"Guerra e pace" ovvero le cause di una guerra

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sono piccolo ma crescero
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"Guerra e pace" ovvero le cause di una guerra

Messaggio da sono piccolo ma crescero »

"Guerra e pace" di Tolstoj non è solo la storia di Natascia, Andrea e Pierre, di come si incontrano, dei loro amori, delle morti che sanano i triangoli che si sono sviluppati nella storia e, perconcludere, del classico finale fatto di matrimonio e "vissero felici e contenti" in perfetto stile commedia americana anni '50 (anche se scritto 100 anni prima). Il romanzo, oltre 1600 pagine nell'edizione degli Oscar Mondadori, si ferma a descrivere, oltre che l'alta società russa dei primi anni dell'800 e l'evoluzione del carattere dei protagonisti e dei molti personaggi che ad essi si accompagnano, anche le guerre napoleoniche che interessarono l'Europa, e la Russia in particolare, in quegli stessi anni.

Ho trovato particolarmente interessanti le riflessioni che l'autore fa sul perché comincia una guerra. Sono 6 pagine e non le riporto tutte, ma solo le parti che mi sono sembrate più vicine al mio modo di pensare, meno legate agli eventi specifici di cui tratta il romanzo e che possono essere oggetto di riflessione davanti ad ogni guerra: basta a Napoleone, allo zar Alessandro o al 1812, sostituire i nomi e le date di un'altra catastrofe come la prima o la seconda guerra mondiale (e se proprio ci tenete anche la guerra tra romani ed istri) e le considerazioni restano valide. Le metto qui, perché qui si fa esplicito riferimento ad una guerra e, quindi, ho pensato che stavano meglio in questa sezione che altrove.

Per correttezza ripeto ancora che ho riportato fondamentalmente le parti in cui mi ritrovo e che ho tagliato quelle che mi sembravano meno attuali o interessanti. E' inutile dire che consiglio a tutti la lettura del romanzo ed in particolare delle pagine citate per evitare di essere vittime dei miei omissis.
Tolstoj, Guerra e pace, Oscar Mondadori, pag. 799 e segg. ha scritto:Il 12 giugno [1812] le forze dell'Europa occidentale varcarono il confine russo, e la guerra cominciò, cioè si svolse un avvenimento contrario alla ragione e a tutta la natura umana. Milioni di uomini commisero gli uni contro gli altri una tale e così infinita quantità di misfatti, di inganni, di tradimenti, di ruberie, di falsificazioni di carta moneta, di saccheggi, di incendi e di assassinii quale in secoli interi gli annali di tutti i tribunali del mondo non potrebbero raccogliere, e che, in quel periodo di tempo, gli uomini che li compivano, non consideravano come delitti.
Che cosa produsse questo avvenimento straordinario? Quali ne furono le cause? Gli storici con una ingenua convinzione affermano che le cause di questo avvenimento furono: l'offesa fatta al duca di Oldenburg, l'inosservanza del blocco continen­tale, l'ambizione di Napoleone, la fermezza di Alessandro, gli errori dei diplomatici, e così via.
Di conseguenza, secondo gli storici, se Metternich, Rumiànzev o Talleyrand, fra un'udienza a corte e un ricevimento, avessero fatto del loro meglio e vergato più abilmente una carta, o se Napoleone avesse scritto ad Alessandro: "Monsieur monfrère, je consens a rendre le duché au due d'Oldenbourg" la guerra non sarebbe accaduta.
Si capisce che così dovesse parere ai contemporanei.
... per noi, posteri, che contempliamo in tutto il suo complesso l'immensità dell'evento accaduto, e ne penetriamo il semplice e terribile significato, queste cause appaiono insuffi­cienti. Per noi è incomprensibile che milioni di uomini — di cristiani — abbiano ucciso e si siano torturati a vicenda, perché Napoleone era ambizioso, Alessandro incrollabile nelle sue decisioni, la politica dell'Inghilterra era astuta, e il duca di Oldenburg era stato offeso. Noi non possiamo intendere quale legame abbiano queste circostanze col fatto stesso dell'assassi­nio e della violenza; né capire perché la conseguenza dell'offesa al duca sia stata che migliaia d'uomini dall'altra estremità dell'Europa si siano mossi per uccidere e ridurre alla rovina gli uomini dei governatorati di Smolénsk e di Mosca e per farsi uccidere da essi.
Quanto più noi ci addentriamo nella ricerca delle cause, tanto più numerose queste si svelano ai nostri occhi, e ogni causa considerata separatamente, o un'intera serie di cause, ci appaiono ugual­mente giuste per se stesse, e ugualmente false per la loro infima piccolezza se paragonata all'immensità dell'evento, e ugualmente false per la loro insufficienza (senza il concorso di tutte le altre cause concomitanti) a determinare l'evento accaduto. Il rifiuto da parte di Napoleone di ricondurre le sue truppe al di là della Vistola e di restituire il ducato al duca di Oldenburg ci appare come una causa, tale e quale come la buona o mala voglia di un qualunque caporale francese di obbligarsi a una seconda ferma; poiché, se quel caporale non avesse voluto riprendere servizio e non lo avessero voluto due, tre, mille altri caporali e soldati, l'esercito di Napoleone sarebbe stato in proporzione meno numeroso, e la guerra non avrebbe potuto accadere.
Se Napoleone non si fosse ritenuto offeso dalla intimazione di ritirarsi oltre la Vistola e non avesse ordinato alle truppe di avanzare, la guerra non sarebbe scoppiata; ma anche, se tutti i sergenti non avessero voluto affrontare una nuova campagna, la guerra non avrebbe potuto accadere.

