitolo di questo lavoro è dedicato a Trieste e alla Carniola […]

Un Viaggio in Carniola e in Italia

Capitolo I

Il viaggiatore che viene dalla strada di Vienna, scopre Trieste e il mare dalla cima del colle che dovrà scendere per arrivare alla città. Appaiono all'improvviso i prodotti di un clima più caldo. Piantagioni di olive, e la forma affusolata verde scuro di altissimi cipressi, piantati vicino alle case del paese, adornano il panorama. Canneti, il lauro, alberi di pesco, di fico, e le viti, sono coltivati nei giardini; e i tetti delle case sono costruiti nel modo italiano, con le tegole chiamate canali, adatti ad un clima dove la neve cade raramente.

La parte moderna della città di Trieste è costruita su un pezzo di pianura, ed è costituito da strade di una buona larghezza, disposte in linee diritte e ad angolo retto le une ripetto alle altre. L'insenatura, nella forma di un canale, arriva dal mare fino in città, con banchine su ciascun lato, per il carico e lo scarico delle navi. Il Lazzaretto, un miglio a nord della città, è un vasto pezzo di terra sulla sponda del mare, circondato da un alto muro, per impedire il passaggio, e contenente i necessari edifici per ospitare gli equipaggi delle navi durante la quarantena.

Il teatro è grande e bello. Durante il carnevale, vengono eseguite opere musicali in lingua italiana, e, nelle altre stagioni, il teatro è occupato da alcune delle compagnie di commedianti che vanno recitando a Venezia, Padova, Milano e altre città del nord d'Italia.

La cattedrale è un antico edificio, ornato, a l'altare maggiore, con due grandi nicchie semicircolari a volta chiamate tribune. La superficie concava di queste tribune è coperta con figure di santi in mosaico, su un pavimento di mosaico dorato. Questo tipo di mosaico è frequentemente presente nella chiesa di San Marco a Venezia. Esso appare anche nella chiesa di San Giovanni Battista a Firenze, nella chiesa di San Paolo, fuori Roma, e in altre chiese in Italia. L'arte della pittura a mosaico è stata utilizzata dagli antichi romani per pavimenti di camere, molti dei quali ancora esistono in Italia, Francia, Spagna e Inghilterra. A Costantinopoli, in una situazione artistica meno fiorente, il mosaico è stato impiegato per decorare le pareti interne di Santa Sophia, e altre chiese, e da lì è stato nuovamente portato in Italia nel Medioevo. Al di là delle Alpi il mosaico del Medioevo non si trova nelle chiese. Il lavoro del Ciampini, intitolato Vetera Monumenta, pubblicato nel 1690, contiene un resoconto storico dell'arte di formare le immagini in mosaico, come praticato dagli antichi, e nel Medioevo.

Le colonne e due basso rilievi che appartenevano ad un arco in onore di Traiano, si trovano nella torre della cattedrale.

Alcune antiche iscrizioni romane e pietre scolpite sono visibili nella parte anteriore della cattedrale, e un antico marmo, con otto busti in alto rilievo, i ritratti di una famiglia romana, con il nome scritto sotto ogni busto, è stato segato in due pezzi, che formano i montanti della porta della chiesa. Alcune altre antiche iscrizioni romane possono esser viste in diverse parti della città. Per quanto riguarda Fabius Severus si veda la pubblicazione del Gruter.

Nella Piazzetta di Ricardo, situata nella parte antica della città, vi è un arco in pietra con pilastri corinzi, che si dice sia stato costruito in onore di Carlo Magno al suo ritorno dall'Istria. La Piazzetta di Ricardo è così chiamata, da una tradizione che dice sia stato il luogo del carcere di Riccardo I Cuor di Leone, dopo la sua cattura ad Aquileia.

Vi sono alcuni resti di un acquedotto romano, in parte sotterranei, che portava l'acqua a Trieste da una distanza di sei miglia. Questi resti non sono molto in vista.


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Trieste era anticamente la colonia romana Tergeste, citata da Cesare e Plinio (l'Italia è stata suddivisa in undici regioni da Augusto, e la colonia Tergeste era situata nella decima regione - Plin. Hist. Nat. III. 22). Nel sesto secolo fu soggetta all'Esarcato di Ravenna. Nel Medio Evo è stata in momenti successivi soggetta al Patriarca di Aquileia, al Conte di Gorizia, al Doge di Venezia. Nel 1382 passò sotto la protezione di Leopoldo Duca d'Austria, ed è rimasta da quella volta in possesso della casa d'Austria.

Nel quindicesimo secolo, il commercio dell'Austria e del sud della Germania veniva effettuato attraverso il porto veneziano di Capo d'Istria, e Trieste era una piccola località priva di scambi commerciali.

Nel 1719 Trieste venne proclamata porto franco, dall'imperatore Carlo VI, e successivamente, durante il regno di sua figlia Maria Teresa, la popolazione ebbe un notevole incremento, da Greci e altri nuovi coloni. La città nuova fu costruita su un piatto pezzo di terreno, in precedenza utilizzato per la produzione di sale tramite l'evaporazione di acqua di mare. Nel 1753, il porto è stato allargato, una diga venne costruita per proteggerlo da sud, e questi miglioramenti hanno avuto come conseguenza un aumento degli scambi. La popolazione è ora stimata a 40.000 abitanti.

