Nesazio
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Nesazio
So che alcuni frequentatori di questo forum vedono l'arrivo dei Romani in queste terre come un'indebita occupazione "manu militari".
Vediamo di raccontare, con un po' di leggerezza, come andarono le cose secondo lo storico romano Tito Livio (non sono stati tramandati ricordi scritti della controparte che non si sembra conoscesse l'uso della scrittura).
Qui intorno vivevano gli Istri, che dall'età del ferro risiedeva in Istria e sul Carso, confinando, ed in parte mescolandosi, con Veneti, Carni ed Illiri (intorno al 1000 a.C. nella pianura russa c'era stato un notevole movimento verso est di tribù che avevano imparato ad addomesticare il cavallo e che dettero nome a questi popoli). Abitavano nei castellieri, villaggi fortificati circondati da grosse cinte murarie di pietre che in queste zone non mancano. Probabilmente non erano uno stato unico organizzato, ma piuttosto una serie di tribù spesso in lotta tra di loro (come dimostrano le mura di cui cingevano i loro villaggi).
I Romani, partiti da Aquileia per terra e per mare, ingaggiarono degli scontri con loro nei dintorni di Trieste. In questi scontri i Romani le presero e le dettero ed alla fine, nel 177 a.C. gli Istri furono chiusi in assedio nel castelliere di Nesazio nella parte meridionale della penisola istriana e queste erano le mura che difesero gli abitanti di allora (ecco il perché della digressione storica).
(credo che in realtà il terrapieno sia il resto delle fortificazioni e che il muro davanti sia posteriore)
Questa era la porta di accesso
La storia si concluse in modo tragico: quando il re Epulone (non doveva essere un re come lo possiamo immaginare oggi, ma piuttosto uno dei guerrieri più valorosi) si rese conto di essere sconfitto, fece uccidere le donne per evitare che cadessero schiave e si uccise pure lui. E pare che gli altri uomini facessero altrettanto.
P.S. Interessanti e particolarmente attuali le beghe politiche tra i comandanti militari romani durante la campagna militare in Istria.
Vediamo di raccontare, con un po' di leggerezza, come andarono le cose secondo lo storico romano Tito Livio (non sono stati tramandati ricordi scritti della controparte che non si sembra conoscesse l'uso della scrittura).
Qui intorno vivevano gli Istri, che dall'età del ferro risiedeva in Istria e sul Carso, confinando, ed in parte mescolandosi, con Veneti, Carni ed Illiri (intorno al 1000 a.C. nella pianura russa c'era stato un notevole movimento verso est di tribù che avevano imparato ad addomesticare il cavallo e che dettero nome a questi popoli). Abitavano nei castellieri, villaggi fortificati circondati da grosse cinte murarie di pietre che in queste zone non mancano. Probabilmente non erano uno stato unico organizzato, ma piuttosto una serie di tribù spesso in lotta tra di loro (come dimostrano le mura di cui cingevano i loro villaggi).
I Romani, partiti da Aquileia per terra e per mare, ingaggiarono degli scontri con loro nei dintorni di Trieste. In questi scontri i Romani le presero e le dettero ed alla fine, nel 177 a.C. gli Istri furono chiusi in assedio nel castelliere di Nesazio nella parte meridionale della penisola istriana e queste erano le mura che difesero gli abitanti di allora (ecco il perché della digressione storica).
(credo che in realtà il terrapieno sia il resto delle fortificazioni e che il muro davanti sia posteriore)
Questa era la porta di accesso
La storia si concluse in modo tragico: quando il re Epulone (non doveva essere un re come lo possiamo immaginare oggi, ma piuttosto uno dei guerrieri più valorosi) si rese conto di essere sconfitto, fece uccidere le donne per evitare che cadessero schiave e si uccise pure lui. E pare che gli altri uomini facessero altrettanto.
P.S. Interessanti e particolarmente attuali le beghe politiche tra i comandanti militari romani durante la campagna militare in Istria.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
- sono piccolo ma crescero
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Re: Nesazio
I Romani non sparsero il sale sopra Nesazio perché non vi crescesse nemmeno l'erba (si dice che fecero così sopra Cartagine), ma continuarono ad abitarla.
Poiché l'acqua non doveva essere poi tantissima, costruirono nei secoli successivi cisterne per la raccolta dell'acqua
Costruirono le terme
il campidoglio, con un complesso articolato di edifici
e alla fine anche due chiese paleocristiane
Il tutto venne, alla fine distrutto ed abbandonato in seguito alle invasioni barbariche degli Slavi e degli Avari tra il 599 ed il 611 d. C.
Poiché l'acqua non doveva essere poi tantissima, costruirono nei secoli successivi cisterne per la raccolta dell'acqua
Costruirono le terme
il campidoglio, con un complesso articolato di edifici
e alla fine anche due chiese paleocristiane
Il tutto venne, alla fine distrutto ed abbandonato in seguito alle invasioni barbariche degli Slavi e degli Avari tra il 599 ed il 611 d. C.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
- sono piccolo ma crescero
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Re: Nesazio
Oggi la località si chiama Nezakcij o anche Viza?e. Non sono riuscito a trovarla sul navigatore satellitare, quindi forse è meglio dare qualche indicazione stradale.
