Ho trovato particolarmente interessanti le riflessioni che l'autore fa sul perché comincia una guerra. Sono 6 pagine e non le riporto tutte, ma solo le parti che mi sono sembrate più vicine al mio modo di pensare, meno legate agli eventi specifici di cui tratta il romanzo e che possono essere oggetto di riflessione davanti ad ogni guerra: basta a Napoleone, allo zar Alessandro o al 1812, sostituire i nomi e le date di un'altra catastrofe come la prima o la seconda guerra mondiale (e se proprio ci tenete anche la guerra tra romani ed istri) e le considerazioni restano valide. Le metto qui, perché qui si fa esplicito riferimento ad una guerra e, quindi, ho pensato che stavano meglio in questa sezione che altrove.
Per correttezza ripeto ancora che ho riportato fondamentalmente le parti in cui mi ritrovo e che ho tagliato quelle che mi sembravano meno attuali o interessanti. E' inutile dire che consiglio a tutti la lettura del romanzo ed in particolare delle pagine citate per evitare di essere vittime dei miei omissis.
Tolstoj, Guerra e pace, Oscar Mondadori, pag. 799 e segg. ha scritto:Il 12 giugno [1812] le forze dell'Europa occidentale varcarono il confine russo, e la guerra cominciò, cioè si svolse un avvenimento contrario alla ragione e a tutta la natura umana. Milioni di uomini commisero gli uni contro gli altri una tale e così infinita quantità di misfatti, di inganni, di tradimenti, di ruberie, di falsificazioni di carta moneta, di saccheggi, di incendi e di assassinii quale in secoli interi gli annali di tutti i tribunali del mondo non potrebbero raccogliere, e che, in quel periodo di tempo, gli uomini che li compivano, non consideravano come delitti.
Che cosa produsse questo avvenimento straordinario? Quali ne furono le cause? Gli storici con una ingenua convinzione affermano che le cause di questo avvenimento furono: l'offesa fatta al duca di Oldenburg, l'inosservanza del blocco continentale, l'ambizione di Napoleone, la fermezza di Alessandro, gli errori dei diplomatici, e così via.
Di conseguenza, secondo gli storici, se Metternich, Rumiànzev o Talleyrand, fra un'udienza a corte e un ricevimento, avessero fatto del loro meglio e vergato più abilmente una carta, o se Napoleone avesse scritto ad Alessandro: "Monsieur monfrère, je consens a rendre le duché au due d'Oldenbourg" la guerra non sarebbe accaduta.
Si capisce che così dovesse parere ai contemporanei.
... per noi, posteri, che contempliamo in tutto il suo complesso l'immensità dell'evento accaduto, e ne penetriamo il semplice e terribile significato, queste cause appaiono insufficienti. Per noi è incomprensibile che milioni di uomini — di cristiani — abbiano ucciso e si siano torturati a vicenda, perché Napoleone era ambizioso, Alessandro incrollabile nelle sue decisioni, la politica dell'Inghilterra era astuta, e il duca di Oldenburg era stato offeso. Noi non possiamo intendere quale legame abbiano queste circostanze col fatto stesso dell'assassinio e della violenza; né capire perché la conseguenza dell'offesa al duca sia stata che migliaia d'uomini dall'altra estremità dell'Europa si siano mossi per uccidere e ridurre alla rovina gli uomini dei governatorati di Smolénsk e di Mosca e per farsi uccidere da essi.
Quanto più noi ci addentriamo nella ricerca delle cause, tanto più numerose queste si svelano ai nostri occhi, e ogni causa considerata separatamente, o un'intera serie di cause, ci appaiono ugualmente giuste per se stesse, e ugualmente false per la loro infima piccolezza se paragonata all'immensità dell'evento, e ugualmente false per la loro insufficienza (senza il concorso di tutte le altre cause concomitanti) a determinare l'evento accaduto. Il rifiuto da parte di Napoleone di ricondurre le sue truppe al di là della Vistola e di restituire il ducato al duca di Oldenburg ci appare come una causa, tale e quale come la buona o mala voglia di un qualunque caporale francese di obbligarsi a una seconda ferma; poiché, se quel caporale non avesse voluto riprendere servizio e non lo avessero voluto due, tre, mille altri caporali e soldati, l'esercito di Napoleone sarebbe stato in proporzione meno numeroso, e la guerra non avrebbe potuto accadere.
Se Napoleone non si fosse ritenuto offeso dalla intimazione di ritirarsi oltre la Vistola e non avesse ordinato alle truppe di avanzare, la guerra non sarebbe scoppiata; ma anche, se tutti i sergenti non avessero voluto affrontare una nuova campagna, la guerra non avrebbe potuto accadere.
P.S. [Fuori tema]Più volte, nella traduzione, appare la frase "La guerra non avrebbe potuto accadere". Io avrei preferito la frase "La guerra non sarebbe potuta accadere" e voi? [/Fuori tema]