Il commercio di Trieste è fiorente, e il governo austriaco è incline a favorirlo, e per controllare l'immissione, nei loro domini, di beni portati fino all'Elba.

Tra le esportazioni di Trieste vi sono i vetri di Boemia, la produzione mineraria da Ungheria e Idria, tela di lino, tabacco, vestiti di lana, potassa, lana, dai dominii austriaci e da altre parti della Germania, manifatture e cotone stampato dalla Svizzera.

Le importazioni sono cotone grezzo, uva secca, ecc. da Smirne; cera, cuoio, seta, galla, riso, olio, lana, dal Levante; grano dal Levante e da Odessa; mais indiano, avena, caffè, zucchero, ecc. L'importazione di beni manufatti stranieri in territorio austriaco è vietata.


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Nel 1790, il numero di navi arrivate era di 6750, e delle navi in partenza 7280. Da quel momento il numero è aumentato. Molti brigantini da venti a trenta tonnellate sono impiegati per portare a Trieste i prodotti dei paesi che si affacciano sul Mare Adriatico, e per portare nei vari porti dell'Adriatico le merci estere che sono state importate a Trieste. La comunicazione con Napoli è svolta senza uscire dall'Adriatico; le merci da Trieste vengono inviate via mare a Manfredonia, e da lì via terra a Napoli.

La quantità di merci trasportate da e per Trieste via terra è considerevole. Esse vengono trasportate, via Laybach e Grätz, a Vienna e in Boemia, e via Klagenfurth, Salisburgo, e Innspruck [sic], in Baviera e in Svizzera.

Il porto di Trieste è di facile accesso, ed è protetto da sud, da un molo foraneo.

La Borra [sic] è un freddo vento da est-nord-est, che soffia a volte in inverno con grande violenza, ma poiché soffia da terra, non produce mare grosso, ed è, quindi, meno dannoso per le spedizioni marittime di un vento dal mare di pari forza.

Nella rada, dove vi è un buon ancoraggio, la fregata Tagus di sua Maestà , con capitano D. Dundas, si trovava allora (novembre 1817) ormeggiata per alcuni giorni, ed attirava l'attenzione degli abitanti per il suo aspetto raffinato.

Le maree sono percettibili a Trieste, ma sono notevolmente influenzate dai venti.

Le navi costruite a Trieste sono molto apprezzate. C'è un cantiere con otto scali, per la costruzione di navi mercantili da 200 a 600 tonnellate.

Si dice che la durata delle navi sia di cinquanta o sessanta anni, mentre le navi costruite in alcune altre parti d'Europa durano dai quindici ai venticinque anni. Il legno di quercia con cui sono costruite è eccellente, e viene preso vicino a Trieste e Fiume. Nella zona vicino a Trieste il suolo è povero, su roccia calcarea, cosicché gli alberi hanno una crescita lenta, e producono legno di alta densità. Se la nave ha un carico di sale nel suo primo viaggio, il legno viene indurito dal sale, e la durata della barca viene così aumentata. I vascelli, inoltre, che trasportano calce viva, sono di lunga durata, la calce assorbendo l'umidità, e, con la sua qualità caustica, prevenendo l'azione di tarli e la muffa. Altri carichi, come canapa, cotone e pepe, che ostacolano la circolazione di aria nella stiva, e imprigionano l'umidità, possono esser causa di muffa nelle navi. Buoni sartiami sono fatti a Trieste dalla eccellente canapa di Bologna. Le alberature sono di abete rosso (Pinus abies) che cresce in Ungheria e nel distretto di Adelsberg [Postumia], ma risultano essere molto inferiori nella durata a quelle della Norvegia e del Mar Baltico.

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Ci sono manifatture di biacca, sapone, cuoio, cera bianca, pasta (maccheroni) per l'esportazione, uno stabilimento per tingere il cotone in rosso Turchia, ed uno di raffinazione dello zucchero, ecc. Nella fabbrica di zucchero e in altre manifatture, viene usato come combustibile il carbone della miniera di Bassoviza [sic], alcune miglia lontano da Trieste.

A una certa distanza da Trieste vi è una fabbrica di carta. Per il basso costo della vita, e il conseguente basso livello dei salari, e per le ridotte spese dei loro rudimentali macchinari, la carta viene prodotta a così buon prezzo che la carta della Gran Bretagna, fatta con macchine migliori, non può entrare in concorrenza con essa. Lo stesso si può dire per le fabbriche di carta in Italia, alcuni dei più raffinati tipi di carta possono solo essere importati dall'Inghilterra, dalla Francia, e dall'Olanda, ma la produzione è di così scarsa entità in Italia, che notevoli quantità di stracci per la fabbricazione della carta sono esportati in Gran Bretagna da Livorno, Napoli, e da Trieste.