Da Pola si va verso Valtura (c'è anche l'aeroporto che però bisogna passare per andare nel paese vero e proprio). Al centro del paese c'è un cartello (uno solo) che indica la strada per il sito archeologico. E' una strada stretta, ma asfaltata tranne che nell'ultimo centinaio di metri. Il sito è molto ben curato.
L'indicatore verde con la lettera B mostra la località sul ottimo Google maps.
Da Pola si va verso Valtura (c'è anche l'aeroporto che però bisogna passare per andare nel paese vero e proprio). Al centro del paese c'è un cartello (uno solo) che indica la strada per il sito archeologico. E' una strada stretta, ma asfaltata tranne che nell'ultimo centinaio di metri. Il sito è molto ben curato.
L'indicatore verde con la lettera B mostra la località sul ottimo Google maps.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
Re: Nesazio
sono piccolo ma crescero ha scritto: Interessanti e particolarmente attuali le beghe politiche tra i comandanti militari romani durante la campagna militare in Istria.
Quando ci sono troppi Galli in un pollaio...
grazie S.P.M.C...
saluti
- babatriestina
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Re: Nesazio
Vedo che i resti sono ben curati: segno che interessano l'attuale amministrazione croata, quanto meno interessata al turismo. E' frequentato il luogo?
colgo l'occasione per aggiungere alcune osservazioni: la guerra Istrica è del 177 a .C. , e Tito Livio scrive le sue Storie negli anni 30 d.C, ossia circa due secoli dopo: ovviamente non era testimone oculare, ma si basava su opere storiche ( sempre romane, ovviamente) precedenti e andate perdute. Secondo, anche gli Istri non sono propriamente autoctoni, perchè sembrano arrivare non si sa bene da dove attorno al 1200 a.C. Si sa che lingua parlassero?
terza, mi ha sempre colpito il fatto che prima combattessero attorno a Trieste, e poi tutto di colpo o quasi nella parte meridionale dell'Istria.
Nel 177 comunque la cittadella sarà stata per un certo periodo al massimo sede di un presidio, e solo ai tempi di Cesare quando ebbe il governo della Gallia Cisalpina (in cui svernava nei primi anni delle imprese galliche) e poi poco dopo di Augusto le cittadine acquistarono la cittadinanza romana.
colgo l'occasione per aggiungere alcune osservazioni: la guerra Istrica è del 177 a .C. , e Tito Livio scrive le sue Storie negli anni 30 d.C, ossia circa due secoli dopo: ovviamente non era testimone oculare, ma si basava su opere storiche ( sempre romane, ovviamente) precedenti e andate perdute. Secondo, anche gli Istri non sono propriamente autoctoni, perchè sembrano arrivare non si sa bene da dove attorno al 1200 a.C. Si sa che lingua parlassero?
terza, mi ha sempre colpito il fatto che prima combattessero attorno a Trieste, e poi tutto di colpo o quasi nella parte meridionale dell'Istria.
Nel 177 comunque la cittadella sarà stata per un certo periodo al massimo sede di un presidio, e solo ai tempi di Cesare quando ebbe il governo della Gallia Cisalpina (in cui svernava nei primi anni delle imprese galliche) e poi poco dopo di Augusto le cittadine acquistarono la cittadinanza romana.
"mi credo che i scrivi sta roba per insempiar la gente" ( La Cittadella)
- nonna ivana
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Re: Nesazio
Interessante!
Esiste anche una raccolta di reperti, suppellettili, materiale ritrovato negli scavi? Una specie di Museo?
E' ancora in corso la ricerca archeologica?
Noto anch'io la regolarità delle opere in muratura!
Grazie!
Esiste anche una raccolta di reperti, suppellettili, materiale ritrovato negli scavi? Una specie di Museo?
E' ancora in corso la ricerca archeologica?
Noto anch'io la regolarità delle opere in muratura!
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ivana
la curiosità è il colore della mente
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Re: Nesazio
Esiste un museo a Pola che raccoglie i reperti ... mobili, che non potrebbero essere lasciati là.
Credo che gli scavi stiano continuando, anche se non ho visto tracce.
Secondo me i muri sono stati rifatti e regolati, almeno in parte, ma per esempio lo stipite di una delle sue basiliche era chiaramente originale.
Credo che gli scavi stiano continuando, anche se non ho visto tracce.
Secondo me i muri sono stati rifatti e regolati, almeno in parte, ma per esempio lo stipite di una delle sue basiliche era chiaramente originale.
Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle. (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. XXXVIII)
- nonna ivana
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Re: Nesazio
Grazie anche da parte mia. L'Istria è piena di sorprese ed è meravigliosa. Io ricordavo solo l'anfiteatro e l'arco romano di Pola, ma a quanto pare i Romani si diedero parecchio da fare.
Ciao Mandi
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"E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante"
Antoine de Saint-Exupéry
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