P.S. [Fuori tema]Più volte, nella traduzione, appare la frase "La guerra non avrebbe potuto accadere". Io avrei preferito la frase "La guerra non sarebbe potuta accadere" e voi? [/Fuori tema]


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AdlerTS
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Re: "Guerra e pace" ovvero le cause di una guerra

Messaggio da AdlerTS »

Tolstoj, Guerra e pace, Oscar Mondadori, pag. 799 e segg. ha scritto:Il 12 giugno [1812]
Che cosa produsse questo avvenimento straordinario? Quali ne furono le cause? Gli storici con una ingenua convinzione affermano che le cause di questo avvenimento furono: l'offesa fatta al duca di Oldenburg, l'inosservanza del blocco continen­tale, l'ambizione di Napoleone, la fermezza di Alessandro, gli errori dei diplomatici, e così via.
Sembra riduttivo dire che le guerre siano nate per colpa di una persona, che fosse Napoleone o Hitler non ha importanza, ma d'altra parte se ci fosse stato un referendum popolare, la gente avrebbe scelto forse di ammazzarsi ?
La colpa sta nel mezzo: non uno, ma una massa (anche minoritaria), capace di smuovere un intero paese.

Per il PS, sono d'accordo con te. :wink:


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

per il PS , la mia traduzione evita il problema traducendo "la guerra non sarebbe stata possibile" ma una consultazione alla mia rigorosissima grammatica italiana Moretti Consonni - un libro in adozione nelle scuole italiane dal 1940 agli anni 80 per lo meno!!- spiega che con i verbi servili si usa l'ausiliare del verbo all'infinito- quindi poichè accadere ha per ausiliare essere va sarebbe , ma se si vuol accentuare il significato semantico del verbo servile, si può anche usare l'ausiliare del servile, nella fattispecie avere. Lo stesso dice Leo Pestelli nel Parlare italiano Longanesi 1957, portando esempi di Boccaccio e Manzoni. A me suona sofisticato (carigado, direi in dialetto) con l'essere e più spontaneo e vicino all'uso comune con l'avere.

Per il discorso generale, i libri soprattutto ad uso scolastico devono ricorrere a delle semplificazioni che come tutte le astrazioni trascurano una parte della realtà, io a volte ho l'impressione che ci sia un qualcosa come l'atmosfera dell'epoca o una sorta di determinismo. Sto leggendo un romanzo storico e mi chiedo: Cesare decise spontaneamente di passare il Rubicone o non avrebbe potuto fare altro? ( confrontare il libro Rubicon di Tom Holland che romanzo invece non è)


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serlilian
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Messaggio da serlilian »

Non so perchè scoppino le guerre, ma a volte sembra che un vento di folia percorra l'Europa e il mondo. Perchè proprio nel 1848 sono scoppiate rivoluzioni e moti popolari in mezza Europa? E le rivolte studentesche del 1968?
Ogni tanto il mondo impazzisce e parte, in cerca di gloria e di conquiste... e invece trova e porta morte e distruzione.
Ma forse dipende tutto da grossi interessi economici, come diceva Cechelin: "In primavera una nova guera, che fa aumentar fina el magnar, per noi sarìa un afar!".


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[size=75][i]"Quando comincia una guerra, la prima vittima è la Verità.
Quando la guerra finisce, le bugie dei vinti sono smascherate,
quelle dei vincitori, diventano Storia."
(A. Petacco - La nostra guerra)[/size][/i]
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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

serlilian ha scritto: E le rivolte studentesche del 1968?
.
ricordo che nel 1968 vennero pure assassinati Martin Luther King, Bob Kennedy e venne invasa la Cecoslovacchia.


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Messaggio da babatriestina »

serlilian ha scritto: Ma forse dipende tutto da grossi interessi economici, come diceva Cechelin: .
è una classica tesi marxista, oltre che ceccheliniana :-D


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serlilian
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Messaggio da serlilian »

babatriestina ha scritto:
serlilian ha scritto: Ma forse dipende tutto da grossi interessi economici, come diceva Cechelin: .
è una classica tesi marxista, oltre che ceccheliniana :-D
Beh, è anche la più logica. A partire dalla guerra di Troia. E' più credibile che sia stata fatta per i begli occhi di Elena (o meglio per le corna di Menelao) o per il controllo dei Dardanelli? :wink:


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