Tre miglia dalla città si trova la produzione di sale. L'acqua del mare viene sollevata da una presa [in inglese “scoop” non indica esattamente il tipo di macchinario] in un certo numero di grandi bacini poco profondi di forma rettangolare, e separati gli uni dagli altri da argini di argilla. Il fondo di questi letti è pure di argilla, e viene spianato orizzontalmente da un piccolo rullo di pietra, come un rullo per giardini. L'acqua evapora per il calore naturale del sole, e il sale si forma in cristalli, che vengono raccolti assieme da un rastrello di legno senza denti. Il sale viene fatto in maggio, giugno, luglio e agosto. Durante il resto dell'anno il calore non è sufficiente per realizzare l'evaporazione.

In Gran Bretagna il calore del sole non è sufficiente per la produzione di sale ad un prezzo conveniente, con una completa evaporazione dell'acqua di mare, ma una parte del processo viene compiuto dal sole a Lyminton nello Hampshire, dove l'acqua di mare, dopo esser stata portata ad una certa densità, esponendola in bacini bassi di argilla come quelli di cui sopra, viene pompata in una padella in cui l'evaporazione è completata da un fuoco di carbone.

Il sale prodotto vicino a Trieste, non è sufficiente per le esigenze dei paesi limitrofi, e il governo austriaco, che ha il monopolio di tale articolo, importa il sale da Napoli e dalla Sicilia.

Il governo austriaco ha anche il monopolio del tabacco.

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Nei magazzini di Trieste si possono vedere prodotti in ferro e acciaio fabbricati in Stiria. Le piccole falci sono molto apprezzate (alcune fucine di falci sono visibili a Schottwien, sulla strada che da Vienna porta a Grätz). Le lime [sembra l'unica traduzione della parola inglese “files” in questo contesto, ma erano tanto importanti da esser nominate nel libro?] vengono prodotte grossolanamente, e vendute a basso prezzo. L'acciaio della Stiria, di cui questi articoli sono formati, viene fatto processando il minerale, allo stesso modo come l'acciaio di Hartz, di Brescia, dei Pirenei, e dell'acciaio dell'India orientale chiamato Wootz. L'acciaio inglese, ottenuto da cementazione della barra di ferro con il carbone è più omogeneo, e preferibile per posate, bulini, lime, ecc. soprattutto dopo che è stato fuso. Si possono vedere pochissimi oggetti di ghisa. Alcuni cannoni di ghisa vengono prodotti a Maria Zell in Stiria.

Il magazzino per i prodotti delle miniere imperiali è il deposito di mercurio, vermiglio, bicloruro di mercurio e altri sali di mercurio, e fogli di ottone, che è molto utilizzato in Austria per fare cucchiai, ecc.

Il minio, fatto a Villach in Carinzia, si trova a Trieste.

Nel novembre 1817, la più comune delle monete in circolazione a Trieste era il pezzo da venti kreuzer austriaco, a base di argento (l'argento che contengono è solo il 7-12 del loro peso, Nelkenbrechers Münzkunde, Berlin), del valore corrente in sterline di di otto pence e mezzo penny.

Trieste, la Carniola, e le altre province illiriche appartenenti alla Casa d'Austria, sono favorite dal governo in quanto godono di una esenzione dalla carta moneta di Vienna, che ha interamente sostituito l'argento nella pratica comune di Austria, Boemia, Moravia, Ungheria e Stiria. Questa carta moneta a Vienna, nel mese di ottobre 1817, era a un terzo del suo valore nominale originale, avendo le banconote da sessanta kreuzers il valore corrente di circa venti, ma il loro valore oscilla giornalmente. Una banconota da un fiorino [nel testo inglese “gulden”] viene valutata in sterline otto pence e mezzo penny: le altre banconote in circolazione a Vienna sono per due, tre, cinque fiorini, e per somme più grandi.


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La Cattolica Romana è la religione prevalente, e la religione del governo. Giuseppe II ha dato il libero esercizio del culto per tutte le religioni, e questa tolleranza è continuata da allora. I protestanti della confessione di Augsburg occupano la chiesa che è stata precedentemente dedicata a Santa Maria del Rosario. Essi hanno le campane per annunciare il culto pubblico, e i loro inni sacri sono accompagnati da un buon organo. Sull'altare c'è un crocifisso, e sopra di esso un dipinto di Cristo. Nella chiesa dei Protestanti chiamata Riformata o comunità Elvetica, tutti gli ornamenti sono accuratamente evitati. Non ci sono né immagini, né crocifisso, né organo. Le pareti riportano testi della Sacra Scrittura. Il maggior numero di comunità sono del paese dei Grigioni, la cui lingua è il romancio; e in quella lingua viene eseguito il servizio.



Nota:
Il paese dei Grigioni è una parte dell'antica Rhætia, o Prima, che occupò il declivio meridionale delle Alpi retiche, essendo il declivio settentrionale facente parte della Rhætia Secunda, o Vindelicia.

