Rovignesi nel Risorgimento

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Golfoblu
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Rovignesi nel Risorgimento

Messaggio da Golfoblu »

Dal lavoro di Giuseppe Stefani.

Giovanni Beroaldo, nato nel 1814, percorse le scuole normali e la Nautica di Trieste; entrò a 21 anni nel reggimento “ Principe Leopoldo” e nel 1847 passò nel IIº battaglione Landwehr, raggiungendo il grado sergente contabile. Nel giugno del 1848 si recò nascostamente a Pirano, e di qui potè trovare scampo sul brigantino veneto “Crociato”, dove era imbarcato il fratello Francesco. Il 20 agosto lo troviamo col grado di sergente maggiore nella fanteria di linea. In novembre fu promosso aiutante sottoufficiale e com brevetto del 5 gennaio 1849, tenente.
Il 10 luglio 1849 venne trasferito alla "Legione Euganea" come sottoufficiale pagatore. Al suo ritorno a Rovigno fu arrestato e, come il fratello, messo a disposizione del comando militare di Trieste.


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

e.. come el xe finido?
ps magari qualche dato in più su sto lavoro de Giuseppe Stefani; titolo, anno, reperibile?


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AdlerTS
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Messaggio da AdlerTS »

I Istriani del Risorgimento li trové, a livel de toponomastica, tutti in 'sta zona qua

La "Storia della grande guerra d'Italia" de Isidoro Reggio (scritto nei primi anni del XX secolo) scrivi
La parentesi napoleonica assegna nel 1805 l'Istria ancora una volta alla sua Venezia, all'Italia; ma l'Austria, dopo la riconquista, stacca l'Istria dalla Venezia a nulla valgono le proteste istriane. […] ed ecco si battono per Venezia; Marcantonio Borisi, che in una sortita da Mestre asporta al nemico pezzi di artiglieria, e Alessandro Almerigotti, ferito a morte a Marghera, e Alessandro Codina, morto di colera nella città assediata, e Giuseppe Draghicchio e Giuseppe Rubinich e Pietro Scarboncich e Luigi Ritozzo, tutti feriti, e Giovanni Bevilacqua, che sfida la morte una volta sotto il forte Montedoro, tre volte a Campalto e oltre venti volte sulle zattere, e Giovanni e Lodovico Almerigotti, che, dopo la resa, l'Austria punisce incorporandoli nell'esercito imperiale.


Mal no far, paura no gaver.
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Messaggio da Golfoblu »

di Giuseppe Stefani


Rovigno non è seconda a Parenzo per il numero ed il valore dei suoi volontari. Alcuni fra questi rappresentano figure militarmente rilevate e storicamente molto interessanti. Ecco ad esempio il gruppo dei tre fratelli Basilisco, figli dell'avvocato Carlo, caldissimi patrioti e intrepidi soldati. Dall' Archivio di Stato di Venezia la proposta di promozione del figlio Francesco, fatta dal suo generale.

Il Primo tenente Francesco Basilisco della Guardia Mobile, il quale da oltre nove mesi disimpegna il servizio di aiutante di campo presso lo scrivente con indefessa attività, energia, capacità e buonissima condotta, indi grand'attaccamento alla nostra Santa Causa, viene proposto al grado di capitano, essendone veramente meritevole. Si prega quindi di rilasciare al medesimo il brevetto di capitano di linea, ed addetto alla Prima Brigata.


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babatriestina
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Messaggio da babatriestina »

per favor, testo esatto, che opera de Stefani? riferimento, eventuale link.. cussì no se capissi assai, visto che manca perfin un anno de riferimento.


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Messaggio da Golfoblu »

babatriestina ha scritto:per favor, testo esatto, che opera de Stefani? riferimento, eventuale link.. cussì no se capissi assai, visto che manca perfin un anno de riferimento.
Chiedo scusa per la mancata informazione. I due post precedenti si riferiscono a fatti tratti da carteggio e documenti personali di proprietà della mia famiglia. Posseggo un numero cospicuo di fascicoli riguardanti principalmente la storia dell'Istria, trascritti da giornali, riviste e libri. La maggior parte parte dei testi fanno riferimento all'autore e la data in cui sono stati trascritti, in grande parte a macchina altri a mano. Cercherò di essere più preciso nel riferire dei fatti storici, con l'obiettivo di renderne chiara la lettura.


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Messaggio da Golfoblu »

Dalle cronache di Giuseppe Stefani.

Ritorniamo quindi alle vicende del rovignese Francesco Basilisco.
Nato a Canfanaro ma domiciliato a Rovigno, nel 1817 entrò a vent'anni quale cadetto nel 22º reggimento fanteria " Principe Leopoldo delle Due Sicilie", che aveva il suo III battaglione a Trieste e a quello di Landwehr a Dignano. Nel 1846 lasciò il servizio attivo e tornò a casa in congedo illimitato; impiegandosi come diurnista presso il Commisariato distrettuale. L'anno dopo ottenne, come allora si diceva, la "carta di Landwehr senza classificazione", cioè il trasferimento alla riserva. Il 12 aprile 1848, col fratello Giuseppe e con Giovanni Domenico Maraspin, "due teste esaltate di sentimenti repubblicani", sparì da Rovigno senza lasciar traccia di se. Così scrisse il barone Grimschitz al governatore di Trieste. Via terra per Pisino e Trieste, raggiunse Venezia, dove si iscrisse alla I legione della Guardia Nobile, passo quindi col grado di primotenente al 2º reggimento di fanteria di linea. Il generale Giorgio Rizzardi, comandante della I brigata della G.M. ( costituita dalla I e II legione ) e del III circondario, lo volle nell'agosto del '48 presso di se come aiutante di campo.


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