Il Romancio, Retico, o Coira Walsh, è parlato da circa la metà della popolazione del paese dei Grigioni; 5/14 parlano tedesco, e 2/14 un italiano corrotto. Il Romancio è una modifica del Romana Rustica, o latino volgare, che era parlato nelle province dell'impero romano. Dalle alpine e inaccessibili situazioni del paese dei Grigioni, il Romana Rustica ha subito meno modifiche nel Romancio, che in altre lingue, delle quali la Romana Rustica costituisce la base di partenza.

Il Provenzale, o Romanzo, e, in certa misura, il Friulano o le lingue del Friuli, assomigliano al Romancio. Il seguente esempio di Romancio è da Adelung:
"A nus manar bec enten pruvament; mo nus spindre d'ilg mal."
(E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male)
Cfr lo scritto del Planta sulla lingua Romancia, in Philosophical Transactions, 1775; Adelung e Vaters Mithridates.



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La chiesa Greco Illirica è decorata internamente con dipinti di santi, su uno sfondo dorato, in stile greco.

La chiesa Greco Orientale ha un minor numero di decorazioni. Ciascuna di queste chiese greche è amministrata da un Archimandrita e sacerdoti subordinati.

La sinagoga si trova nel Ghetto degli Ebrei, o parte della città destinata alle abitazioni degli ebrei.

Le usanze e il modo di vivere a Trieste sono italiani e l'italiano è la lingua più parlata in generale. E' la lingua della chiesa e del teatro. Il tedesco, la lingua del governo, non è da tutti compreso. Molte persone delle classe lavoratrice a Trieste sono nativi del Friuli, e parlano l'italiano corrotto di quel distretto.

Nota:
Il friulano, o dialetto del Friuli, è un italiano corrotto, con un misto di parole francesi e slave. E' da alcuni considerato come imparentato alla lingua romancia dei Grigioni. Le parole francesi che si trovano nel friulano sono state introdotte dai sacerdoti, che sono venuti dalla Provenza e dalla Guascogna nel quattordicesimo secolo, con i due patriarchi di Aquileia, Bertrand de Quercy e il cardinale Filippo. Ci sono poesie in questo dialetto di Brunalesco Brunaleschi, e altri.
Vedi Adelungs Mithridates oder sprachenkunde.


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Gli abitanti della campagna nei dintorni di Trieste, e in altre parti della Carniola, parlano Krainish, un dialetto slavo; e in questa lingua si svolgono le funzioni ecclesiastiche nelle parrocchie della zona. Una traduzione del Nuovo Testamento in Krainish è stata pubblicata a Laybach [Lubiana] nel 1786, per ordine del Vescovo di Laybach.



Nota:

Le lingue slave sono parlate nella vasta zona contigua di stati che comprende Russia, Polonia, Slesia, Boemia e Moravia. In quella parte della Sassonia, che confina con la Slesia, i Serbi si differenziano dai vicini tedeschi, con la loro lingua slava e il loro particolare modo di vestire.

I dialetti slavi sono parlati anche nei paesi adiacenti all'Ungheria, ad est e a sud, e sulla destra della Drava e del Danubio, vale a dire, Stiria, Carinzia, Carniola, Croazia, Sclavonia, Dalmazia, Bosnia, Serbia, e Bulgaria.

La classificazione di Adelung delle lingue slave è la seguente:

La slava orientale comprende
1.Il russo.
2.L'illirico, comprendere il serbo, parlato in Serbia, Bosnia, Bulgaria, Morlacchia, Valacchia Sclavonia, Dalmazia orientale, e il territorio di Ragusa, e da colonie di Serbi in Ungheria e in Transilvania; il croato, parlato in Croazia, Dalmazia occidentale, nelle contee croate in Ungheria, e in alcune parti d'Ungheria sulla sinistra del Danubio; la lingua dei Venedi [in inglese “Wends”] del Sud, o Krainish, parlato in Carniola, Carinzia, Stiria, e nelle contee di Œdinburg e Eisenburg in Ungheria.

La slava occidentale comprende,
1.Il polacco, e la lingua parlata dai Kasubi in Pomerania, e da alcuni abitanti della Slesia.
2.Il ceco (Czesky) o boemo, parlata da due milioni su tre degli abitanti della Boemia, dagli abitanti della Moravia, e dagli slovacchi in Ungheria.
3. La lingua dei Serbi, che ammontano a 60.000 nella Lausatia.
4. La lingua de Venedi del Nord, di cui ci sono alcuni resti nel Ducato [Dutchy] di Lüneburg.

L'antico prussiano e il lettone, in Livonia e Curlandia [Kurland], sono lingue composte da slavo e tedesco.
Il valacco è composto da Romana Rustica, o il latino anticamente prevalente nelle province dell'impero romano, e da slavo. Viene parlato in Moldavia, Valacchia, Transilvania, Bucovina, Bannat, e Ungheria superiore; e, sulla destra del Danubio, dalla maggior parte degli abitanti della Tracia, Macedonia e Tessaglia. Persone di alto rango in Moldavia e Valacchia parlano greco e turco.


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Gli abitanti della Carniola sono composti da frammenti e resti di diverse nazioni, gli Uscocchi, un popolo slavo, che era arrivato dalla Valacchia, tedeschi di diverse etnie, la popolazione Krainish che si trova in tutta la Carniola; ci sono inoltre, cinque etnie slave che differiscono dal Krainish, e gli uni dagli altri nel loro dialetto e modo di vestire, che abitano le diverse parti del ducato [dutchy].


Note:

Gli Uscocchi, 200 anni fa, infestavano il commercio veneziano con le loro piraterie. Alcuni di essi sono chiamati Heiducks, da Hajduk, un capitano di predoni. Un esempio delle loro composizioni poetiche è dato da Fortis, Viaggio in Dalmazia; Venet. 1774.

I Gottshewarer, una di queste piccole tribù tedesche, sono depravati nei loro costumi, e parlano un dialetto tedesco molto corrotto. (Adelung's Mith. II. Th. 211)


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In Stiria vi è anche la presenza di resti di diverse antiche tribù tedesche, e ci sono in questa provincia da sei a otto diversi dialetti della lingua tedesca. Le diverse tribù si distinguono anche per il loro modo di vestire.


Nota:
Ho attraversato [parla l'autore in prima persona] la città di Marburg in Stiria, nella mattinata del 29 ottobre. il giorno in cui era previsto l'arrivo dell'imperatore. Archi fatti da rami di abete verde erano stati eretti in onore del sovrano, e la città era affollata da una moltitudine di persone di etnie diverse, Slavi o venedi, ungheresi, e tedeschi, era possibile distinguere gli uni dagli altri per il loro abito, che era molto curiosamente vario in forma e colore.



Nota di Rofizal:
Queste descrizioni delle varie popolazioni che costituivano l'Impero Austroungarico e, più estesamente, la Mitteleuropa, rende l'idea del grande miscuglio di lingue, religioni, tradizioni e culture dell'epoca in queste regioni. Trieste non sarà quindi una eccezione, ma oserei dire la conferma della regola. E tutte queste culture, da quel che sembra, convivevano abbastanza pacificamente e nel rispetto reciproco. Ad esempio, il vedere nello stesso luogo persone vestite in modo diverso non dava l'impressione che darebbe oggi. Non solo, ma l'immaginarli tutti assieme a festeggiare l'arrivo dell'Imperatore mi ricorda di quando ero a Londra per un matrimonio della famiglia reale. Gente di tutti i tipi, dai ricchi indiani (dell'India) che giravano in Rolls ai punk più sfegatati (come di rado se ne son visti in Italia) erano fianco a fianco ad applaudire. La figura del sovrano (o sovrana) univa, cosa che purtroppo e stranamente non riesce a fare, almeno non nello stesso modo, il capo eletto di una democrazia, che viene spesso considerato come il rappresentante di una parte della popolazione e non di tutta.


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Molti nomi delle località in Carniola, Stiria, ecc. sono slavi. In questi nomi, Grad, equivalente al russo Gorod, significa città. Brod, il passaggio di un fiume, ecc. La parola Windisch è usata come prefisso per i nomi di alcune città e distretti, per indicare che questi luoghi sono abitati da Slavi, chiamati Wends dai tedeschi. Molti luoghi hanno due nomi, uno tedesco, l'altro italiano o slavo. Laybach è chiamato anche Lubiana; Carniola in tedesco si chiama Krain, ecc.

I giornali nei caffè di Trieste sono:
  • - i due giornali tedeschi pubblicati a Vienna
    - il giornale italiano di Venezia, ecc.
    - un giornale italiano per annunci pubblicitari pubblicato a Trieste
    - un giornale in lingua illirica, pubblicato a Zara, e stampato in caratteri cirillici, come usano i russi
    - un giornale greco, intitolato … [nome in greco illeggibile]
Il governo austriaco non permette giornali inglesi, e anche i commercianti britannici a Trieste hanno difficoltà a procurarseli.


Note:
Uno delle più grandi case di Trieste è di proprietà di un mercante greco che da molto tempo vive nella città.

Le persone turche di religione greca, che frequentano Trieste, Vienna e Venezia, sono spesso chiamate dagli abitanti di queste città Raitzen. Questo nome, che dovrebbe essere scritto Rascier, in senso stretto indica gli abitanti della parte meridionale della Serbia, che vivono in prossimità del fiume Raška.

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Le locande a Trieste sono simili a quelle italiane. La Locanda Grande è una delle migliori, ed ha una vista sul mare.

Madame Eliza Baziocchi, una delle sorelle di Bonaparte, vive in questo momento (novembre 1817) a Trieste, e abita in una bella casa a sud della città.

La zona vicino a Trieste è sassosa, e comprende poche terre arabili adatte alla produzione di grano, di conseguenza il grano per l'approvvigionamento della città deve essere importato.

I bovini sono di piccole dimensioni. Essi vengono utilizzati per il traino di carri e per arare. I bufali sono raramente utilizzati. Le pecore alimentate su pascoli rocciosi sono apprezzate per la tavola.

Trieste è abbondantemente fornita con diverse varietà di pesce. Si contano 60 tipi di pesci e crostacei. Le ostriche si fissano su pali di legno messi in mare. Notevoli quantitativi di tonno, sardoni, e acciughe, vengono salati.

La frutta nel mercato di Trieste agli inizi del mese di novembre è la seguente:
  • - mele
    - una grande pera invernale, comune nel centro e nord Italia
    - arance e limoni
    - il frutto del corbezzolo, sgradevole, e pieno di piccoli semi
    - i baccelli delle carrube; il baccello è dolce e mangiabile, i semi sono duri e non sono mangiabili
    - il frutto del Sorbus domestica, simile a una piccola pera lunga un pollice; viene mangiato quando inizia a decomporsi, ed è piacevole al gusto; se lo vede a Vienna, e, poiché il clima non è molto mite, è probabile che il frutto venga fatto maturare in Gran Bretagna
    - Lazzeroni [sic], un frutto dal gusto piacevole, simile in forma e dimensioni a una piccola mela, prodotto dalla Crataegus rubra, un albero da frutto comune anche nei giardini a Roma e in altre parti d'Italia.

Nota:
Plinio menziona i Sorbi, con un frutto a forma di pera "Sorbis quadruplex differentia. Aliis enim eorum rotunditas mali, aliis turbinatio pyri". Plin. Hist. Nat. XV. 23. Una figura del Sorbus domestica si trova in Jacquin, Flora austriaca, 5 t. 447.


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Allegati
Sorbus
Sorbus


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Messaggio da babatriestina »

rofizal ha scritto: La slava orientale comprende
1.Il russo.
2.L'illirico, comprendere il serbo, parlato in Serbia, Bosnia, Bulgaria, Morlacchia, Valacchia Sclavonia, Dalmazia orientale, e il territorio di Ragusa, e da colonie di Serbi in Ungheria e in Transilvania; il croato, parlato in Croazia, Dalmazia occidentale, nelle contee croate in Ungheria, e in alcune parti d'Ungheria sulla sinistra del Danubio; la lingua dei Venedi [in inglese “Wends”] del Sud, o Krainish, parlato in Carniola, Carinzia, Stiria, e nelle contee di Œdinburg e Eisenburg in Ungheria.
per capirci sull'"illirico":
il serbo non c'è dubbi sul suo uso in Serbia. Per il territorio di Ragusa, non sono in grado di giudicare, ma ho letto su libri sulla storia di Ragusa affermazioni che si tratta di "purissimo serbo" e altrettante affermazioni che si tratta di "purissimo croato" rinascimentale. Si risolverebbe il busillis ammettendo l'esistenza di una lingua serbo-croata, ma negli ultimi anni ne vien negata l'esistenza affermandosi che si tratta di una definizione artificiale o di una lingua artificiale.
La lingua de Venedi ( o Wendish o Windisch: vi dice nulla il nome Windischgraetz?) o Venetico, o Krainish, Carniolino, è lo sloveno.
la città di Marburg in Stiria,
che ovviamente è l'attuale Maribor in Slovenia


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Messaggio da rofizal »

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Tra i prodotti ortofrutticoli sul mercato vi è il cavolo rapa (kohl raabi), una sorta di brassica, che produce sul terreno un bulbo a forma di pera, tre o quattro pollici di diametro, della consistenza di una rapa, e piacevole al gusto quando lessata. Questo vegetale è comunemente coltivato negli orti di tutta la Germania. In Gran Bretagna, anche se non di uso comune, vive bene, e giugne alla maturazione, almeno quando prodotto da sementi estere.




Nota di Rofizal:

Orientarsi tra questi alimenti ormai credo poco usati o almeno dal nome poco noto non è facile.
Ad esempio il il cavolo rapa (kohl raabi) si potrebbe pensare corrispondere alla nota rapa, ma non sembra essere così. In fatti trovo sul Zingarelli:

cavolo rapa = varietà coltivata di cavolo con il caule ingrossato alla base (Brassica oleracea gongylodes)

rapa = pianta delle crocifere, coltivata, con piccoli fiori dorati, foglie senza pruina utili come foraggio e grossa radice carnosa commestibile (Brassica rapa)

Quindi, descrizione a parte, vediamo che i nomi scientifici sono diversi, anche se ambedue appartengono al genere delle brassiche.

Per completezza:

brassica = (dal latino brassica = cavolo) genere di piante erbacee delle Crocifere a foglie indivise o a forma di quelle della palma con incisioni verso il picciolo, fiori gialli o bianchi e frutto a siliqua.

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Un buon olio d'oliva viene fatto in un villaggio a due miglia a nord-ovest di Trieste, e il vino di Prosecco, un villaggio nelle vicinanze, è abbastanza stimato.

A Trieste si trova il liquore chiamato Sirmischer Slivovitz. Viene distillato da prugne fermentate, e viene prodotto in Sirmia (Sirmium era la capitale dell'antica provincia romana di Illyricum) vicino a Belgrado. Questo tipo di liquore è in uso anche a Vienna e Praga.

Oltre alla roccia calcarea di cui è composto l'altopiano della regione interna vicina a Trieste, vi sono strati contenenti argilla e minerale di ferro. Pozzi di carbone sono attivi a Bassoviza e a Lippiza, distanti alcune miglia, e il carbone viene usato a Trieste come combustibile dallo zuccherificio, dalla raffineria di zolfo, e dalla fabbrica di sapone. Dagli strati contenenti argilla e minerale di ferro si estrae uno strato di pietra, da uno a due piedi di spessore, utilizzato per la pavimentazione stradale. Questo strato ha le superfici superiore e inferiore abbastanza piane. Viene spezzato in pezzi di figure poligonali irregolari, dello spessore della falda, e aventi una superficie di due o tre piedi quadrati; la pavimentazione delle strade di Trieste è fatta di questi pezzi. La pavimentazione delle strade di Firenze è fatta nello stesso modo da un simile tipo di pietra.

Il calcare o marmo dei dintorni di Trieste viene tagliato per essere utilizzato negli stipiti delle porte e in altre parti scolpite degli edifici.

La parte della strada di Vienna che sale la ripida collina da Trieste è stata fatta dal Conte Zinzendorf, governatore di Trieste, ai tempi di Maria Teresa. In salita vi è una piacevole vista della città e del mare, ma raggiunta la sommità la scena cambia in un'arida regione rocciosa, che continua per diverse tappe sulla strada di Vienna. La roccia è calcarea, composta di strati quasi orizzontali. In alcuni luoghi la superficie di questa roccia è nuda per una estensione considerevole, e molto irregolare, essendo piena di fessure, e bizzarramente perforata con cavità erose dall'acqua. Queste nude rocce calcaree occupano più della metà della superficie, essendoci solo un po' di erba nello spazio tra le varie zone rocciose. I rilievi sono generalmente alti tre o quattro piedi, e la vegetazione tra di essi può offrire solo poco cibo per qualche pecora. A causa del colore grigio di queste rocce, la superficie del paese sembra come se fosse coperta da neve o da brina. Un elleboro dal fiore verde (Helleborus viridis) può esser visto qua e là tra le rocce. Vicino a qualche villaggio vi sono alberi di noce, e alcuni vigneti fatti crescere alti su un acero dalle piccole [o poche] foglie (Acer campestre). Il vino comune della regione è pessimo. Nelle locande sulla strada il vino è o nuovo e dolciastro a causa di una fermentazione imperfetta, o quello che viene chiamano vino vecchio, che è molto acido. Il vino di Prosecco è il migliore della zona. In vari luoghi di questa terra rocciosa ci sono burroni rotondi di forma conica o bacini formati nel calcare da alcuni antichi interventi della natura. Questi bacini [parla delle doline] sono di diverse dimensioni, alcuni dei quali circa un centinaio di yarde di diametro nella parte superiore, e profondi cinquanta piedi, il fondo è una superficie piana di buona terra arabile, che è coltivata. Sui lati della maggior parte dei bacini ci sono alberi. Poiché ci sono molte perforazioni visibili effettuate dall'acqua nel calcare, si può supporre che anche la formazione di questi bacini, sia dovuta all'azione dell'acqua.

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babatriestina ha scritto: La lingua de Venedi ( o Wendish o Windisch: vi dice nulla il nome Windischgraetz?) o Venetico, o Krainish, Carniolino, è lo sloveno.
Mi no son esperto purtropo de lingue slave, ma me par che ghe xe diferenza tra lo sloveno e le altre lingue citade. Qua altri nostri amici del forum saverà molto più de mi, ma me par che el sloven del Carso sia una specie de dialeto, come xe el triestin rispeto a l'italian. In passato podesi eser stado considerado una lingua a parte (el Krainish?)


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rofizal ha scritto:
babatriestina ha scritto: La lingua de Venedi ( o Wendish o Windisch: vi dice nulla il nome Windischgraetz?) o Venetico, o Krainish, Carniolino, è lo sloveno.
Mi no son esperto purtropo de lingue slave, ma me par che ghe xe diferenza tra lo sloveno e le altre lingue citade. Qua altri nostri amici del forum saverà molto più de mi, ma me par che el sloven del Carso sia una specie de dialeto, come xe el triestin rispeto a l'italian. In passato podesi eser stado considerado una lingua a parte (el Krainish?)
speto anche mi chiarimenti de chi che ghe ne sa più de mi, ma gavevo notado nel testo citado l'assenza del sloven e gavendo letto de recente el libro sulla Storia della Slovenia con parecchie pagine dedicade alla lingua, me pareva de gaver capido un poco. El autor evidentemente no distingueva el dialetto sloven usado in Carso, che effettivamente no xe el stesso parlado a Lubiana.
Nel Ottocento, el suffisso -wendisch iera usado dei tedescofoni de Carinzia, Stiria e Carniola per indicar le robe slovene delle loro parti, e me pareva con un poca de spuzza sotto el naso.


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Vi sono diverse caverne di estensione considerevole in questo calcare. Tra queste c'è la grotta presso il villaggio di Carnioli, altrimenti chiamato Lohiow, sette miglia da Trieste [il nome non sembra più in uso e non sono riuscito ad identificarlo, non saprei quindi a quale grotta si riferisca, ricordiamoci che siamo nel 1817, forse Corgnale?]. Il suo ingresso è una discesa lungo le pareti inclinati di un pozzo naturale. Dopo questa discesa si cammina nella caverna, in direzione quasi orizzontale, per una lunghezza di 1000 piedi o più. La grotta è molto alta in alcuni punti, e vi è una grande quantità di stalattiti calcaree che spesso congiungono il soffitto al pavimento. In un posto c'è dell'acqua limpida, ma non c'è acqua corrente. La roccia in cui questa grotta è formata è calcare contenente conchiglie. Il calcare è molto poroso e pieno di fessure. Molte di queste fessure sono erose dall'acqua. L'azione di erosione dell'acqua sembra aver avuto luogo dopo che la roccia è stata consolidata, e dopo la formazione delle fessure; le fessure sembrano come se si siano formate prima del consolidamento della roccia. Questa grotta è simile per molti aspetti alla grotta di Castleton in Derbyshire.

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La zona tra Carnioli e Trieste è sassosa e arida. Vicino alla strada a Lippiza, in un boscoso pezzo di terreno circondato da un muro, è situato un'allevamento di cavalli, istituito nel 1805 dall'arciduca Carlo; il clima è favorevole ai cavalli arabi e spagnoli.

Vicino ad Adelsberg [Postumia], che si trova a trenta miglia inglesi da Trieste, e sulla strada da Trieste a Vienna, c'è una grande caverna attraverso la quale passa un fiume. Il fiume è così grande da muovere un mulino con quattro ruote, circa 200 yarde sopra il luogo in cui esso entra nella grotta. Siamo entrati per circa un centinaio di piedi nella caverna, che è molto alta; il soffitto è ricoperto da stalattiti. Il fiume può esser visto precipitarsi nella grotta, ai piedi di un precipizio, e cinquanta braccia al di sotto del sentiero dove ci trovavamo. Il fiume esce nuovamente alla superficie vicino ad Alben, chiamato anche Planina, dopo aver eseguito un percorso sotterraneo per alcune miglia. Il Cyclamen Europeum cresce tra le pietre all'ingresso della caverna.


Nota:
Nell'opera intitolata “Ehre des Erzherzogthums Krain”, di Joannes Weichard Valvasor a Laybach, del 1689. ci sono vedute di questo e di altri notevoli posti della Carniola.


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Il lago chiamato Czirknitzer See [Zirknitzer See, in sloveno: Cerkniško jezero] si trova a qualche miglio da Adelsberg. A causa della natura cavernosa delle rocce in cui è situato, l'acqua, in certe stagioni, diventa bassa. Nell'acqua contenuta nelle caverne di questo lago, si trova il singolare rettile Proteus anguinus. Non è stato osservato in alcuna altra parte del mondo. I professori Configliachi e Rusconi di Pavia recentemente hanno esaminato la sua struttura, e sono del parere che respira soltanto per mezzo delle branchie pendule e ornate di frange, collocate su ciascun lato della gola, e, di conseguenza, è in grado di vivere sempre sotto acqua, come le larve dei tritoni, che sono anche dotati di branchie pendule, mentre i tritoni in stato adulto, e altri rettili acquatici, non avendo apparato per respirare l'aria che è diffusa nell'acqua, a volte devono venire alla superficie dell'acqua per inalare l'aria dell'atmosfera nei loro polmoni. Questi studiosi ritengono che il Proteus anguinus sia un animale in stato adulto, e non una larva. Ma la Syren lacertina, esaminata da John Hunter e Camper, e la aloxolotl [probabilmente la Axolotl, alias Ambystoma mexicanum] portata dal Sud America da Humboldt, si suppone sia in stato di larva. Gli occhi del Proteus anguinus sono così piccoli da essere difficilmente visibili, l'animale nella sua situazione, essendo, come la talpa, sempre al buio, poiché abita nelle acque delle caverne; il colore dell'animale è rosa, la lunghezza circa nove pollici; i piedi molto corti. Ho visto uno di questi animali vivo a Pavia, veniva conservato in un secchio d'acqua in un luogo scuro, ed era stato portato dal lago di Czirknitz. La gente del posto a volte li porta vivi a Trieste, per venderli come oggetti curiosi.


Nota:
Vedere anche Descrizione Notomica degli organi della circulazione, delle larve delle Salamandre aquatiche, fatta dal Dott. Mauro Rusconi, Pavia, 1817; e la descrizione del Proteus anguinus, che i professori Configliachi e Rusconi stavano preparandosi a pubblicare nel 1818.
L'anatomia del Proteus anguinus è stata anche esaminata dall'eminente naturalista Schreiber di Vienna, e dal Cuvier.


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